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Vivere a fisarmonica

CULTURA E SPETTACOLO - 02 12 2020 - Ezio (Méngu)

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Da “Fisarmoniche Valtellina“

Novella di Filippo al tempo del coronavirus

 

Nella baita dei quarantenanti parlò Filippo, studente in filosofia. Disse con tono calmo e risoluto: “A causa di questa pandemia e del nostro modo di vivere postmoderno, super dinamico e cibernetico, ora dobbiamo rassegnarci per un lungo tempo a vivere a “fisarmonica.”  A “ fisar…. chè ? “ disse a bruciapelo Lorenza, con una smorfia di meraviglia. Replicò  Filippo: “ hai capito bene, a fisarmonica o se meglio credi a “   Stop and Go ” . Lorenza, hai mai visto suonare la fisarmonica ? Se vuoi aria nel mantice devi allargarla e poi stingerla con le braccia, solo cosi emette le note. E sulle autostrade non ti è mai  capitato di viaggiare a “ Stop and Go “ nei momenti di grande traffico.? Vai veloce per un tratto  e per quel tratto viaggi bene, poi di colpo trovi coda a causa di non so che cosa,  rallenti o ti fermi . Poi ecco che tutto si sblocca e di nuovo tutti viaggiano veloci e sembra di volare, poi ecco altra coda, altri rallentamenti e così via andare.  E’ un procedere a fisarmonica. Così  sarà in futuro il nostro modo di vivere a causa della pandemia dilagante di coronavirus e di altri accidenti ora impensabili. Vi saranno tempi in cui tutto filerà liscio e poi tempi in cui ci saranno altri disagi generali. E sono proprio nei momenti di crisi generale dove le difficoltà sembrano insopportabili che occorre avere la solidarietà generale, i nervi saldi per poi ripartire con successo. Questo tempo di pandemia dilagante è un tempo in cui siamo tenuti a freno da disposizioni governative che non ci fanno certo piacere. Molti mugugnano per il modo di circoscrivere la pandemia obbligando a chiudere attività e ridurre la libertà personale. Molti preferirebbero il “ liberi tutti “ in ogni campo, come se nulla fosse successo. E’ chiaro ! Questo è il vivere che ci piace,  piace a tutti , giovani e vecchi, poiché  tutti ne traiamo vantaggio, ma quando capita un inghippo, una malattia, una pandemia generale o una guerra  occorre fermarsi e riflettere. Conviene tenere in conto più la salute o il danaro ? E’ difficile arrivare ad una soluzione. C’è chi riterrà che è meglio badare alla borsa, poiché la nostra società è fondata sul danaro. Se non hai danaro sei come una macchina senza benzina e se ti mancano le comodità che in questi anni ti hanno previlegiato e fatto vivere una vita agevole ti senti frustrato, insoddisfatto. Per di più siamo abituati a vivere in una società integrata e fatta da una infinità di intrecci e di dipendenza dove basta interrompere qualche catena che il sistema non funziona più o perlomeno va in affanno.  Ragion per cui nel caso di catastrofi naturali o di quelle procurate dall’uomo, ritirarsi nel proprio guscio per difendersi  o proteggersi significa andare incontro a disastri ancora maggiori. Allora che fare ? Nel caso di questa pandemia c’è chi preferisce tirare diritto per la sua strada, pur sapendo che vi saranno sofferenze e danni. Preferiscono continuare la loro corsa, badando all’economia o se volete al PIL.  Il detto :  “ mort tua,  vita mea “  ci insegna molte cose. Con questo andazzo, cioè negando o sottovalutando i mali dilaganti, saranno i più deboli economicamente e fisicamente della popolazione che pagheranno il prezzo maggiore. Non dobbiamo farci troppe illusioni. Viviamo in un sistema dove gli interessi economici precedono  molte volte quelli della salute. Il vivere in modo “cristiano”,  anche se  sovente è sulla bocca di molte gente, solitamente emerge in pochi casi. Chi ha il potere e la ricchezza difficilmente se ne priva se non è obbligato con la forza. Temo che il nostro modo di vivere il futuro sarà in molti casi con andamento a “ fisarmonica” dettato da compromessi che difficilmente possiamo immaginare.  Quel “ crescete e moltiplicatevi “ detto a suo tempo dal Creatore dovrà essere rivisto poiché dobbiamo pensare che non è da folli prevedere, a causa del selvaggio sfruttamento delle risorse della terra, che un domani prossimo,  per sopravvivere, si dovrà portare sempre la mascherina e sulle spalle un depuratore con filtro d’aria a causa dell’inquinamento atmosferico. Già oggi ,se tutta la popolazione mondiale volesse vivere come si vive  negli stati di benessere, il nostro globo non basterebbe più,  ma ne occorrerebbero tre. E che dire delle migliaia di persone che posseggono più ricchezza della popolazione rimanente ? Credete  voi che questi signori siano benevolmente disposti a concedere parte delle loro ricchezze alla popolazione povera? Forse si, ma capiterà quando un pezzo di pane  e un sorso d’aria pura varrà più del denaro. I ricchi saranno gli ultimi a morire di fame e d’altri mali , con buona pace della eguaglianza e della fratellanza.”  

 

Ezio (Méngu) 

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