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Ospedale Morelli: accorpare significa sminuire

CRONACA - 30 08 2018 - Ivan Bormolini

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Sembrano passati secoli, eppure era solo qualche anno fa. Chi ha buona memoria o conserva ancora vecchi referti si ricorderà che l'intestazione dell'attuale presidio ospedaliero E. Morelli era “Azienda Ospedale Eugenio Morelli”.

 

Sotto questa vi era la dicitura  Di rilievo nazionale e di alta specializzazione”. Dunque come tutti sanno il Morelli era un'Azienda Ospedaliera a sé, staccata da quella che è oggi l'attuale assetto di AOVV. Sul fatto che l'ospedale sondalino fosse di rilievo nazionale non vi sono dubbi, visto il numero di pazienti che giungevano al Morelli da varie parti d'Italia.

Sono certo che ancor oggi questo nostro ospedale conservi alcuni reparti di grande eccellenza, all'interno dei quali, il personale medico ed infermieristico si prodiga giorno dopo giorno per tenere alta la bandiera di questo presidio.

 

Ho usato il termine “nostro ospedale”, perché una buona parte di territorio provinciale, e quindi la nostra popolazione, vede ancora nella struttura un centro spesso insostituibile per varie cure mediche inerenti a diverse patologie.

Il quadro provinciale della sanità attualmente presenta però delle mancanze, a dircelo sono gli ormai settimanali comunicati stampa diffusi, con toni giustificatamente allarmistici dalle sigle sindacali, e non per ultima la lettera a firma del Presidente della Provincia di Sondrio Luca Della Bitta.

 

La mia convinzione è che la nostra gente sia davvero preoccupata per la piega che sta prendendo la sanità locale, ma soprattutto nel nostro comprensorio è percepibile la preoccupazione per il futuro dell'ospedale Morelli.

Cito l'ultimo comunicato stampa dei sindacati CGIL. CISL e UIL che è stato pubblicato anche dal nostro giornale ed è datato ventisette agosto: “… I lavoratori ci hanno informato che sono in programma nuovi accorpamenti di Reparto a Sondalo. Questi porteranno ad unire la Chirurgia Generale con Chirurgia Vascolare e Chirurgia Toracica con Urologia”. Inoltre i tre sindacati ricordano che già da tempo i reparti di Chirurgia Toracica e Vascolare erano già stati accorpati. Sollecitazioni, ma ancora senza risposta, riguardano anche il Laboratorio Analisi dello stesso presidio. Tutto ciò avviene per risparmiare sul personale infermieristico ed oss.

 

Permettetemi di dire che, se questa ennesima tegola sul Morelli trovasse effettiva attuazione, sarebbe ben grave.

La domanda che mi pongo è questa: se a suo tempo il Morelli fosse stato lasciato come ospedale ed azienda autonoma, avrebbe potuto garantirsi un futuro migliore rispetto ad oggi, ma soprattutto a quello che si paventa per il futuro?

E' difficile dare una risposta a questa domanda; è certo che l'ospedale, a quei tempi, mostrava già delle criticità, ma c'è chi ha affermato che la crisi si è accentuata con la costituzione di AOVV.

 

Mi chiedo ancora: perché non si è mai ragionato con estrema lucidità sulla “Proposta di Legge di Iniziativa Popolare” che suggeriva l' istituzione “Dell'Azienda Ospedaliera Morelli di Sondalo” staccandola dall'attuale AOVV?

Quell'iniziativa, fortemente voluta dal compianto Luigi Mescia e da un' apposito comitato, era come già detto di iniziativa popolare, perché lasciare inascoltata la voce di ben 9850 sottoscrittori?

 

Sul Morelli con il passare dei decenni, si sono perse o mal valutate troppe partite e questo a discapito della grande valenza della struttura e della popolazione.

Accorpare per risparmiare su personale infermieristico ed oss, non è sicuramente il viatico migliore per tutelare e far progredire la nostra sanità, la quale dovrebbe essere vista, e dico lo una volta per tutte, in un contesto ampiamente differente da quello dei grandi centri urbani.

 

Per quando ho letto, si “vocifera”, ma dal vociferare al fare, passa poco, della volontà di accorpare il reparto di Urologia con quello di Chirurgia Toracica. Scusate il termine, mi si è accapponata la pelle per non dir di peggio.

Immediatamente mi è tornato alla mente l'illustre Primario prematuramente scomparso, Dottor Giorgio Martina.

Questa figura di uomo e di grande professionista, non solo a livello locale, ma su scala nazionale ed internazionale, era un urologo di grande competenza e infinita conoscenza. Era sempre alla ricerca di nuove soluzioni tecnologiche e macchine all'avanguardia per rendere il percorso clinico dei pazienti affetti da varie patologie dell'apparato urologico, il più semplice e breve possibile. Voleva ed è riuscito a dare risposte ed a fare eccellenza.

 

Il Dottor Martina, grazie anche al suo staff, aveva fatto un reparto di Urologia che era un modello di cui andarne fieri, l'introduzione a suo tempo della laparoscopia in camera operatoria era stato decretato come un successo.

Un successo non solo per i pazienti delle nostre valli, ma anche provenienti da altre zone. Che ne sarà di tutto questo gran lavoro?

 

Accorpare e sdoppiare. Si è parlato a lungo nei mesi passati dello sdoppiamento del reparto di Neurochirurgia del Morelli. Ma scusate che senso ha fare di un centro di così grande importanza uno sdoppiamento tra Sondalo e Sondrio. Una Neurochirurgia che era è che è, fiore all'occhiello del presidio di Sondalo, dove è stato fondato e guidato da notissime figure mediche. Sdoppiare per indebolire Sondalo... Ma su che logica si ragiona, un reparto di eccellenza che al Morelli ha il suo cardine, la sua storia, le sue vittorie medico scientifiche, non va toccato o meglio sdoppiato.

 

Voglio poi sperare che per il punto nascite di questo predio, presto o tardi ,si ricorra alle soluzioni adottate per l'ospedale di Chiavenna. Ed a questo punto mi domando che fine a fatto il bel progetto di una Sanità di Montagna che poteva e doveva calzare a pennello per le nostre strutture?

Pongo infine un'altra riflessione, ci si scandalizza quando si parla di tasso di fuga dei nostri pazienti verso altre strutture sanitarie lombarde e nazionali. I così detti “dati di produzione” della nostra AOVV, sono in calo.

E' evidentemente che per varie patologie, molti preferiscono recarsi altrove perché non ravvisano più nelle strutture locali un'adeguata risposta ai propri bisogni. Questo è un fatto grave, anzi direi gravissimo. Un casistica che dimostra delle carenze che non possono nemmeno essere definite lacune, ma frutto di troppi anni di scelte sbagliate, di errori, di mancanze di fondi, dove i soldi non dovrebbero mai mancare a tutela della sanità e del cittadino.

 

Spero sia possibile, mettersi al lavoro e trovare delle concrete soluzioni! Quando c'è un problema, si usa in politica il termine istituiamo un tavolo di confronto e discussione. Bene, si faccia un tavolo una volta tanto ben imbandito, reale e serio, che sia incubatrice di idee propositive e che salvino il salvabile. Perché vedete cari attori chiamati in causa, non tutti oggi possono permettersi la sanità privata. Ed ancora non tutti possono sobbarcarsi spese di viaggio e alloggio in altri centri per curarsi o assistere i propri congiunti ricoverati in strutture fuori provincia. E bene ragionare anche su questo. Buon lavoro!

 

Ivan Bormolini

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