Cervicalgia: cause, sintomi e approccio osteopatico
CRONACA - 22 02 2025 - Redazione
La cervicalgia, che in maniera generica viene definita “dolore al collo” è motivo di disturbo a livello muscolo-scheletrico molto diffuso nella popolazione adulta sia in Italia che nel mondo. Ci sono molte manifestazioni possibili, partendo da un lieve fastidio localizzato, fino a dolori acuti e invalidanti a cui si associano irradiazione su spalle e braccia. Spesso associata a disagio a livello muscolare, con rigidità e ridotte capacità di movimento, la cervicalgia può influenzare in modo significativo la qualità della vita di chi ne soffre, con risentimenti nella quotidianità, sul lavoro e sul benessere psicofisico in generale. Esistono molte cause possibili: da posture svantaggiose, per esempio mantenute a lungo sul luogo di lavoro, traumi come il colpo di frusta negli incidenti stradali, stress psico-emotivo, con ripercussioni sul sistema muscolare e articolare, o infine a causa di patologie degenerative come l’artrosi. Questi squilibri sono talvolta collegati (non sempre!) ad alterazioni della funzionalità generale della colonna vertebrale, del cingolo scapolare e del complesso cranio-mandibolare. Di seguito vedremo di cosa si tratta, di come orientarsi in caso di dolore cervicale e quando e perché consultare un osteopata. Per comprendere appieno come si sviluppa la cervicalgia e in che modo l’osteopatia può intervenire, è utile partire da una conoscenza di base dell’anatomia e fisiologia del tratto cervicale. La colonna cervicale è composta da sette vertebre (C1-C7), la cui principale funzione è quella di sostenere il cranio, proteggere il midollo spinale a livello cervicale e consentire un’ampia gamma di movimenti della testa (flessione, estensione, rotazione e inclinazione laterale). Per capire come si sviluppa la cervicalgia, è utile partire da una base anatomica e fisiologica del tratto cervicale. La colonna è composta da sette vertebre denominate da C1 a C7 dall’alto verso il basso (in senso cranio-caudale) e lo scopo principale è sostenere la testa, proteggere il midollo spinale e consentire un’ampia gamma di movimenti del capo. Le vertebre cervicali hanno caratteristiche proprie rispetto a quelle dorsali e lombari. Ricordiamo in particolare la prima e la seconda cervicale, C1 e C2 dette rispettivamente atlante ed epistrofeo che si occupano dei movimenti di rotazione e mobilità fine del capo grazie alla loro conformazione anatomica. Ovviamente tra le vertebre alloggiano i dischi vertebrali, che favoriscono la mobilità e ammortizzano il carico. Inoltre a livello del collo si trovano numerosi gruppi muscolari sia superficiali che profondi che allo stesso modo sostengono e guidano la mobilità sia della testa che del collo stesso. Qui citiamo i principali e più conosciuti tra cui lo sternocleidomastoideo, abbreviato in SCOM, il trapezio, gli scaleni e i muscoli suboccipitali. Non si possono poi non citare i nervi e i vasi sanguigni. I primi hanno radici che proliferano lungo una parte di testa, collo, gola e fino agli arti superiori. Dei vasi sanguigni, ricordiamo i più importanti come le arterie vertebrali e le carotidi che si occupano tra le altre cose dell’apporto di sangue al cervello. Per quanto concerne la fisiologia articolare del collo, è importante che stabilità, equilibrio, mobilità e orizzontalità dello sguardo siano in armonia. Quindi tutti l’apparato neuro-muscolo-scheletrico deve garantire un giusto compromesso tra queste funzioni. In caso di alterazioni in questo senso, si avviano delle reazioni che spesso si traducono in varie forme di limitazione funzionale. Vediamo ora le varie manifestazioni con cui si può presentare una cervicalgia. Risulta quindi importante studiare le varie cause che possono condurre a certi sintomi. In questo scenario, l’osteopatia si propone come un approccio per risalire all’origine del disturbo, con attenzione al sintomo, ma anche all’atteggiamento posturale, e alle strutture collegate con l’insorgenza del dolore. La valutazione rappresenta un passaggio cruciale per l’identificazione delle principali disfunzioni. Gli elementi chiave sono: una raccolta dati dettagliata, l’osservazione del movimento e della funzione posturale, test specifici ed esclusione di disturbi che non sono di competenza. Una buona riuscita di questi passaggi permette di definire, insieme al paziente, un piano di trattamento adeguato e personalizzato. Da qui si valuta la combinazione di tecniche e approcci da impiegare per gestire il dolore, favorire la funzione e prevenire le ricadute. Tenere conto della funzione integrata del collo con le strutture circostanti, significa sposare i principi osteopatici di unità funzionale del corpo e di rapporto struttura-funzione. Occorre quindi valutare sistematicamente la parte muscolo-scheletrica in rapporto con tutti gli altri apparati, compreso lo stato psico-emotivo citato in precedenza. La centralità e la personalizzazione sono davvero uno degli elementi fondanti del trattamento e questo rappresenta un grosso vantaggio nella gestione del dolore. Valutare insieme all’osteopata i campanelli d’allarme che il corpo (in questo caso il collo!) ci sta dando può aiutare quindi a scoprire la disfunzione che porta al dolore. Il trattamento, svolto con tecniche manuali dolci e non invasive, devono aiutare il corpo a tornare al movimento rispettando i tempi di guarigione; questa fase precede poi l’approccio preventivo in cui si studia un piano per mantenere i risultati ottenuti e, appunto, prevenire nuovi episodi. Il trend dell’ultimo periodo sta confermando un’ottima predisposizione delle persone a rivolgersi ai trattamenti osteopatici come possibile risoluzione delle proprie sintomatologie dolorose. È importante una consulenza nelle vicinanze? Certo! Questo perchè inizialmente potrebbe essere necessario, soprattutto in fasi iniziali e più acute dove il dolore è più limitante, recarsi in studio per alcune sedute e avere un punto di riferimento vicino a casa, o a luogo di lavoro rende sicuramente più agevole e sostenibile seguire il piano di trattamento.
Brevi cenni di anatomia e fisiologia
I disturbi legati alla cervicalgia
Perché andare dall’osteopata per una valutazione osteopatica?
Ce lo dice Luca Signorini, osteopata cremona, che in questi anni ha visto crescere in modo esponenziale le richieste e la conseguente fiducia che le persone ripongono nelle terapie manuali come l’osteopatia.
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