Concessioni idroelettriche, Crosio: Cresce l'interesse straniero, la sfida si sposta in Europa
ECONOMIA E POLITICA - 10 10 2024 - Redazione
Il tema delle concessioni idroelettriche lombarde si trova al centro di un acceso dibattito politico, con crescenti preoccupazioni legate alla possibilità che asset strategici del settore energetico finiscano sotto il controllo di multinazionali straniere. A lanciare l’allarme è Jonny Crosio, ex parlamentare di Fratelli d’Italia, che da tempo segue la questione idroelettrica in Italia. Crosio ha commentato la situazione in un contesto particolarmente delicato: il 18 ottobre scadranno infatti i termini per le prime due gare di concessioni idroelettriche in Lombardia, relative agli impianti di Codera Ratti-Dongo (19 MW) e Resio (4 MW), attualmente gestiti rispettivamente da Edison e A2A. Secondo le informazioni riportate dal Sole 24 Ore, tra i gruppi interessati alla gestione di queste concessioni ci sarebbero la società ceca Eph, attiva in Italia tramite Ep Produzione, e l'azienda svizzera Bkw, già presente con 50 centrali idroelettriche tra Svizzera e Italia. Anche il gruppo australiano Macquarie, che di recente ha venduto la sua quota in Hydro Dolomiti Energia, potrebbe essere tra i potenziali candidati. La preoccupazione principale, espressa da Crosio, riguarda il rischio che le dighe possano passare sotto il controllo di aziende straniere, compromettendo un settore strategico per l’Italia. "Il rischio di vedersi scippare le dighe, magari da grandi multinazionali straniere, è sempre più concreto", ha dichiarato. A rendere più complessa la situazione, il fatto che l’Italia sia l’unico Paese in Europa ad aver bandito gare per il rinnovo delle concessioni idroelettriche scadute, con la Lombardia come unica regione ad aver effettivamente avviato il processo. Friuli Venezia Giulia e Piemonte, per esempio, non hanno ancora adottato misure simili, preferendo percorsi differenti. Crosio ha sottolineato come la partita decisiva si giochi a livello europeo. Il tema del rinnovo delle concessioni è legato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che impone gare pubbliche per l'assegnazione delle concessioni scadute. Questa norma rappresenta un'anomalia nel contesto europeo, dove altri Paesi non hanno l'obbligo di mettere a gara gli impianti idroelettrici alla scadenza delle concessioni. La questione è quindi cruciale non solo per il controllo del settore idroelettrico, ma anche per il mantenimento della sovranità energetica nazionale. Sul piano politico, il ministro per l'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha sollecitato l’avvio di un negoziato con l’Unione Europea, che potrebbe portare a una revisione delle regole attuali. Tra le possibili alternative vi sono il project financing pubblico-privato, una gara aperta a soggetti nazionali e stranieri, o la costituzione di società miste pubblico-private, modelli già adottati in altre regioni italiane. Tuttavia, secondo Crosio, la priorità dovrebbe essere quella di difendere l’interesse nazionale evitando che il sistema energetico italiano venga condizionato da decisioni prese in passato "con troppa leggerezza".
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