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Natale 2020, un Natale diverso, il Natale del Covid-19

CULTURA E SPETTACOLO - 05 12 2020 - Ercole Ricci

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Tra pochi giorni si festeggerà il Santo Natale e per quelli della mia età nati agli inizi degli anni 50 questa festa è un tuffo nel passato quando la ricorrenza veniva vissuta necessariamente in forme diverse, vuoi per per la scarsità dei mezzi economici a disposizione delle famiglie e vuoi perchè in quel tempo mancavano tutti i dispositivi: televisori cellulari Social Network che hanno sconvolto e oserei dire azzerato usi e costumi. Prevaleva la festa religiosa e la messa di mezzanotte riscaldava il cuore. Nelle famiglie c’era un presepe molto semplice e generalmente senza albero di Natale. I doni erano pochi ma regalavano tanta felicità. Il Natale era quindi il momento dell’anno in cui grandi e piccoli trovavano armonia e pace e un'occasione per ritrovare i propri cari.

 

Una tradizione particolarmente sentita, e che affonda le sue radici nel Medioevo, era quella dei presepi viventi che soprattutto dei centri medievali, come il mio che ben si prestava alla predisposizione di scene natalizie che rievocavano la nascita di Gesù.

Oggi sebbene il Natale rappresenti la festa più importante del cristianesimo, questa festività ha acquisito degli elementi che la rendono più laica e commerciale di quanto non fosse in precedenza. Non si tratta più di un rito prevalentemente spirituale, perché ha subito un’evoluzione sociale dove domina la realtà del consumismo, trascurando le tante realtà umane che mancano dell’indispensabile.

Oggi il Natale ha assunto aspetti sempre più commerciali, ci sono tra noi persone che barattano la sazietà del consumismo, con la felicità del cuore dimenticandosi che il Natale è grande gioia e pace, che sorge da una povertà-libertà dalle cose, che sconfina con il nulla del mondo attuale.

 

Quello del 2020 sarà un Natale diverso, sarà il primo Natale dell’epoca Covid-19 all’insegna di misure anti-contagio. La parola d’ordine per tutti gli esperti italiani è una sola: “Prudenza”. Abbiamo e stiamo sperimentando insicurezze e paure, si continua a temere per la propria salute o per quella di congiunti e amici, si guarda al futuro con preoccupazione. Una crisi sanitaria che non sta risparmiando nessuno

Questo natale deve servire a ricordare tutti insieme il trauma che abbiamo vissuto, a capire cosa questa emergenza ci ha lasciato e continua a lasciarci. Mi piacerebbe che lo straordinario senso di solidarietà che abbiamo fatto venir fuori soprattutto durante i giorni di lockdown: la cura degli altri, la preoccupazione per chi vive situazioni di fragilità non venisse sostituito per le logiche di mercato e di profitto

Non dobbiamo dimenticare che dietro alle cifre,che ci vengono quotidianamente riferite ci sono persone: padri, madri, nonni, zii, figli, sposi e spose. Ci sono famiglie, che spesso hanno vissuto il dramma per la perdita dei propri cari nel silenzio, ed allora dobbiamo essere tutti impegnati per fare in modo di non accentuare, ma anzi rallentare questa emergenza sanitaria

 

Quest'anno la tavola del Natale non sarà: colorata, allegra, gioiosa. Parlare di felicità in questo periodo è una vera e propria sfida, perché se è vero che prima della diffusione pandemica del virus potevamo a buon diritto dire di essere felici, continuare a parlare di felicità in questo periodo di crisi, lo sappiamo, è difficile. E’ una sfida per tutti e alla portata di tutti, che possiamo vincere. Non possiamo e non dobbiamo permettere a un essere così piccolo come il coronavirus di avere la meglio su di noi, sulla nostra esistenza e sulla nostra stessa felicità che tuttavia non significa una vita senza problemi La vita felice viene dal superamento dei problemi, della lotta contro i problemi.

 

Il filosofo polacco Zygmunt Bauman diceva:”Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide poste dal fato” Ed ecco perché a mio parere è importante tenere a mente alcuni aspetti, che ci possono essere utili adesso e, anche, nel futuro, quando la pandemia sarà definitivamente un lontano ricordo. E potremo ritornare a vivere davvero, magari più consapevoli di noi stessi, della felicità e dei motivi per essere felici. Facendo magari tesoro anche di questo periodo caratterizzato dal coronavirus.

 

Buon Natale a tutti

Ercole Ricci

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