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Processo alla stregoneria in scena a palazzo Lavizzari

CULTURA E SPETTACOLO - 28 02 2024 - Guido Monti

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/Processo alla stregoneria in scena a palazzo Lavizzari

In Europa il Cinquecento ed il Seicento furono secoli caratterizzati da carestie e miseria, conflitti sanguinari, epidemie catastrofiche, scontri religiosi, Sicuramente un periodo buio e tumultuoso anche per la Valtellina e la Valchiavenna, dipendenti dalla diocesi di Como e sottoposte al dominio politico dei protestanti grigioni.

 

Le valli alpine, così come un po' tutta l'Europa, erano caratterizzate dalla caccia alle streghe. I timori divennero palpabili al punto da indurre la gente a pregiudizi e supertizioni per paura di ciò che era sconosciuto o incompreso. Anche gli eventi naturali erano temuti e ritenuti inspiegabili, e in questo contesto sociale alcune donne vennero considerate come l'anello di congiunzione fra la realtà quotidiana e l'influsso demoniaco esercitato sull'umanità. Perfino i reggitori delle sorti politiche e religiose delle comunità si lasciarono coinvolgere nel clima imperante di incertezza e di sospetto.

 

E' questo lo scenario in cui si inquadra lo spettacolo intitolato '1646 Giacomina, l'anima sua e il diavolo' che l'associazione di promozione sociale 'Ad alta voce' propone al pubblico venerdì 1 e sabato 2 marzo alle 21 nella suggestiva sala degli stemmi di Palazzo Lavizzari a Mazzo. Diretto da Roberta De Devitiis, è tratto liberamente dall'omonimo romanzo storico scritto da Giovanni Peretti utilizzando documenti conservati nell'archivio di Bormio.

 

Protagonista è una giovane e bella ragazza di Semogo, Giacoma Delle Pradelle, nata in circostanze particolari. Incolpata di atti di stregoneria, tenta di discolparsi ad ogni costo per non arrendersi a un'umiliante confessione che vorrebbe scalfire le sue certezze e mettere a repentaglio la sua stessa vita. La conclusione del processo porterà a conseguenze imprevedibili pure per i ceti più abbienti. 

 

Guido Monti

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