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Ciò che è difficile non è impossibile

ECONOMIA E POLITICA - 27 02 2023 - Ezio (Méngu)

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/Un datato gruppo idroelettrico di produzione ( Turbina- Alternatore )
Un datato gruppo idroelettrico di produzione ( Turbina- Alternatore )

Non saltiamo a piè pari questo articolo perché potrebbe apparire tecnico ma non lo è. Nemmeno è ostico come un cactus in gola, ma dovrebbe essere una lampadina che si accende nel cervello. Non siamo prevenuti, non torciamo il naso e diciamo che non è più possibile e conveniente ottimizzare la produzione di energia idroelettrica con ammodernamenti d’impianti in Valtellina. Credo si possa dire che l’azione di revamping, cioè quel procedimento tecnico che prevede le azioni di ottimizzazione e ammodernamento dell’impianto, o anche il cosidetto repowering  per il potenziamento dell’impianto senza agire nella sua interezza sia ancora possibile su alcuni nostri impianti datati.

 

Queste azioni sugli impianti hanno in genere un costo importante, ma anche un ritorno economico e un aumento in sicurezza e affidabilità. Due banali esempi: immaginate la vostra vecchia lavastoviglie di venti anni che consumava per un ciclo di lavaggio 2,5 – 3,0 Kwh e ora il consumo è sceso sino a 1,2 a 1, 8 Kwh e la quantità di acqua necessaria per un ciclo di lavaggio era di circa 45 litri ora è invece di 25 litri! Immaginate le vecchie lampadine a incandescenza da 60 W (che consuma esattamente 60 W), una lampadina led che produce esattamente la stessa luce ne consuma solo 5 W. Il risparmio di energia è di circa il 90 % e in più le lampadine a led possono durare fino a 5.000 ore! Potremmo discutere ore e ore sul progresso che ha fatto la tecnologia per farci risparmiare energia a parità di prestazioni.

 

Ora diamo un’occhiata di massima alla vetustà dei nostri impianti idroelettrici in Valle.  Sono certo che coloro che stanno leggendo e hanno i capelli grigi sono molto più giovani di quasi la totalità di questi impianti che hanno egregiamente funzionato e dato un notevolissimo vantaggio economico alla nostra Valle e all’intero paese Italia. Moltissimi di questi impianti idroelettrici hanno in media oltre i settanta anni, così pure le loro opere accessorie.

 

Sia chiaro, non è che questi impianti una volta costruiti molti anni fa non siano stati mai ammodernati. Man mano che la tecnologia lo permetteva si aggiornavano quel tanto per garantire la loro sicurezza e la loro funzionalità. Molte società che li hanno gestiti hanno fatto tutto ciò che era possibile per diminuirne il degrado non lasciandoli andare alla deriva, naturalmente anche per trarne un giusto utile e soprattutto nel rispetto di leggi e normative che ne garantivano la loro sicurezza. Va da sé che quando un macchinario diventa obsoleto e usurato è conveniente rammodernarlo spingendosi fin dove la tecnica di revamping lo consente; oltre a questi limiti conviene sostituire completamente l’impianto con l’obiettivo di ottenere anche un aumento di produzione di energia idroelettrica.

 

E’ il caso di quando si sostituiscono interi gruppi di produzione quali alternatori, turbine, trasformatori, condotte forzate, cabine elettriche, ecc.. .tenendo ancora validi gli invasi di accumulo e magari aumentando se ciò è possibile e conveniente la raccolta acqua nell’originale bacino imbrifero con nuovi canali e prese.

 

Oltre non si può fare! E tutto questo va bene finché la pioggia mantiene il suo ritmo più o meno regolare, ma quando come in questi ultimi tempi la poggia si fa scarsa e diminuisce sino a mancare per una alta percentuale della normale piovosità fino a mettere in crisi i raccolti, la situazione si fa grama. Non  solo per la perdita di  produzione di energia idroelettrica ma per una infinità di altre cose. L’acqua nelle centrali idroelettriche è come la benzina in un serbatoio di un auto. Niente benzina, niente spostamenti. Niente acqua in diga, niente energia elettrica.

 

E allora? Allora occorre attaccarci al “Santo Risparmio “d’acqua in tutti i modi possibili. Tralasciamo per ora tutte le infinite vie che possiamo usare e che difficilmente usiamo per risparmiare il prezioso e vitale liquido, non di certo per mancanza di buon senso, ma per far fronte alle nostre comodità e pochi vogliono fare un passo indietro. Rimaniamo sul tema dell’idroelettrico, ora proviamo a pensare al “riciclo “ di acqua per trarre energia. Pensiamo al ciclo produzione / pompaggio acqua, ovvero a quegli impianti che permettono ora rendimenti di circa 80 % nel pompaggio con vantaggi innegabili, tant’è che si potrebbero chiamare centrali di accumulo di energia. Queste centrali servono particolarmente e sono pronte come Ringo nello sfoderare potenza nei momenti di punta, o immagazzinarla quando v’è un forte surplus di energia diurna come nel “solare”,  o fornirla in quegli orari dove l’energia ha maggior costo e, anche nel caso importante  meramente tecnico quando occorre un bilanciamento della rete per la regolazione di frequenza e tensione.

 

A miei tempi di questi impianti si diceva: sono oro alla Patria ! Nel limite del possibile ogni gestore d’impianto idroelettrico, si studi le possibili soluzioni di revamping o repowering  nella propria area di concessione poiché io credo che ogni goccia d’acqua risparmiata sia guadagnata per sé e per gli altri. Non diamo sempre la colpa alla natura dicendo che invece di essere “benigna “ è diventata nostra “ matrigna “.  Forse i “piranha “ siamo noi. L’oro bianco c’è ancora tra le nostre montagne se cerchiamo di ottimizzare ciò che abbiamo, agendo con la buona tecnica poiché ciò che a noi a volte appare difficile, non è impossibile. Pensiamo alle fatiche dei nostri vecchi e noi (… e altri fuori Valle ) che finché abbiamo potuto godere la polpa l’abbiamo goduta e, in questi momenti di penuria d’acqua  e di produzione idroelettrica, è giusto rosicchiarsi,  con criterio,  anche le ossa. 

 

Ezio (Méngu)  

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