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L'arcobaleno

CULTURA E SPETTACOLO - 18 02 2018 - Don Battista Rinaldi

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Dalla metà del IV secolo la Chiesa si prepara alla Pasqua tramite i quaranta giorni della Quaresima, un tempo che siamo chiamati a vivere rinnovandoci e convertendoci, cioè rinnovando radicalmente il nostro pensare, parlare e operare. Ma niente musi lunghi. Proprio all’inizio della Quaresima, ci è offerta l’immagine dell’arcobaleno; con le parole di Dio a Noè: “Questo è il segno dell’alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra”, e l’impegno preciso: “non ci saranno più le acque per distruggere”.

 

Dunque, insieme ai colori che portano luce e gioia, anche parole piene di consolazione per dare senso a questo cammino. Per il cristiano, in questo tempo, non serve assumere l’atteggiamento di chi, scopertosi peccatore, vive con il tormento della pena o del castigo. Piuttosto conta l’impegno a rinnovarsi, certi di avere un alleato sicuro che, con la sua Grazia, ci sostiene e ci incoraggia, che non smette di camminare con noi. “Chi riconosce il proprio peccato – ci dicono i padri del deserto – è più grande di chi fa miracoli e risuscita un morto”. Noi vogliamo incominciare proprio da qui con il rito dell’imposizione delle ceneri. Ma…

 

Il traguardo è già assicurato dal simbolo dell’arcobaleno e dalle parole che lo accompagnano: un arco che unisce la terra al cielo, che avvicina Dio all’uomo, che fa sentire la nostra storia come profondamente abitata da una ‘presenza’ misericordiosa che le dà senso, che la vivifica, che la trasfigura facendola diventare storia di salvezza. La Pasqua di Risurrezione è la garanzia del traguardo verso cui camminiamo.

Tutto è iniziato il giorno del nostro Battesimo con un dono di vita nuova che ora dobbiamo impegnarci a mantenere in mezzo alle contraddizioni dell’esistenza.

 

La tentazione è la nostra condizione umana – per questo è stata anche di Gesù, che era veramente uomo - : si tratta di scegliere ogni giorno, ad ogni istante, tra un modo di vivere secondo le logiche umane e un altro che è segnato profondamente dallo Spirito di Dio, donare la vita gratuitamente senza tornaconto. La vicenda di Gesù si conclude con il gesto estremo della croce, ma tutta la sua esistenza si è mossa nel segno del dono di sé, nella fedeltà al Padre e per gli emarginati e i peccatori. Proprio per questo Dio lo ha risuscitato.

 

La Quaresima vuole allenarci al medesimo stile. Per scoprire che è anche fonte di gioia profonda.

 

Don Battista Rinaldi

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