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Il profeta e... la sua patria

CULTURA E SPETTACOLO - 08 07 2018 - Don Battista Rinaldi

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Gesù, il profeta per eccellenza, oggi parla di patria. In un modo un po’ diverso da come se ne parla da noi. Questo non vuol dire nulla - può pensare qualcuno - perché non tutti devono per forza fare riferimento al Signore Gesù, nelle loro scelte. Ma per i credenti, per coloro che ogni domenica frequentano le chiese, forse qualche attenzione in più al pensiero del vangelo non farebbe male.

 

Gesù, dopo aver trascorso qualche mese a Cafarnao e aver visitato i villaggi della Galilea, di sua iniziativa torna a Nazaret accompagnato da un gruppo di discepoli. Torna proprio per presentare ai ‘suoi’ la ‘nuova’ famiglia, composta da coloro che hanno risposto alla sua chiamata e lo hanno seguito lungo la via da lui intrapresa. Mentre rimane tranquillo nella casa in cui è cresciuto nessun problema, ma appena esce e rende pubblica la scelta di costituire una nuova ‘casa’ Gesù diventa per i compaesani un enigma: è cresciuto con loro in una famiglia dai solidi principi religiosi, appartiene al popolo eletto e ora dà l’impressione di non trovarsi più a suo agio in questa casa.

 

Con il suo messaggio e i suoi gesti Gesù ha rotto gli equilibri, sta demolendo la casa in cui essi hanno riposto tutte le loro speranze. Il problema che più li inquieta non riguarda il contenuto del suo insegnamento, ma la provenienza di questa nuova dottrina. Non mettono in dubbio la bontà delle sue opere, ma la loro origine: sono da Dio o provengono dal maligno? Meglio non fidarsi di quest’uomo! I compaesani preferiscono non rischiare e rimangono aggrappati ai loro antichi costumi e abitudini, non vogliono rinunciare alla vecchia casa e alle sicurezze offerte dall’ antica patria. Avviene così il distacco inevitabile di Gesù dai familiari e dagli amici.

 

È un atteggiamento che si ripete anche oggi.

 

Gesù si ripresenta a coloro che sono convinti di conoscerlo e di appartenere alla sua famiglia e avanza la sua proposta. Chiede di lasciare tutto ciò che la casa, la famiglia e la patria rappresentano; invita a riconsiderare quelle convinzioni religiose apprese e assimilate durante l’infanzia e mai più approfondite; esige che si prendano le distanze dai principi e dagli ideali proposti dalla società in cui si vive. C’è qualcosa che vale di più!

 

Questi principi, inoltre, sembrano ispirati al buon senso, ma, spesso, nascondono interessi d’altro genere. Per esempio, si vuol far passare che la questione più grande per la nostra società si quello dei migranti, ma solo perché non si vuole affrontare problemi più gravi come la corruzione, trasversale ad ogni formazione politica e l’eccessiva tassazione.

 

Ma la risposta che Gesù riceve è sempre la stessa: prima l’incomprensione e poi il rifiuto. È così per ogni profeta! I messaggi della società sono più appetibili dalla ‘pancia’ delle persone.

 

Un rifiuto che ha però conseguenze drammatiche: le condizioni di vita non subiscono trasformazioni radicali, nonostante il cambio di guardia ai vertici; la giustizia, la pace e la riconciliazione tra i popoli non crescono; la divaricazione tra chi sta bene e chi è alla fame diventa sempre più ampia. E ci meravigliamo se qualcuno vuol scappare dalla sua situazione di disagio…

 

La ragione è sempre la stessa: gli uomini, anche coloro che si dicono cristiani, non hanno il coraggio di accordare piena fiducia a Cristo e alla sua parola.

 

Don Battista Rinaldi

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