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Che cosa dobbiamo fare

CULTURA E SPETTACOLO - 16 12 2018 - Don Battista Rinaldi

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Una domanda insistente, che si ripete più volte nel corso del brano evangelico di questa domenica. Ci ricorda l’imminenza di un evento che è necessario preparare da parte di tutti. E la richiesta di Giovanni ad ogni categoria di persona che lo interpella, contiene alcuni elementi che sono costitutivi di ogni cammino di preparazione: la condivisione, il non pretendere, il non maltrattare. A ciascuno Giovanni chiede di rimanere nel proprio stato, facendo spazio all’altro, rispettando l’altro, accogliendo l’altro e impegnandosi a non esercitare sull’altro nessun potere.

 

La condivisione implica che non si veda più solo il proprio bisogno, ma anche quello degli altri; decidendo di provvedere donando agli altri o spartendo con gli altri ciò che si ha. Così non siamo più schiavi delle cose, ma tesi al bene grande della relazione. Sapendo che ciò che va condiviso non è solo ciò che si possiede, ma ciò che si è.

 

Non pretendere significa non esigere dagli altri ciò che non spetta loro darci, ma soprattutto porci nei confronti degli altri con atteggiamenti di potere. Spesso ci comportiamo come se gli altri ci dovessero ‘qualcosa’. Ma non pretendere significa entrare nella realistica accettazione di sé e degli altri, con umiltà.

Non maltrattare vuol dire non abusare della propria posizione di forza e di potere; una violenza che spesso è quotidiana, domestica; non usa toni troppo forti, ma si nutre di indifferenza e disinteresse.

Nelle richieste di Giovanni sembra non esserci la radicalità che sarà di Gesù, perché non chiede di lasciare tutto e seguire lui; ma in questo livello molto umano c’è qualcosa di imprescindibile per ogni vero cambiamento: si tratta di assumere l’umanità propria e quella degli altri, di assumere i propri limiti e di avere come misura della propria libertà la libertà degli altri.

 

Con la sua persona e la sua parola, Giovanni annuncia il Cristo che viene, il Signore è vicino. Per cui quello che ciascuno deve diventare finalmente è possibile perché colui che viene si fa vicino alla nostra vita con tutta la sua potenza di salvezza. Sì, il Signore è vicino: è vicino alla nostra debolezza con la sua forza, è vicino al nostro peccato con il suo perdono, è vicino al nostro desiderio con la sua promessa di compimento, è vicino al groviglio delle nostre incoerenze con la sua parola che dà ordine e trasparenza alla nostra vita.

 

Don Battista Rinaldi

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