Cura e bellezza di contrada nella semplicità
CRONACA - 25 06 2021 - Ezio (Méngu)
Non stupitevi, non è mia consuetudine “raccomandare“ la lettura di un articolo ma oggi lo faccio: una eccezione poiché ne vale la pena. L’articolo di Ivan Bormolini dal titolo “Sia eliminato questo sconcio“ è alquanto interessante per il suo contenuto e forse anche per il messaggio che, a mio parere, vuole lanciare. L’articolo racconta per filo e per segno quali amore per la città e per il territorio avevano i nostri padri e come delegavano il popolo ad interessarsi per migliorarlo e renderlo bello, ordinato e pulito. Vi pregherei di leggerlo con estrema attenzione e inviterei anche i nostri Amministratori, poiché è una “ guida “ che vale per tutti e soprattutto per coloro cui compete tenere sempre sott’occhio ogni cosa del nostro territorio. Si ha spesso l’abitudine di controllare il nostro paese e le nostre vie a bordo di comode macchine, scordando che “ molte anomalie“ passano spesso inosservate sotto il cofano dell’auto. L’ispezione con la moto “peduzzi“ e anche in bicicletta è consigliata e il “residente e tutore di contrada” volonteroso è forse il miglior osservatore. Aggiungo un mio pensiero. Ditemi se sbaglio. Secondo voi chi può essere più informato delle strutture e dei servizi d’interesse comune in una contrada ? E’ ragionevole rispondere : il residente nella contrada. E’ naturale che vivendo nella contrada, il “contradaiolo”, avrà sott’ occhio costantemente i beni comuni, tutto ciò che serve e servirà nell’interesse della sua contrada o rione. Di più, mi pare anche naturale che il “contradaiolo” consideri la contrada come una estensione della propria casa . Se la strada è sporca, se c’è una buca nell’asfalto o nel selciato, se un tubo dell’acquedotto è rotto, se c’è inquinamento o lordura, fracasso, poco senso civile, insomma se c’è qualcosa che reca danno e disagio all’interesse della contrada il “contradaiolo” di buon senso civico tenderà a segnalarlo a chi compete per tenere in ordine il territorio. Senza voler togliere i meriti a nessuno, io credo che non vi possa essere guardia o carabiniere che possa competere per attenzione e conoscenza con colui che vive nella contrada. Mi pare logico dire che il miglior “tutore” della contrada è dunque il “ contradaiolo “ o come chiavavano i nostri antenati “ il sovrastante“ di contrada. Mah, dirà qualcuno, ho alcuni dubbi. In effetti c’è gente che fa suo il motto: faccio gli affari miei ( per non dire la parolaccia ) e quando ho chiuso l’uscio della mia porta di casa , per mio conto , tutto è a posto. Questo ragionamento lasciamolo agli ……( non mi viene il temine giusto, ma non stimo questi individui ) . La persona intelligente e che ha senso civico e anche morale sa che per vivere bene in comunità deve interessarsi del funzionamento ottimale delle cose comuni, naturalmente con garbo, delicatezza, cortesia e senza invadere la riservatezza degli altri. Provate a chiudervi in casa , con l’acquedotto rotto, con la linea elettrica che non funziona, con la spazzatura ammucchiata fuori casa, con i fumi inquinanti che vi entrano dalla finestra e poi ditemi se è il caso di dire: faccio i fatti miei (per non dire ancora la parolaccia). Tutto questo per far intendere che se in ogni contrada ci fosse un “ tutore o sovrastante” , cioè colui che in prima persona cura e si interessa delle cose comuni molte cose andrebbero meglio e in tutt’altra direzione. Il “ tutore “ di contrada , com’è logico non deve avere la responsabilità di intervenire personalmente nel caso di disservizi , ma dovrebbe avere il “ il senso civico “ di segnalare il disservizio, la lamentela, l’anomalia o la miglioria a chi compete e cioè all’Amministrazione Comunale. Vorrei paragonare il “ tutore “ di contrada ad un capoclasse che svolge il suo servizio senza compenso e, mi si conceda dire , senza l’ambizione d’essere il primo della classe e d’essere riverito. A mio parere, come premio o soddisfazione del lavoro svolto basterebbe la stima dei suoi vicini. Sono certo che l’Amministrazione comunale, con questa semplice organizzazione a costo zero, ne avrebbe vantaggio. Ma quale ? Subito detto: l’ Amministrazione comunale avrebbe un rapporto “ diretto “ con la cittadinanza e avrebbe sottomano , in tempo reale, le problematiche di paese , le proposte con soluzioni condivise. Tutto sommato è un risparmio di tempo e di risorse e un bagaglio di menti “propositive” sempre a disposizione. Poi, i vari “ tutori “ di contrada potrebbero, quando è il caso, essere chiamati in riunione dall’Amministrazione per discutere scelte mirate per l’interesse dell’intero paese. Tutto questo potrebbe valere, a maggior ragione, anche per i borghi di montagna, dove il contadino, il boscaiolo, in molti casi, può dare consigli utili più di un tecnico comunale, non certo per superiore capacità intellettiva, ma per la conoscenza e l’esperienza acquisita sul territorio. Insomma si potrebbe ritrovare una sorta di “ impegno collegiale “ magari all’antica come facevano i nostri avi e che darebbe i suoi frutti. Penso poi che la voglia e l’entusiasmo della gente non manchi.. Pensiamoci con mente serena e senza pregiudizi di sorta. Chi scrive sta già facendo in parte questo lavoro, e come me alcuni altri, ma io credo forse poco ascoltati da chi dovrebbe ascoltare. Qui habet aures audiendi, audiat, (chi ha orecchie per intendere, intenda). Ezio (Méngu)Cura e bellezza di contrada nella semplicità
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