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"Uniti per l'Idroelettrico": La risposta dei territori montani

ECONOMIA E POLITICA - 30 12 2024 - Redazione

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In una lettera aperta firmata dall'aostano Ezio Roppolo, portavoce del Coordinamento Nazionale dei Comitati Locali dei Territori Montani per l’Idroelettrico Trasparente e Sostenibile, emerge una dura critica alle grandi imprese del settore idroelettrico e alla loro recente campagna di comunicazione. Il Coordinamento rappresenta le voci di numerosi territori montani, da Sondrio a Pordenone, da Chieti ad Aosta, che si oppongono allo sfruttamento indiscriminato delle risorse idriche locali.

La critica del coordinamento

La lettera aperta denuncia come, da oltre un secolo, gli impatti ambientali e socio-economici dell’impiantistica idroelettrica siano stati trascurati. Un esempio citato è il drastico calo della popolazione montana, che si è dimezzata nel periodo in cui l’idroelettrico si è sviluppato intensamente. La popolazione nazionale, invece, è cresciuta del 50% nello stesso arco di tempo. Questo declino demografico è attribuito all’industrializzazione delle valli montane, che ha privilegiato gli interessi economici di poche grandi aziende a discapito delle comunità locali.

La libertà di espressione in Italia

Roppolo sottolinea la difficoltà di far sentire la propria voce in un contesto mediatico dominato dalle grandi imprese. L’Italia, nota per le sue posizioni di retroguardia nella classifica della libertà di stampa, offre scarsa visibilità alle istanze dei piccoli gruppi e delle comunità locali. Secondo il Coordinamento, i media mainstream tendono a soddisfare le esigenze degli imprenditori più potenti, marginalizzando le voci dissenzienti.

Gli antefatti

La lettera ripercorre la storia della privatizzazione delle infrastrutture idroelettriche in Italia, iniziata circa un quarto di secolo fa. Questo processo ha portato alla distribuzione del quasi-monopolio dell’Enel tra una decina di aziende, tra cui A2A, Iren, Acea ed Edison. Queste imprese, secondo il Coordinamento, stanno ora cercando di mantenere le loro posizioni di rendita evitando la concorrenza attraverso una serrata campagna di lobbying e pubbliche relazioni.

Le concessioni e le gare

Le concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche, che avrebbero dovuto essere messe a gara, sono state continuamente prorogate. Tuttavia, entro il prossimo decennio, queste concessioni dovranno essere ridiscusse. La Lega, durante il suo governo con il Movimento 5 Stelle, ha trasferito alle Regioni la competenza sulle gare di rinnovo, complicando ulteriormente il quadro per gli Operatori.

Le opinioni del coordinamento

Il Coordinamento ritiene che se l’idroelettrico fosse davvero strategico per l’interesse nazionale, l’unica soluzione percorribile sarebbe la rinazionalizzazione degli impianti. Tuttavia, nonostante l’importanza del settore, i dati indicano che il valore aggiunto generato dall’idroelettrico è ben superiore ai 2 miliardi di euro annui dichiarati dagli Operatori, arrivando invece a circa 6 miliardi. Questo rende inverosimile la richiesta di prolungare le concessioni a 40 anni o più.

Conclusioni

La lettera si chiude con un invito al confronto e alla verifica delle affermazioni degli Operatori. Il Coordinamento offre la propria esperienza alle Regioni che dovranno gestire le gare di rinnovo, per evitare che gli interessi dei territori montani siano subordinati a quelli delle grandi imprese.

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1 COMMENTI

30 12 2024 09:12

Méngu

E' interesse della Valle, affinchè gli impianti idroelettrici, lascito dei nostri padri, e eserciti dai Concessionari, siano mantenuti in perfetta efficienza, sicurezza e continuamente rimodernati con le moderne tecnologie. Le dighe garantiscono la laminazione delle acque e salvano il territorio dalle piene improvvise, garantiscono energia elettrica all'intera nazione con energia pulita e , mantengono un equilibrio , se esercite con giusto sapere, un benessere lavorativo e manutentivo e abitativo della montagna. Spesso le nostre dighe e i relativi impianti idroelettrici vengono, nell'immaginario collettivo, viste come le " cenerentole " di Valle , belle da vedersi, panoramiche, grandiose da stupire e ornamento del terittorio. Ma non soltanto questo. Esse sono le nostre miniere dalle quali scaturisce l'oro " bianco " , nostro patrimonio di Valle che con il sacrificio dei nostri vecchi, con il loro magistrale lavoro hanno dato anche la Vita e la loro salute per realizzarle. Che l'anno 2025 sia un anno dedicato a far conoscere questo grande patrimonio per trarne il giusto godimento.