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La vita trasfigurata

CULTURA E SPETTACOLO - 06 08 2017 - Don Battista Rinaldi

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La solennità della Trasfigurazione interrompe, quasi, il trascorrere del tempo ordinario, non per un’evasione, ma per aiutarci a valorizzarlo meglio. Una specie di ‘vacanza’ che ha lo scopo di aiutarci ad immergerci meglio nell’ordinario quotidiano per comprenderlo e viverlo meglio. Soprattutto per accorgerci che l’orizzonte della nostra esistenza quotidiana è comunque aperto e luminoso, già fin d’ora, anche se fatichiamo a intravederlo e a riconoscerlo. Certo, non per caso, né per forza o per necessità, ma grazie all’azione di un Dio che, in Gesù, si fa conoscere in maniera piena e definitiva: egli è il Figlio, che rende vicino il Padre, e che assumendo la nostra vita le dà un senso pieno, la vive fino in fondo nell’estrema generosità del dono totale di sé, compiuto sulla croce.

 

L’esperienza della Trasfigurazione Gesù la vive in intimità con alcuni dei suoi compagni: un’umanissima comunione che prende il nome di amicizia. Proprio con coloro che non erano sempre prontissimi a ‘comprendere’ e ‘condividere’ le scelte di Gesù. Questo ci conforta profondamente: anche per noi è possibile ogni giorno questa esperienza di intimità con Dio, attraverso la sua Parola e la sua Grazia che si aprono ai nostri occhi e al nostro cuore. Non per la consolazione di un momento, ma come dono di una profonda e costante serenità.

 

Dobbiamo però liberarci da quella convinzione, quasi ossessiva, che la nostra esistenza sia manovrata nell’ombra da una sorte ineluttabile, contro la quale è impossibile lottare.

 

Qualcuno c’è che ci precede e cammina con noi mostrandoci come fare. I rischi e le difficoltà non sono annullate, ma con una guida è possibile affrontarle.

 

Nella Trasfigurazione sul monte Gesù ci offre un anticipo e una promessa. È per tutti coloro che, attraverso il Battesimo, sono inseriti nella Pasqua di Cristo.

 

Don Battista Rinaldi

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