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Signore, che io veda!

CULTURA E SPETTACOLO - 28 10 2018 - Don Battista Rinaldi

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Che differenza tra la preghiera del cieco Bartimeo e quella dei discepoli di domenica scorsa alla medesima domanda di Gesù: ‘Che cosa volete che io faccia per voi?’. Nella richiesta del cieco (Signore, che io veda di nuovo!) c’è tutta l’apprensione del vero discepolo – contrapposto ai dodici che continuano a non capire – cosciente di essere immerso nel buio di una vita senza scampo e che ha bisogno di una ‘luce’ che gli consenta di vederci chiaramente e di camminare nella vita nuova tracciata da Gesù Cristo.

 

Da questo comprendiamo che il racconto evangelico di oggi, più che un racconto di miracolo, presenta un cammino esemplare di fede, con la presentazione di un vero discepolo che emerge tra i più emarginati che sono ‘ai lati della strada’.

 

Il cammino di fede nasce dall’ascolto, diviene invocazione e preghiera, discernimento e accoglienza di una chiamata, incontro personale con il Signore, sequela di Cristo. È un cammino che implica un dinamismo spirituale che fa passare dallo stare fermi alla mobilità, dall’emarginazione alla comunione, dalla cecità alla fede. E anche la fede, intesa come relazione forte con Gesù, non è uno stato che una volta raggiunto rimane, ma come un cammino in cui si persevera.

 

I discepoli e la folla, che sono posti tra Gesù e il cieco, sono simbolo della comunità cristiana; essa ha ricevuto dal Signore il mandato di farsi ministra della sua chiamata presso tutti gli uomini, ma tante volte diviene ostacolo a questo incontro. Nell’episodio narrato infatti molti sgridavano il cieco perché non disturbasse il Maestro. Così mostrano di essere loro i ciechi: credono di vederci e di sapere chi è Gesù e come devono fare quelli che vogliono seguirlo, ma a loro manca la capacità di ascoltare, insieme alla Parola, anche il grido della sofferenza dell’uomo. Così il cieco diventa il maestro che può aprire gli occhi a quelli che credono di vederci.

 

Quando Bartimeo si sente chiamato da Gesù, la sua condizione che lo aveva fatto gridare a gran voce la sua invocazione, si tramuta in prontezza di risposta: decide di seguire e obbedire al Signore, sbarazzandosi di tutto ciò che poteva intralciare l’incontro con lui. Getta via il mantello su cui erano le monete ricevute in elemosina e si mette dietro a Gesù nel cammino del dono di sé.

 

Don Battista Rinaldi

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