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Crosio propone Zona Economica Speciale per contrastare la carenza di manodopera

ECONOMIA E POLITICA - 09 08 2024 - Redazione

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/zone di confine

Jonny Crosio, esponente di Fratelli d’Italia e primo firmatario di una proposta di legge, rilancia l’idea di istituire una Zona Economica Speciale (ZES) per le aree di confine della Lombardia, penalizzate dalla concorrenza dei salari più alti in Svizzera. "È fondamentale valorizzare queste zone con sgravi fiscali per le nuove imprese", afferma Crosio.

 

La crisi di manodopera è sempre più evidente, e Crosio sottolinea l’urgenza di istituire ZES o Zone Logistiche Semplificate (ZLS) in Lombardia, seguendo l’esempio della recente ZES unica per il Mezzogiorno promossa dal governo Meloni. "Questo provvedimento sarà cruciale per lo sviluppo economico del Paese nei prossimi tre anni", sostiene il politico.

 

Le ZES, proposte già nel 2014, si confermano attuali alla luce dei dati. Secondo l’indagine di Confindustria, quasi il 70% delle aziende a livello nazionale fatica a reperire personale, specialmente per mansioni tecniche e manuali. Anche a livello locale, le imprese valtellinesi denunciano difficoltà di assunzione, con oltre 1.000 posizioni vacanti a luglio.

 

Il problema è acuito dalla competizione con la Svizzera, dove i salari sono significativamente più alti. Crosio critica la recente tassa sui frontalieri, ritenendola insufficiente a fermare l’emigrazione verso il paese elvetico. "È illusorio pensare di contrastare l’esodo con 200 euro in più in busta paga", afferma.

 

Per Crosio, la soluzione risiede nella creazione di una ZES, dove le imprese beneficerebbero di trattamenti fiscali e finanziari vantaggiosi, con l'obiettivo di attrarre investitori stranieri. La proposta prevede una significativa riduzione delle tasse per le aziende, favorendo la crescita economica nelle aree di confine, duramente colpite dalla delocalizzazione e dalla competizione salariale.

 

L'istituzione di una ZES in Lombardia potrebbe rilanciare gli investimenti esteri e preservare il tessuto produttivo, l'occupazione e la competitività della regione, soprattutto nei settori industriale e manifatturiero. Crosio conclude sottolineando come i benefici di una zona franca superino di gran lunga i costi, grazie all’incremento dell’indotto e dei ricavi fiscali derivanti dalla rinascita delle attività d’impresa nelle aree di confine.

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