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Il soldo della vedova

CULTURA E SPETTACOLO - 11 11 2018 - Don Battista Rinaldi

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Dopo una serie di controversie con farisei, sadducei ed erodiani del tempio di Gerusalemme, Gesù – nel brano di questa domenica – rivolge un attacco preciso e diretto contro gli scribi. Questi erano diventati gli interpreti ufficiali della legge del Signore ed erano quindi incaricati di pronunciare sentenze nei tribunali. Ma il loro comportamento è tale che desta una certa preoccupazione in Gesù; Egli teme che si infiltri anche nella comunità dei discepoli. Per questo li mette in guardia.

 

Gli scribi sono ammalati di vanità ed ostentazione; per non essere confusi con il popolo non vestono come gli altri e indossano una divisa; Gesù è allergico alle loro divise perché, come dice l’etimologia, dividono, separano, creano la casta.

 

Di fronte al comportamento e alle parole tanto chiare del Maestro, comprendiamo come mai papa Francesco spesso rimproveri coloro che, nella chiesa, ancora corrono per i primi posti, per i titoli onorifici e ricerchino applausi e privilegi. Il mondo strutturato in una gerarchia piramidale è condannato da Cristo e volerlo ripristinare è un attentato contro la logica evangelica.

 

E più forti ancora sono le parole di Gesù contro chi sfrutta le persone più deboli per approfittarsene della loro ingenuità e carpire loro parcelle esorbitanti per difendere le loro cause nei tribunali.

 

A questo punto indica ai discepoli un modello di autentica religiosità: una povera vedova. Essa, a differenza dei rabbini che ostentavano la loro religiosità, compie un gesto senza farsi notare. Essa non conosce Gesù, non ha mai ascoltato i suoi insegnamenti, eppure si comporta in modo evangelico, secondo gli insegnamenti di Gesù, senza strombazzare a destra e a manca e senza farlo sapere in giro. Inoltre – secondo quanto abbiamo sentito domenica scorsa – ama di un amore totale, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, senza riserve, perché lei getta ‘tutto quanto ha per vivere?, meglio ancora ‘tutta la sua vita’. Il discepolo è proprio colui che mette in gioco tutta la sua vita come ha fatto il Maestro.

 

Per la totalità del suo amore questa vedova diventa non solo l’immagine del vero discepolo, ma anche di Gesù Cristo, che sul Calvario, ha donato tutto se stesso all’uomo, mostrando il vero volto di Dio. E quindi anche vera figura della Chiesa.

 

Don Battista Rinaldi

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