Una comunità nuova?
CULTURA E SPETTACOLO - 24 12 2017 - Don Battista Rinaldi
Nell’ultima domenica d’Avvento al centro dell’annuncio domenicale vi è la figura di Maria. Regola d’oro della tradizione cristiana è che “quello che si dice in modo speciale della vergine madre Maria, va riferito in generale alla vergine madre Chiesa” (abate Isacco della Stella, sec. XII). Quindi parliamo di Maria ma per dire della Chiesa. Un principio che il Concilio Vaticano II ha fatto suo in modo radicale, assumendo Maria come il modello, il tipo della comunità cristiana/Chiesa. Ora uno degli aspetti più sottolineati nel racconto dell’annunciazione (che leggiamo oggi) è che la fede di Maria è quella di una donna che ascolta la Parola di Dio. Maria si fa ‘dimora’ della Parola; arriva a concepire il Verbo. L’ascolto crea il servo e Maria è resa serva dalla sua accoglienza incondizionata della Parola. Questo ci ricorda che nella chiesa quello che essenziale non è fare servizi: parrocchie efficienti, ma sempre e solo distributrici di servizi religiosi, caritativi, sociali, culturali… con la mentalità dei padroni che possono, conoscono e sanno di più. Quello che conta è diventare ‘servi’, nel senso di un cuore rinnovato, capace di accoglienza, di ascolto e di umiltà. Maria, come figura della chiesa, è figura di una chiesa che ascolta, sottomessa al primato della Parola di Dio, e dunque ‘serva’, appartenente al suo Signore. Papa Francesco incarna bene questo modello. Questa mentalità rende possibile il Natale, cioè l’incarnazione di Dio nella vita dell’uomo. Quando la Parola trova un interlocutore umano che l’accoglie e le dà carne allora essa irrompe nella vita, anche della gente semplice. Nel caso di Maria, una coppia di fidanzati. E il quotidiano diventa il luogo per eccellenza della presenza di Dio: il corpo, la storia, il tempo, la relazione tra le persone, l’interiorità di un cuore, la trama delle quotidiane vicende dell’esistenza. Tutto comincia a ritrovare un senso e un perché. Maria, inoltre, ha ricevuto il compito di credere l’incredibile: lei, vergine, avrà un figlio. E il segno che le viene dato a conferma è quanto è avvenuto alla cugina Elisabetta, anche lei madre nonostante fosse avanzata negli anni e la sua sterilità. Dunque questo diventa l’altro compito della chiesa: testimoniare l’impossibile che Dio rende possibile. Anche questo rende la comunità cristiana una realtà nuova: non si limita a quei calcoli umani che nascono dal buon senso comune, ma si fida dell’incredibile. In questi giorni sento spesso delle interpretazioni del messaggio natalizio che mi paiono solo la traduzione in augurio di quel minimo comune sentire intorno alla bontà, alla pace e alla gioia, che non ha bisogno di scomodare Dio. Il Natale è un evento incredibile: Dio che entra nella storia. Noi lo crediamo possibile e viviamo di conseguenza. Don Battista Rinaldi
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