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I "si" e i "no!” detti a ragion veduta - Parte settima

ECONOMIA E POLITICA - 10 08 2023 - Ezio (Méngu)

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Oibö la dìcc l’Amilcare, togliendo il cappello dalla  testa e gettandolo contro il traliccio: prima i éra 25. 000 m2 ilò àla Ganda e ades 80.000 m2 giù  per la piana dei Chiari?  (prima erano 25.000 m2 giù alla Ganda e ora  80.000 m2  giù alla piana dei Chiari ?  Come poter dar torto a Amilcare che sibila sottovoce vocaboli che non si possono scrivere? Riavutosi dallo “ stress” mi ha chesto: Cùma l’è stacc ? (Come è successo?)

 

Amilcare è qui che ti volevo  ! Ora ti spiego per filo e per segno.

Alcuni anni fa, era già nato il problema di spazio nella zona della Ganda da dedicare alla sottostazione, poiché quella zona doveva essere, in prospettiva, dedicato a nuovi progetti quale la tangenziale di Tirano e la futura ferrovia Tirano- Bormio.

Si era dunque pensato, dopo alcune concertazioni di Terna con il Comune di Villa di trovare uno spazio circa di 25-28.000 m2, simile a quello dell’accordo di Programma  del 2003 non più nel Comune di Tirano ma in quello di Villa di Tirano. Lo spazio allora era forse stato trovato. Purtroppo con le concertazioni del 2019 –2021 tra i vari Enti interessati, la società Terna ha presentato un nuovo progetto.

 

Il progetto nuovo portava problematiche di suolo: la nuova sottostazione ora non era più di circa 25.000, ma da 80.000 m2 e ubicata nella piana dei Chiari e non più nel comune di Tirano. La sottostazione a 380 kV non appariva più un Entra e Esci a 380 kV, con una linea che arrivava da Robbia, una che partiva per S. Fiorano e una altra per Venina. La sottostazione denominata “ Poschiavino “   contemplava anche la posa di  trasformatori 380/ 220 kV. In parole povere, le linee a 220 kV che partivano da Grosio ora venivano fatte partire da Villa di Tirano. In più la sottostazione era equipaggiata anche con due grosse reattanze per compensare la capacità delle due linee in cavo a 380 kV che dalla sottostazione di Grosotto giungevano alla cabina di transizione di Mazzo / Tovo.

 

Per i cittadini di Villa di Tirano il progetto occupava una spazio esagerato di terreno coltivato nella Piana dei Chiari . Da queste tematiche è nato un Comitato di cittadini, denominato “ Amici dei Chiari “contestando soprattutto la soluzione di costruire sul suolo del comune di Villa di Tirano in contrasto con l’Accordo di Programma del 2003 che la prevedeva nella zona del Comune di Tirano .

 

L’azione del Comitato degli Amici di Chiari era dunque, a mio avviso, giustificato. Il 14 gennaio 2022 sono state sentite le osservazioni dei cittadini di Villa di Tirano. Si è subito attivato il Comitato denominato” Amici di Chiari”  coordinato dall’architetto Fulvio Santarossa , che si è prodigato con studi, redigendo relazioni, proposte e disegni, per poi concertare il tutto con Terna, Regione e Comuni  una soluzione allo scopo di ridurre lo spazio occupato dalla sottostazione, soprattutto tenendo conto degli impatti ambientali della linea 380 kV transitante nel tiranese, proponendo soluzioni in cavo e in particolare proposte che occupavano aree residuali  della tangenziale e del futuro passaggio ferroviario della linea Tirano- Bormio. Mantenendo, nelle soluzione proposte, l’accordo di programma del 2003 che prevedeva la costruzione della sottostazione nella zona del Comune di Tirano ( La Ganda ).

 

Descrivere lo sforzo tecnico e collaborativo del “ Comitato “ Amici di Chiari, con Terna e le concertazioni con Regione, Provincia, Comuni, con uno scritto in questo articolo farebbe girare la testa a uno stambecco su una cresta di montagna . Per chi vuole sviscerare l’argomento l’architetto Santarossa ha redatto un opuscolo di 22 pagine che spiega per filo e per segno gli avvenimenti e le concertazioni tra il Comitato “ Amici di Chiari “ , Terna e Enti interessati fino ad ora. 

 

Il risultato è stato notevole: dalla iniziale proposta di Terna con sottostazione nella piana di Chiari che occupava lo spazio di circa 80.000 m2 si è giunti a circa 40.000 m2 e a lavoro conclusi, cioè con solo le linee 380 kV in servizio e, dopo lo smantellamento definitivo delle linee 220 kV. si potrebbe scendere a circa 30-35.000 m2 . Ma un imperativo persiste ancora da parte del Comitato “ Amici di Chiari”   ! La sottostazione deve essere fatta possibilmente e a ragion veduta  nella Zona Giustizia e non nella Piana di Chiari.

