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COMUNE UNICO IN ALTA VALLE: AMMINISTRAZIONI FAVOREVOLI

TERRITORIO - 24 10 2016 -

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/Bormio-calcio
L’Amministrazione Comunale di Valdidentro in collaborazione con il gruppo Facebook “Comune Unico dell’Alta Valle” ha organizzato per sabato 22 ottobre un’assemblea pubblica mandamentale aperta alla popolazione del comprensorio di Bormio, per proporre il progetto di unificazione dei comuni di Bormio, Valdisotto, Valfurva e Valdidentro. La numerosa affluenza testimonia l’interesse suscitato dall’argomento, nonostante il progetto preveda un iter complesso e complicato. «La fusione dei comuni è un problema che ha profonde radici storiche, – ha detto l’avvocato Gloria Urbani, uno dei relatori della serata – già in epoca risorgimentale la questione aveva diviso i più grandi intellettuali del tempo come Cattaneo e Mazzini. Molti sono stati i passaggi storico-culturali che hanno condotto alla legge Delrio». Secondo tale legge per fusione s’intende la creazione di un comune ex novo in seguito all’estinzione giuridica di quelli esistenti. Due sono i tipi di fusione: quella giuridica, con conseguente creazione di un nuovo comune, e quella per incorporazione. La legge regionale ha previsto una tempistica annuale per la realizzazione del progetto: l’iter dovrà partire il primo gennaio e concludersi, con l’entrata in vigore dello stesso, il primo gennaio dell’anno seguente. Fondamentale l’apporto della popolazione durante tutto il processo decisionale: i cittadini devono essere coinvolti fin dall’inizio, non solo nella fase di referendum consultivo, durante la quale sarà chiamata a votare l’intera cittadinanza dei comuni interessati; non sarà necessario il raggiungimento di un quorum, la votazione si intenderà favorevole solo nel momento in cui tutti i comuni daranno risposta positiva. «Un comune unico dà la possibilità di creare un miglior tenore di vita per tutta la popolazione. Il timore di perdere una certa identità va superato: mettiamo da parte le rivalità tra comuni, dobbiamo trovare il coraggio di creare un buon progetto da presentare alla popolazione, mettendo sul piatto della bilancia tutti i vantaggi e gli svantaggi, consci del fatto che, una volta presa una decisione simile, non sono previste inversioni di rotta» ha detto Angelo Cacciotto, Sindaco del Comune di Valfurva. Anche da parte del comune di Bormio, rappresentato dal Sindaco Roberto Volpato, c’è grande interesse nella realizzazione di un comune unico; l’attuazione del progetto permetterebbe di usufruire di una serie di vantaggi e opportunità per tutto il territorio: i vari servizi amministrativi verrebbero unificati e armonizzati, portando ad una serie di risparmi di notevole interesse; inoltre, sarà possibile ottimizzare i servizi e valorizzare le risorse. Punti critici della proposta, secondo Volpato, sono: la perdita dell’identità territoriale, ma anche quella delle ricchezze patrimoniali e territoriali, che, venendo a confluire in un unico comune, verranno assimilate ai beni di tutti. Presente all’assemblea anche Damiano Bormolini, Sindaco del Comune di Livigno: «Sono qui in veste di spettatore interessato; a mio parere sono più i benefici che i lati negativi di questo progetto: poter andare in Regione o eventualmente a Roma con un comune forte sotto molti punti di vista, per discutere di tematiche che interessano tutto il comprensorio, cambia completamente l’atteggiamento degli enti centrali». Le varie Amministrazioni comunali si sono mostrate propositive rispetto alla proposta lanciata prima delle ultime elezioni amministrative dall’avvocato Ezio Trabucchi, Sindaco del Comune di Valdidentro, che a conclusione della serata si è espresso relativamente alla spinosa questione della “perdita d’identità” a cui tale progetto condurrebbe: «Io credo che il vero elemento istitutivo di una comunità sia lo stato di benessere, non soltanto quello economico; se ai cittadini non vengono fornite le condizioni per poter migliorare o mantenere il proprio stato di benessere, saranno sempre più frequenti casi di emigrazione, con conseguente perdita d’identità per il territorio. Il comune unico non sarà la panacea di tutti i mali, ma una grande occasione. I nostri padri hanno avuto una vita più difficoltosa della nostra, ma certamente non avevano paura del cambiamento, della novità. Dovremmo costruire una storia che non badi tanto alla nostra sorte personale, ma soprattutto al futuro dei nostri figli».
Francesca Franzini  

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