Piazza Unita' d'Italia: ma quante ne dovrà ancora vedere Luigi Torelli?
CRONACA - 30 10 2017 - Ivan Bormolini
(A cura di Ivan Bormolini) La piazza Unità d'Italia, dopo la sua riqualificazione voluta ed attuata dalla precedente amministrazione comunale, è stata al centro di numerose prese di posizione in merito soprattutto allo stile architettonico utilizzato per la realizzazione dell'opera. Non è questo però il momento di rivangare vecchi discorsi popolari che ormai appartengono al dimenticatoio delle polemiche fatte anni fa. In primo luogo è bene evidenziare che, essendo la piazza un luogo pubblico, ovvero fruibile a tutti, adulti e bambini, questo non va deturpato da scritte e messaggi realizzati con qualunque mezzo a disposizione. Tali scritte non sono certo qui riportabili per il loro contenuto volgare il quale denuncia una gravissima mancanza di rispetto e doveroso senso civico. Se nottetèmpo, oppure di giorno, qualcuno bivacca stancamente o sin troppo allegramente in certi luoghi della struttura, è pregato di rispettarla in quanto questa è un bene di tutti. Pare sin tardivo questo appello, in quanto purtroppo quelle pareti metalliche, divenute nel tempo lavagne dove esternare varie nefandezze, sono oramai piene di volgarità che testimoniano la grande carenza di maturità! Certo è che a poche settimane dalla posa di un cestino per la raccolta differenziata, avvenuta qualche mese fa, vedere che questo utilissimo strumento è già stato deturpato con un principio d'incendio fa pensare, e molto, sul rispetto e la tutela della “cosa pubblica”. Bello il cartello che indica il parco giochi per i più piccoli, certo è che tale angolo va tenuto o mantenuto in efficienza. Ad oggi più che un parco giochi assomiglia forse più ad un percorso che più si configura ad un campo di patate, per altro mal coltivato e mal “arato”. Bene, sono le foto a dimostrarlo, occorre individuare delle soluzioni. Oramai la copertura mostra gravi segni di cedimento, che in un immediato futuro potrebbero destare non pochi problemi alla sicurezza degli avventori della piazza. Povero il busto del nostro illustre concittadino Luigi Torelli, collocato nella piazza in onore del 150° anniversario dell' Unità d'Italia: quante ne dovrà ancora vedere? Ivan Bormolini
E' però giunto il tempo di segnalare lo stato di degrado in cui versa l'intera piazza dove incuria, sporcizia e necessari interventi strutturali da effettuare sembrano farla da padrone.
Ora però, sperando che alcuni avventori del luogo cessino di compiere atti davvero poco edificanti dal punto di vista umano, l'appello va all'amministrazione comunale in quanto è necessario che a breve si intervenga al fine di conservare almeno ciò che resta.
Alcune panchine sono prive, o lo sono in parte, della loro copertura originale; solo una è stata sistemata con una lastra marmorea, e le altre?
E poi che dire dello stato della pulizia delle fontane e dello stato pietoso della copertura in resina che a suo tempo ha ricoperto l'asfalto.
Insomma, tutto va rivisto: sono necessari progetti e risorse finanziarie al fine di restituire ai cittadini un luogo di ritrovo e non di degradante abbandono.
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1 COMMENTI
30 10 2017 18:10
Méngu
Caro Bormolini, questo dimostra che non basta costruire, abbellire, ma occorre anche manutenere le cose nel tempo. Costruire costa , manutenere nel tempo le opere forse costa anche di più. Poi quando ci sono in giro imbecilli che danneggiano la cosa pubblica occorre preventivare anche il costo di un controllo serrato. Infine quando si individuano i colpevoli occorre punirli severamente e non all’acqua di rose. Ma la base di tutto ci sta l’etica e la morale. Molti giovani non conoscono il valore dei soldi poiché non li hanno mai sudati e forse non sanno che il danno delle cose pubbliche sono soldi sudati dei cittadini e quindi anche dei loro genitori.. Poi, in verità, esiste anche la cattiva manutenzione o anche la trascuratezza delle cose da parte del cittadino e delle Amministrazioni in generale. Ho visto poche volte i cittadini chinarsi per raccogliere cartacce e metterle nel cestino dei rifiuti . Si pensa: “ non è affare mio , ma dell’ente a cui spetta la manutenzione. Noi paghiamo e basta !” Sbagliato! Noi che paghiamo non possiamo esentarci nel curare la nostra parte comune. Caro Bormolini, tu stesso sei l’esempio del “ buon cittadino tiranese” che segnala e che si preoccupa di ciò che non va e “ pretende “ giustamente d’essere ascoltato. Ma lo strano è che non solo tu hai gli occhi per osservare, ma gli occhi li hanno anche gli addetti che dovrebbero, prima che il cittadino segnali sui giornali, provvedere affinché il cittadino non si lamenti giustamente. Perché, una volta tanto non si fanno lezioni di buon comportamento etico ai giovani e ai grandi, dimostrando carte alla mano quanto si spende per vandalismo? Prima d’ogni cosa viene l’educazione civica, poi le lezioni dei grandi progetti futuribili di architettura, oppure si creerà un “ genio guastatori “ tra i giovani maleducati, ma non scemi per natura.