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Non si tocchi la caserma dei Vigili del fuoco di Tirano

CRONACA - 29 07 2019 - Ivan Bormolini

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Il taglio del nastro

Il fatto che la nuova caserma dei Vigili del Fuoco di istanza in località Piazzun, recentemente abbia chiuso i battenti in limitate circostanze per carenza di organico e perchè il personale è stato spostato altrove, ha fatto emergere molte discussioni e legittime preoccupazioni da parte della popolazione. Ed in questo caso, anche i commenti sui social certo non sono mancati.

 

Anche la scorsa estate, quando la caserma era ancora ubicata in viale Garibaldi, il problema si era posto interessando la chiusura della stessa per un solo turno di notte, cosa mai successa in tantissimi decenni di presenza dei Vigili del Fuoco effettivi a Tirano.

Era l'ottobre dello scorso anno quando questa nuova locazione veniva inaugurata. Un'opera dai costi non di poco conto ma del tutto giustificati. Un milione e ottocento mila euro ben spesi per la caserma e l'elisuperficie.

 

Un progetto che ha visto capofila la Comunità Montana, il Comune di Tirano, la Provincia di Sondrio, la Regione Lombardia e la Fondazione Cariplo che aveva incluso ed in parte finanziato l'opera, tramite il bando Progetti Emblematici.

Ero presente in quel giorno a quel momento inaugurale condividendo con i lettori l'importanza di quell'opera. Visitando la nuova caserma ed ascoltando la conferenza stampa di presentazione, mi ero reso conto della grande valenza strategica, organizzativa e funzionale di un luogo creato su misura per l'operatività del personale e per la sicurezza dei cittadini, non solo di Tirano ma dell'intero mandamento.

 

In quella giornata di festa mi ero sentito dire un affermazione che avevo reputato veritiera e che nell'articolo pubblicato avevo riportato:

“In altre parti d' Italia si chiude a Tirano e in Valtellina si inaugura”. Adesso la domanda mi viene lecita, cosa si è inaugurato se poi il tutto non funziona come si deve, ovvero h 24?

La colpa non ricade certo sulle amministrazioni locali, sulla Comunità Montana, sul Comune ed altri enti locali e nemmeno sulla loro lungimirante visione che ha dato i natali alla nuova struttura, ma si inceppa in quel perverso meccanismo ormai tipico del nostro paese, ovvero la carenza di organico.

 

Ben fanno il presidente della Comunità Montana Pini ed il nostro sindaco Spada a tenere alta la guardia, soprattutto dopo quello che hanno fatto per realizzare questo esempio di funzionalità al servizio di un territorio montano, che lo ripeto, come per la sanità, si discosta e molto dai canoni delle aree metropolitane.

La verità è che ha forza di tagli, dove non si deve in alcun modo lesinare, le magagne vengono galla. Queste non solo colpiscono solo il Corpo dei Vigili Del Fuoco, ma purtroppo interessano un po' tutto ciò che di “Statale e regionale” ci circonda e fa parte del nostro vivere e bisogno quotidiano di sicurezza su tutti i fronti.

 

Questo è palesemente dimostrabile proprio in merito ai nostri “Pompieri”, una presenza che affonda le sue radici con la fondazione della storica “Compagnia Pompieri Zappatori di Tirano”.

Manca personale, è giusto e legittimo che quest'ultimo, ovvero il rimanente, possa godere delle proprie ferie o per altri motivi non possa essere in turno.

Una buona organizzazione dell'intero apparato, in mancanza di un Vigile del Fuoco permanente, automaticamente dovrebbe provvedere alla repentina sostituzione. Il tutto calcolato in tempi leciti e preventivamente definiti, oppure sulla eventuale reperibilità di altri colleghi. Solo in questo modo, si può dare continuità di servizio con un turno di professionisti sempre pronti ad entrare in azione ad ogni chiamata.

