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Un anno nuovo

CULTURA E SPETTACOLO - 31 12 2017 - don battista rinaldi

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/don battista rinaldi

Domani, primo giorno dell’anno, non possiamo non cedere la parola, almeno per un momento, al corso della storia. E allora il fatto più importante diventa il passaggio da un anno solare ad un altro. Sebbene noi cristiani abbiamo un altro modo di misurare il tempo, perché il nostro Sole è Qualcun altro – come abbiamo visto qualche domenica fa – tuttavia camminiamo nel tempo insieme a tutta quanta l’umanità, e allora questo passaggio ci interessa e ci riguarda. Tra l’altro è un passaggio che è misurato proprio sull’evento Gesù Cristo. E questo non è di poco conto. Anche se forse nessuno ormai più ci bada.

 

Quello che stupisce un po’, tuttavia, è che, per molti, la novità sta solo nella cifra che misura l’evento, perché tutti i riti di passaggio da un anno all’altro sono sempre uguali a se stessi. Stessa baldoria della fine, stessa euforia dell’inizio, stessi auguri, stessi botti, perfino – purtroppo – stessi feriti e… morti. Come se la storia proprio non insegnasse nulla!

 

Comunque è interessante, almeno, questa voglia di ricominciare, questo entusiasmo per un novo inizio; segno di coraggio nell’affrontare le avversità, di ritrovate ragioni per vivere, di voglia di guardare al futuro più che al passato.
Anche se vi è sempre qualcuno che rimane ai margini della festa e tutto questo non può certo immaginarselo, neppure in sogno. E non perché non vogliano o perché il destino ha voluto così. Dietro alla loro emarginazione vi sono sempre delle responsabilità.

 

Nel formulare gli auguri per il nuovo anno, i cristiani alzano anche gli occhi al Cielo, da cui invocano lo ‘sguardo di benevolenza di un Volto paterno’; pregano e operano per la pace nel mondo: “migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace” (messaggio di papa Francesco per giornata della pace 2018); guardano alla Madre di Dio come ad un ‘segno forte di speranza’.
Questo non per distinguersi dagli altri, ma solo per dire, anche in questa circostanza, il loro modo di pensare al senso della vita e della storia.

 

Ma un altro fatto conta parecchio:  è molto più facile guardare al futuro con fiducia nella misura in cui abbiamo riconosciuto che l’anno trascorso, con i suoi momenti positivi e negativi, non è solo determinato da noi, ma anche da una sapiente e provvidente Presenza a cui ci sentiamo di esprimere riconoscenza.  La certezza di non essere soli e abbandonati a noi stessi non ci toglie responsabilità, ci fa solo agire con un altro spirito.

 

Don Battista Rinaldi

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