MENU
/fede

L'ago e il cammello

CULTURA E SPETTACOLO - 14 10 2018 - Don Battista Rinaldi

CONDIVIDI

/don battista rinaldi

Avete mai visto un cammello? Non in televisione: dal vero! Ma certamente avete sott’occhio come è grosso un ago e quanto sia minuta la sua cruna, cioè il buchino sottile attraverso cui si infila il filo di refe per attaccare un bottone, rammendare, cucire un orlo o ricamare. Ebbene Gesù, oggi, usando queste due immagini ci invita ad una riflessione sconcertante.

 

Il tutto parte da un incontro. Un tale, ricco, una persona irreprensibile, vive una profonda inquietudine che lo fa soffrire. Cerca Gesù, che ha sentito descrivere come un maestro insigne, perché spera di avere da lui un po’ di serenità e di speranza. Gli domanda come ‘ereditare’ la vita eterna. Una domanda ineccepibile: l’eredità non è una conquista, non è un diritto, ma è data gratuitamente. Così la salvezza: è dono. Gesù, da buon rabbino, gli risponde con un’altra domanda. Hai già un maestro insigne, è Dio stesso, cosa pretendi di più? Fidati di Lui e dei suoi insegnamenti. La gioia si trova nel praticare i comandamenti, non nella ricompensa per chi li osserva, come il male castiga chi lo commette. Il ricco risponde in modo sorprendente, per noi: i comandamenti li osservo da sempre! E anche se l’affermazione può suscitare qualche dubbio, tuttavia è un invito a valutare con un certo ottimismo la propria vita. Angosciarsi e sentirsi rifiutati da Dio perché non si è perfetti non è segno di santità, ma di orgoglio. E qui l’evangelista richiama la nostra attenzione sullo sguardo ‘speciale’ di Gesù che trasmette a quell’uomo tutto il suo amore e lo invita a fare un salto di qualità: non più solo la pratica della legge, ma seguire Lui, abbandonando ogni ‘cosa’. Non si può essere discepoli di Gesù se non si strappa il proprio cuore da ciò che si possiede. L’incontro si conclude in modo amaro: il ricco sceglie di rimanere con i suoi beni.

 

È anche la nostra storia; anche noi facciamo molta fatica a realizzare l’invito di Gesù: non abbiamo il coraggio di fidarci della sua proposta che ci pare collocarci nell’incertezza del futuro; preferiamo la sicurezza delle cose, piuttosto che rischiare di fidarci solo di Lui. E così non diventiamo mai ‘cristiani’.

Da qui il paradosso con cui abbiamo iniziato: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco si fidi di Dio e si distacchi dalle sue ‘cose’.

 

La ricchezza è l’impedimento più grave per chi vuole diventare discepolo. Possiede la forza seduttrice di un dio perché sembra concederci tutto ciò che le chiediamo.

Per questo sembra ‘impossibile’ questo passaggio. Ci vuole una generosità che solo la grazia di Dio può concedere. I discepoli non sono ricchi, ma hanno compreso che anche chi è povero deve spogliarsi di tutto per fidarsi solo di Dio. Non si tratta di dare molto o poco, ma di offrire tutto ciò che si è e si ha. E comunque la sequela di Gesù deve essere rinnovata e scelta nuovamente ogni giorno, pena, il suo fallimento.

 

Don Battista Rinaldi

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

1 COMMENTI

14 10 2018 09:10

Méngu

Leggo : “Da qui il paradosso con cui abbiamo iniziato: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco si fidi di Dio e si distacchi dalle sue ‘cose’.” Caro don Battista , mi perdoni l’ardire ma tutte le volte che leggo questa riflessione sono sotteso da uno stress mentale. Ho ben presente un cammello che pur essendo grosso è più piccolo di un elefante. Ancora di più ho presente la microscopica cruna di un ago , poiché sotto la naia mi hanno insegnato a cucire la camicia rotta. Ebbene mi domando , a torto o a ragione, come faranno, tante chiese Cattoliche, Ortodosse e Protestanti del Mondo a fidarsi di Dio e a passare nella cruna di un ago, poiché sono grosse come elefanti e possiedono tantissimi beni e tanti loro ecclesiastici sono assai ricchi e ben pasciuti ? Questo paradosso insegna, a mio avviso, che prima di predicare con vistosi paramenti, al caldo e ben pasciuti e aver tantissimi beni , occorrerebbe prima provare a vivere affamati nelle strade e a dormire nelle scatole di cartone per farsi piccini, piccini . Naturalmente questo vale, io credo, per tutti noi.