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Suicidi in provincia di Sondrio: Un triste primato da combattere con la prevenzione

CRONACA - 18 05 2024 - Redazione

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L'abuso di alcol, la solitudine e le difficoltà economiche sono tra i principali fattori che possono aumentare fino a dieci volte il rischio di suicidio. Queste preoccupazioni sono state al centro del convegno "Il suicidio in ambito istituzionale: aspetti clinici e possibilità di trattamento", tenutosi mercoledì scorso nell'Aula magna dell'Ospedale di Sondrio, organizzato dal Dipartimento di Salute Mentale Dipendenze dell'Asst Valtellina e Alto Lario.

 

In Italia, ogni anno, sei persone ogni centomila abitanti si tolgono la vita, un tasso che raddoppia nella provincia di Sondrio. Durante il convegno, gli esperti hanno discusso i dati relativi al fenomeno, con un focus particolare sul territorio provinciale, e hanno analizzato gli aspetti clinici e le modalità di trattamento per i pazienti seguiti dai Servizi di salute mentale.

 

Tra gli interventi, Alessandra Rossodivita, direttore delle Strutture complesse di Risk management, e Giorgio Vandoni, direttore di Medicina legale, hanno esaminato le cause del triste primato della provincia, insieme al professor Marco Vaggi, già direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Genova. È emerso che molte delle persone che si suicidano non sono seguite dai servizi sanitari, sebbene la presenza di un disturbo psichiatrico possa rappresentare un importante fattore di rischio in alcune fasi della malattia.

 

La dottoressa Katri Mingardi, psicologa del CPS di Sondrio, ha presentato l'esperienza del gruppo di auto mutuo aiuto rivolto ai familiari e ai parenti delle vittime di suicidio. «Per arginare questo fenomeno è fondamentale che le persone in difficoltà chiedano aiuto ai Servizi presenti in modo capillare sul territorio - ha sottolineato il dottor Paolo Risaro, direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze -. Pur consapevoli che il suicidio rimane un gesto imprevedibile, è possibile adottare cautele specifiche per i soggetti individuati come a rischio».

 

L'iniziativa aveva l'obiettivo di migliorare la formazione degli operatori dell'Azienda sanitaria e di identificare precocemente i soggetti a rischio per implementare le misure di prevenzione più adeguate. Il convegno ha offerto un'importante occasione di confronto e riflessione su un fenomeno che continua a destare grande preoccupazione nella comunità locale.

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