 

Non è evidentemente così. Non è nemmeno una faccenda o una colpa attribuibile al Comando Provinciale ed al Comandante dell'intera organizzazione della nostra vasta area. Difficile per chi organizza fare i conti e mettere ogni pedina suo posto, soprattutto quando manca la presenza del personale perchè carente in termine di numeri.

Mi viene da chiedermi poi perchè si sia optato per la chiusura temporanea del distaccamento di Tirano e perchè i permanenti sono stati chiamati a coprire i buchi in altre caserme.

Non è forse il distaccamento di Tirano importante come gli altri sul territorio?

 

Ebbene signori e signori, politici regionali e statali, “la casa, la caserma funzionale, perfettamente a norma e rispondente ai bisogni della popolazione, è stata costruita e merita la continuità di servizio senza se e senza ma”.

Anche dal nostro giornale avevamo parlato della visita del Sottosegretario all'Interno Stefano Candiani, il quale, aveva promesso nuove assunzioni, parte delle quali destinate a Tirano.

Ora pongo delle riflessioni inerenti all'insostituibile presenza costante dei Vigili del Fuoco sul territorio tiranese e dintorni.

Immaginiamo nuovamente la caserma chiusa anche solo per un turno diurno o notturno: pensiamo ad un incidente stradale, ad un incendio oppure a qualsiasi fenomeno di calamità o recupero di persone in difficoltà che richieda l'immediato intervento dei Vigili del Fuoco.

 

Per nostra fortuna il distaccamento di Tirano ha sempre risposto in modo celere e professionale alle varie urgenze, ma se la caserma fosse nuovamente chiusa?

Da dove arriveranno i Vigili del Fuoco, con quali mezzi e con quali tempistiche?

Questo non è accettabile ed è auspicabile che con tutti i soldi spesi per la realizzazione della nuova caserma, la stessa possa sempre funzionare, allontanando in maniera definitiva la scure della chiusura o della sua funzionalità a tempi alterni.

Un elogio va fatto anche ai volontari dei Vigili del Fuoco di Tirano, questi sono ben preparati e disponibili, come hanno dimostrato in varie occasioni oppure esercitazioni come quella avvenuta nella Centrale di Stazzona.

Proprio perchè volontari e quindi impegnati nelle loro professioni, certo non possono garantire quella tempestività di intervento normalmente messa in atto dalla presenza in turno dei permanenti.

 

La loro attività ed il loro ottimo servizio, non è comunque previsto nella pianta organica o sui loro numeri. Pur considerandoli importanti e sempre di grande valenza, non ci si può basare per la programmazione di una caserma.

Ora, mentre venerdì stavo concludendo questo editoriale, i toni del confronto sul tema della caserma di Tirano e sull'assenza di organico a livello provinciale si sono nuovamente accesi.

Se da un sindacato vengono denunciate carenze e non continuità di servizio, è evidente che qualcosa di preoccupante è in corso.

Toni come “la misura è colma”, correlati da giustificati numeri riguardanti anche la situazione della caserma di Tirano, non sono stati messi nero su bianco tanto per fare o per dire. Credo che non sia interesse di nessuno innescare polveroni mediatici privi di adeguate motivazioni ed istanze, ma i fatti denunciati si baso su numeri reali.

Ed anche la risposta del Sottosegretario Candiani non si è fatta attendere. Nessun depotenziamento della struttura tiranese... Si tratta di un semplice momento di transizione, riassumendo arriveranno nuove forze, nuova linfa e nuova continuità di servizio anche a Tirano.

 

Voglio sperare, da semplice cittadino, che tutto avvenga in modo rapido. Sinceramente quando si parla di tutela e sicurezza pubblica, i momenti di transizione che si traducono nella chiusura momentanea di una caserma, lasciano spazio a dubbi di varia natura.

Io non parlo in politichese, però lancio un appello: “non si distrugga e non si limiti da parte dello Stato, ciò che con grande lungimiranza è stato realizzato dagli enti locali per il bene e la tutela della popolazione”.

 

Ivan Bormolini

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