 

L’amico Amilcare per tutto questo tempo di spiegazione è stato in silenzio e ha prestato una attenzione incredibile forse anche interessata. Con voce calma come quella di un prevosto sbuffa: “per decìd fò la questiun ‘l sarès sùbit facc, se sa garés li misüri precisi de tüti li ròbi che ‘sgà mèt in ‘n chèl situ. ( per risolvere la questione sarebbe subito fatto , se si avessero le misure precise di tutte le cose che si metteranno in quel sito “ . Conosci realmente lo spazio a disposizione per ubicare la sottostazione? Quando sei costretto a lavorare  in un luogo ristretto come la zona Giustizia e devi farci” star dentro”  il tracciato della nuova Tangenziale, il tracciato della ferrovia in Progetto Tirano- Bormio e la sottostazione a 380/ 220 kV con il relativi collegamenti alla linea 380 kV e 220 kV esistenti e per giunta devi rispettare i vincoli di distanza dal Fiume Adda e da fabbricati civili, a parer mio , è come andare dal sarto a farsi fare un vestito su misura. Più semplice è progettare e decidere in una zona vasta come quello della piana dei Chiari. Lì il problema di spazio non esiste poiché la nuova sottostazione ha tutti i lati liberi da vincoli e spazi estesi e una eventuale modifica o aggiunta di apparecchiature non porta problematiche. Prima di decidere in luoghi ristretti, a mio parere, occorre avere l’intero progetto in mano poiché è facile scavarsi la” fossa “per svarioni dovuti a imprecisione. Ricordati che il progresso ha sempre bisogno di spazi nuovi, te lo dimostra la conca di Tirano che è piena di costruzioni come un uovo.

 

Rispondo:  Ueila  Amilcare ti ha forse ispirato lo Spirito Santo ? Hai parlato bene, però ora  in conclusione dimmi  “ Sì o No” secondo la tua ragion veduta dove costruiresti la sottostazione? Nella zona della Giustizia o nella Piana dei Chiari ?  Mi risponde con il sorriso mefistofelico: “” , per il momento per la piana del Chiari per i motivi che ti ho detto e tu come la pensi?

 

A questo punto, per dignità, sono anch’io costretto a dire un Si o un No a ragion veduta sulla questione.

Un Si lo dico con determinazione: la sottostazione è necessaria e deve essere fatta per  proseguire la Razionalizzazione delle linee e quindi per il recupero di suolo prezioso togliendo centinaia e centinaia di tralicci delle linee 220 kV. Poi anche per la cosidetta “ transazione energetica “  dove le potenze in gioco sulle linee da trasmettere in un prossimo futuro saranno elevate e anche per i futuri impianti di pompaggio che potrebbero nascere in Valtellina e in Valposchiavo dato il cambiamento climatico. Non da ultimo, eliminando tralicci si toglieranno molteplici impatti ambientali e si avranno meno inquinamento elettromagnetico. A mio avviso la razionalizzazione delle linee 220 kV dovrebbe essere completata in tempi brevi. 

 

Un  Si lo confermo anche in relazione all’ottimo risultato operativo di Terna con il prezioso lavoro fatto dal “ Comitato Amici di Chiari “ che ha ottenuto, disquisendo tecnicamente e su disegni, una riduzione di spazio della sottostazione da 80. 000 m2 a 40.000 m2 e a circa 35.000 m2 a termine Razionalizzazione linee.

 

Per il mio interrogativo posto a Amilcare, dirò che l’amico non ha torto quando dice di approvare una soluzione, solo a ragion veduta. Decidere di ubicare la sottostazione in un luogo “ ristretto “ lo si può fare solo con progetto particolareggiato dove tutte le opere sono state decise. Diverso è la decisione di ubicare la sottostazione nella piana dei Chiari poiché in quel sito non vi è problematica di spazio, ma solo di opinioni. Io credo che sia possibile decidere con un dibattito tra le parti quando tutto appare chiaro e stilato su progetto, poi se qualsiasi Ente o Sindaco o Comitato si pone contrario alla ragion veduta , magari contagiato dalla sindrome di Nimby, non è di certo un buon Amministratore poiché rischia di mettere in stallo l’intero progetto. Il mio augurio che le concertazione tra Terna, Regione, Provincia e Comuni e altri Enti e Comitati interessati possa riprendere al più presto possibile.

 

Fine.

 

Ezio (Méngu)

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