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Terribilis locus

CRONACA - 14 11 2022 - Ezio (Méngu)

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/poschiavino

Un vecchio detto dell’Engadina recita “l’àqua l’è ‘na bùna serva cùra sgà rüa a dumàla“ ( l’acqua e una buona serva finchè ci si arriva ad imbrigliarla “. Questo proverbio vale per ogni luogo dove infuria l’acqua. In particolare voglio fare riferimento al torrente Poschiavino che, per la parte che interessa Tirano, nasce docile da Miralago a quota 1014 s.l.m. quale sfioro dell’incantevole lago montano, per poi gradualmente diventare torrente furioso lungo il notevole dislivello esistente dal lago all’abitato di Madonna a quota 429 s.l.m . Ben circa 585 metri di dislivello dove la forza della natura dell’acqua si scatena quando l’acqua non è imbrigliata nelle tubazioni della centrale di Campocologno e del Ragno.

 

Studiando il breve periodo storico che intercorre tra l’avvenimento dell’Apparizione della Beata Vergine di Tirano e quindi della costruzione della maestosa basilica ai tempi nostri, ci accorgiamo della veridicità del detto engadinese nei periodi di alluvioni e di forti piogge.

L’antico affresco dell’Apparizione della Vergine Maria al beato Mario Homodei posto sopra un confessionale nella basilica di Madonna di Tirano e una mappa tratta dal rilevamento catastale dei beni immobili di proprietà privata esistenti nella comunità di Tirano eseguito della seconda metà del sec. XVIII (orientativamente dal 1760 al 1785 circa) da Giovanni Antonio Venosta ci può far capire qual è stata la forza e la via del torrente Poschiavino nella zona appena sotto il monte di S. Perpetua.

 

Probabilmente in tempi remoti, dopo lo scioglimento dei grandiosi ghiacciai che dai monti del Bernina scendevano per congiungersi con quelli dello Stelvio formando lo sperone del monte di S. Perpetua, il torrente Poschiavino invadeva con il fiume Adda tutta la piana di Tirano, andando qua e là secondo il materiale alluvionale trasportato.

L’uomo nel corso dei secoli ha poi cercato di ricuperare spazio per le sue esigenze agricole. Per non andare troppo nel passato, guardando l’affresco dell’Apparizione della Beata Vergine a Beato Mario si può intuire che l’orticello in cui è apparsa la vergine era poco distante dagli argini del torrente Poschiavino che nel ‘600 dalla strettoia naturale del “ Cantùn “ allora giungeva a congiungersi con l’Adda nella piana ora denominata “ Polveriera “ . Il notevole dislivello permetteva allora l’utilizzo dell’acqua per numerose segherie ( località ràsega ) e svariati mulini esistenti sino alla fine dell’ ‘800 e all’inizio del ‘900.

 

Quello che però appare evidente è che la Vergine di Tirano ha scelto d’essere presente in un luogo che possiamo ben definire “periglioso o terribilis locus “per alluvioni. E’ certo che i nostri avi, per costruire il tempio, abbiano dovuto spostare di alcuni metri l’argine del torrente in quanto passava a pochi metri dall’orto del cavalier Quadrio. In realtà osservando l’affresco citato, sia pur vagamente tracciato, vediamo come il torrente Poschiavino lascia spazio a culture prative e a una casa, probabile mulino, nella parte sotto lo sperone di S. Perpetua. Vediamo il vecchio percorso del torrente  che passava pressappoco proprio in mezzo all’attuale piazzale della Basilica.

 

Ben presto i nostri avi s’accorsero che il torrente rappresentava un grave pericolo per la Basilica in costruzione e nel 1733 spostarono gli argini pressappoco nella posizione attuale lasciando però le numerose rogge per alimentare mulini e segherie.  Seguirono le esondazioni del torrente del 1862 , del 1868 e nel 1868 e si rafforzarono tre tronchi d’argine della sponda sinistra. ( Da ricordare la frana di Sernio del 1807 che causò danni a Tirano e nella piana e l’esondazione dell’Adda nel giorno 27 agosto 1817, che ruppe gli argini appena sotto Tirano, invase la piana di Villa e si spostò di alcune centinaia di metri verso Stazzona abbandonando definitivamente l’antico alveo e l’inizio della progettazione e costruzione degli argini ( 1813 al 1821 ) nel tracciato pressappoco come appare  tutt’ora.

 

Ezio (Méngu)

 

Fonte: da scritti dello storico Ivan Bormolini di Tirano.

Fonte: Da documentazione “ mappe catastali comune di Tirano “

 

1871. "Fiumi, valli, frane, torrenti"
1864 - 1869
Ricostruzione degli argini del torrente Poschiavino distrutti dalle esondazioni degli anni 1862 e 1868.^^Il primo progetto, dell'anno 1863, a cura dell'ing. Giovanni Ferrari prevedeva la ricostruzione di una parte dell'arginatura compresa tra il ponte erariale della strada che conduceva al confine svizzero e la piazza del santuario della Madonna di Tirano. Sono presenti al riguardo il progetto, la descrizione e la stima delle opere, il capitolato d'appalto, la planimetria.^^Il progetto non venne però realizzato.^^Il secondo intervento invece, quello relativo all'esondazione dell'anno 1868, interessò la ricostruzione di tre tronchi d'argine in sponda sinistra del torrente Poschiavino. E' presente il progetto di Antonio Della Croce con la descrizione e la stima delle opere oltre alle planimetrie; la realizzazione dei lavori fu appaltata a Carlo Porta.^^Atti relativi a richieste di sussidi avanzate dal Comune di Tirano alla prefettura e al ministero dei lavori pubblici.^^Allegati dal 1862.^^Allegati al 1870.
Fascicolo cart.
Classificazione: 2.3.1
Segnatura: (sez. 1864 - 1869) b. 329, fasc. 2

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