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Centrali e produzione di energia idroelettrica

ECONOMIA E POLITICA - 12 06 2023 - Ezio (Méngu)

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/Una vecchia centrale idroelettrica
Una vecchia centrale idroelettrica

Così come i passerotti beccano le briciole di pane che cadono dalla nostra tavola e se le mangiano una a una, anche noi dobbiamo fare in modo che ogni goccia d’acqua caduta da cielo venga raccolta e utilizzata. Di più, quando l’acqua c’è ed è in abbondanza dobbiamo fare in modo di accumularla per poi usarla quando essa è scarsa.

Prendiamo il caso della Valtellina: i nostri vecchi hanno costruito dighe, canali, vasche di accumulo, condotte e centrali studiano “salti”  e convogliamenti costruendo migliaia di chilometri di gallerie per poi accumulare quell’acqua in più bacini ( dighe ).

 

L’acqua accumulata nelle dighe è energia potenziale buona, docile, quieta. Se facciamo scorrere verso valle in condotte forzate la sua energia da potenziale diventa cinetica e nelle turbine diventa forza e lavoro. Essa può irrigare campi, correre nelle nostre tubature di casa, insomma riusciamo a farle fare mille cose prima che si quieti e il terreno la riceva e l’assorba dando vita alle falde acquifere e di nuovo pompandola la possiamo di nuovo usare in altre forme. L’acqua per gli esseri terreni è pane di vita e si impasta in mille modi trasformandosi in vapore e ghiaccio.   

 

Con l’esempio della vasca da 1000 litri nel nostro giardino poniamoci nel caso sventurato di una prolungata siccità. E’ certo che l’acqua che sarà contenuta in quella vasca e che normalmente doveva o poteva essere utilizzata in parte per i nostri consumi civili e in parte per la produzione di energia elettrica diventerà un bene sempre più prezioso per tutti. La prima necessità sarà quella di garantire ad ognuno di noi l’acqua necessaria per i nostri bisogni tra i quali quelli civili, di irrigazione, delle coltivazioni ecc. ecc.  La seconda necessità sarà quella di usare l’acqua rimanente per produrre energia elettrica che serve per i nostri consumi e quella dell’intero Paese. Sarà chiaro che se aumenta la prima necessità dovrà per forza di cose diminuire la seconda poiché la quantità di acqua è limitata e definita dalla capienza della vasca quando l’acqua di alimentazione della vasca è scarsa o assente del tutto per siccità.   

 

Ad esempio, se fino a cinquanta anni fa il prelievo di acqua per uso idroelettrico era maggioritario poiché il consumo di acqua pro capite dei valligiani non era elevato a causa dello scarso turismo in Valle e delle modeste esigenze di consumo di allora e persino della meteo diversa, ora essendo aumentato di molto il turismo e a causa delle mille necessità di consumo d’acqua di noi tutti, il consumo d’acqua è aumentato in modo esponenziale. I piccoli borghi montani, in taluni periodi estivi e invernali diventano piccole città con i relativi confort e se prima ghiacciai e nevai davano acqua a torrenti, ora essendosi ridotti in numero e volume sembrano lacrimare sotto una calura mai sentita prima.  Se prima la neve cadeva abbondante ora sono i “ cannoni “ spara neve per dar vita e divertimento allo sciatore, ma quei cannoni funzionano e consumano molta acqua. Se prima al ruscelletto nel bosco veniva tolto qualche litro d’acqua per dedicare a piccoli impianti idroelettrici per uso locale (maggenghi e altro) ora non conviene più poiché la natura deve essere tutelata  ed è fonte di ricchezza primaria per tutti noi e per il turismo.

 

Insomma ogni Comune chiede giustamente una maggior quantità d’acqua per il territorio  e per il servizio pubblico poiché sono aumentai i consumi, sono aumentate le esigenze industriali e personali e la quantità d’acqua di riserva e di pioggia è diminuita, ecco perché dobbiamo diventare come passerotti che raccolgono anche le briciole di pane ( leggi acqua ) cadute dalla tavola.

 

Giungeranno i tempi che coloro che sfruttano la risorsa d’acqua per produrre energia elettrica avranno meno acqua da utilizzare, sia perché sarà in parte richiesta per usi Pubblici , sia perché la meteo è cambiata e anche perché ghiacciai e nevai lentamente scompariranno a causa del cambiamento climatico. Quindi saranno minori i soldi  dei Canoni di Concessione per lo sfruttamento dell’acqua e minore sarà la disponibilità dei soldi per la cura del territorio montano. La questione delle acque in Valle diverrà un balletto di interessi dalla solita coperta corta che non riuscirà a coprire tutte le esigenze se non usando nuove tecnologie che aiutano a compensare la diminuzione d’uso d’acqua per produrre energia elettrica e con il risparmio d’acqua usata nell’agricoltura e nei nostri normali usi civili e industrali.

Ma come ?

 

Continua…

 

Ezio (Méngu)

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