Quell'acqua che risana
CULTURA E SPETTACOLO - 07 01 2018 - Don Battista Rinaldi
Nel Battesimo di Gesù al fiume Giordano Egli si ‘contamina’ con noi peccatori, condivide in tutto la nostra condizione umana, fino ad essere condannato alla croce come peccatore; prova come noi e con noi anche il mistero della morte, provandone paura e angoscia come ogni uomo di fronte ad essa. Questa immersione rappresenta solo un inizio, la continuazione è tutta una vita spesa nell’amore, fino all’estremo della morte in croce, che dice tutto il senso del suo battesimo: donarsi fino a morire per amore. E il Padre si compiace di un figlio così; si riconosce in lui: rappresenta molto bene il cuore di Dio, la dinamica di amore che abita in Dio-Trinità. Anche noi nel battesimo siamo coinvolti in una storia di amore: il Signore ci fa rinascere come figli, ci accoglie e ci ama per quello che siamo. Questo è il punto di partenza della nostra fede: la certezza di essere amati. Tutto quello che facciamo deve essere la testimonianza di questa certezza. Non il tentativo di compiere qualcosa per farci amare di più o per ‘meritare’ di più. Il cristiano è colui che non si sente più solo in nessuna circostanza, neanche nelle avversità o nella persecuzione o nella malattia. In noi risuona sempre la voce dello Spirito che ripete: “Tu sei figlio amato”. Direi di più. L’uomo si è allontanato da Dio (pensiamo ad Adamo) per salvaguardare la sua libertà, che gli sembrava soffocata. Ma Dio non tiene conto di questo torto e nell’incarnazione (il natale appena celebrato) lo supera. Per cui Dio non solo viene incontro all’uomo, ma lo vuole reintegrare, ‘risanare’ per riportarlo alla sua condizione originaria che è la stessa dell’uomo Gesù di Nazaret, il Cristo. E il fatto che il battesimo sia celebrato per i neonati – diversamente da quanto avveniva nella chiesa antica, fino al IV secolo circa – vuol proprio sottolineare la gratuità del dono: a quell’età nessuno può vantare dei meriti. E’ solo Grazia.
Il nostro battesimo è il momento in cui avviene questa ‘rinascita’: Cristo è il medico che con la sua morte e risurrezione guarisce la nostra umanità e la rende di nuovo capace di amare come Lui, di donarsi per amore. Un’acqua salutare che come ‘farmaco’ ci restituisce la nostra condizione di ‘figli nel Figlio’.
Siamo dunque nella condizione di poter muoverci da uomini liberi che possono costruire una umanità nuova, la cui logica è quella del dono e della gratuità, delle relazioni autentiche e dell’accoglienza delle diversità.
Come mai facciamo così fatica ad attuarla?
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1 COMMENTI
07 01 2018 16:01
Méngu
......" Siamo dunque nella condizione di poter muoverci da uomini liberi che possono costruire una umanità nuova, la cui logica è quella del dono e della gratuità, delle relazioni autentiche e dell’accoglienza delle diversità. Come mai facciamo così fatica ad attuarla?” * * * Stimato signor Parroco, la sua domanda ne pone immediatamente un’altra : il nostro gene è egoista o altruista ? Partendo dalla teoria della selezione naturale e dal “gene egoista “ si può tentare una spiegazione all’interrogativo che Lei pone . Ogni giorno viviamo nella società dove si evidenzia l’egoismo e l’altruismo. Siamo tutti portati nella lotta per la sopravvivenza, anche nei nostri geni c’è questa tendenza . Nella nostra società, perché tutto funzioni nei migliori dei modi, i singoli dovrebbero strutturarsi nei loro comportamenti da altruista . Quindi quell’ individuo che si sacrifica al fine di dare vantaggio ai molti, per il bene dell’intero gruppo lo chiamerei altruista e costruttore del bene. Al contrario chi ne approfitta lo chiamerei egoista, tendente al bene personale e non del gruppo. Mi sembra che, tutto sommato, nel mondo ci sono più altruisti che egoisti altrimenti non saremmo arrivati ad una società così evoluta e numerosa come la nostra. La storia dell’evoluzione umana ci insegna che nell’uomo è sempre esistito, sia pur tra contrasti e lotte la logica del dono, della gratuità e dell’accoglienza tra le diversità. Prova ne è l’incrocio genetico delle popolazioni e, in questi tempi , anche l’accoglienza di individui che prima erano condannati dalla società e dalla Chiesa e ora sono accolti a braccia aperte . Il pessimismo di fondo che spesso ci accompagna con notizie tragiche , se ben meditiamo, è attenuato dal pensiero positivo per le opere di bene che spesso non “ fanno fanfara “ , ma i risultati positivi, a lungo andare, sono maggiori di quelli negativi. Certamente è un lavoro faticoso , ma esiste ed è continuo. Non a caso tutte le grandi religioni del Mondo, quali Induismo, Giainismo, la religione Cinese, il Buddhismo, L’Ebraismo, Islam, il Cristianesimo conoscono la “Regola d’oro “ che dice “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro ( Matteo 7,12, cfr. Luca 6,31) . Facciamo immensa fatica ad attuare la “ Regola d’oro “ poiché in noi esiste il “gene egoista” . E’ il gene della sopravvivenza del nostro corpo, insito in ognuno di noi, ma che possiamo combattere con il dono della libertà e della relazione armoniosa che il Creatore ci ha donato. La Natura e l’uomo tendono verso la perfezione, verso il bene e l’amore, ma il percorso è lungo . Il “ gene egoista” sarà certamente sconfitto quando tutti avranno compreso e attuato la “Regola d’oro” fondamento di ogni vera religione.