Le tappe della guerra di Gaza dal suo scoppio ad oggi
ECONOMIA E POLITICA - 28 03 2025 - Redazione
Sebbene la guerra a Gaza, per la maggior parte delle persone, vede il suo inizio il 7 ottobre 2023, c’è molto altro prima di questa data storica. Il conflitto è infatti scoppiato dopo decenni di tensioni, rivalità e dispute territoriali che hanno lasciato cicatrici profonde tra Israele e Palestina. La mancanza di una soluzione, le dinamiche politiche locali e internazionali, l’ascesa di gruppi armati in contrasto con le autorità e le condizioni di vita precarie, sono poi state la scintilla che hanno scatenato quella che oggi conosciamo come guerra a Gaza, uno degli eventi più drammatici del panorama geopolitico contemporaneo. In questo articolo proviamo a fare il punto, andando a illustrare le tappe principali e le prospettive per il futuro. Prima di raccontare la giornata che ha dato inizio a tutto, cerchiamo di fare una panoramica degli schieramenti protagonisti della Guerra di Gaza. Da un lato Hamas, un’organizzazione palestinese estremista di matrice musulmana decisa a distruggere Israele per sostituirlo con uno Stato islamico. Dall’altro, lo schieramento israeliano, con forze armate e di sicurezza impegnate a difendere il territorio. Il 7 ottobre 2023 Hamas ha lanciato un duro attacco contro Israele, andando a sfondare le barriere costruite intorno a Gaza e compiendo distruzioni, violenze e stragi di civili. Immediata la risposta israeliana, che ha avviato l’operazione “spade di ferro” con attacchi su larga scala da parte dell’esercito e ha imposto un blocco totale che ha riguardato anche l’accesso umanitario in soccorso delle vittime. A questi primi giorni di conflitto ne sono susseguiti altri, con un’escalation di violenza che ha portato a una guerra su larga scala. Bombardamenti aerei e incursioni terrestri hanno causato ingenti danni alle infrastrutture, mentre attacchi e stragi hanno provocato un numero di vittime civili sempre più drammatico, segnando quella che è ormai famosa come la più grave emergenza umanitaria della storia. Durante i primi mesi del 2024, il conflitto ha raggiunto il suo apice, con l’intensificazione delle operazioni militari e la totale mancanza di comunicazione per provare a raggiungere un accordo di fermate il fuoco che ha reso vani gli sforzi di mediazione internazionale. Verso la metà del 2024 il mondo ha assistito a vari tentativi di negoziazione, mediati da organizzazioni internazionali e alcuni governi neutrali, con l’obiettivo di mettere immediatamente e rapidamente fine al conflitto di Gaza. Il risultato sono stati solo brevi periodi di tregua e la riapertura degli aiuti da parte delle Organizzazioni Umanitarie, ma nulla di più duraturo o definitivo. La Guerra di Gaza è infatti proseguita a ondate, segnando nuove vittime e portando l’emergenza umanitaria a livelli critici. Questo ha provocato una reazione internazionale forte, con richieste di intervento immediato per fermare le ostilità e proteggere i civili. All’inizio del 2025 il conflitto continua e non è ancora giunto a una soluzione definitiva, anche se c’è un barlume di speranza all’orizzonte. Il 19 gennaio è infatti entrato in vigore l’accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele in tre fasi. Queste prevedono inizialmente uno stop temporaneo alla guerra e uno scambio di ostaggi e prigionieri, ma anche il ritiro parziale delle forze israeliane e l’ingresso di aiuti umanitari in Gaza, per poi proseguire con il cessate il fuoco permanente e la ricostruzione della Striscia. Seppur fragile e con enormi dubbi su una reale riconciliazione definitiva, dopo 15 mesi di guerra questo accordo rappresenta un primo passo per creare condizioni di fiducia e aprire la strada a un accordo più stabile.
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