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VOLONTARIATO: 113.000 € E NOVE PROGETTI PER LA PROVINCIA DI SONDRIO

SCUOLA - 02 10 2014 -

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Sono nove i progetti della provincia di Sondrio che riceveranno il finanziamento sul Bando Volontariato 2014 per un totale di 113.066,33 euro e una valorizzazione del volontariato che se si trasformasse in ore di lavoro ammonterebbe a 73.960 euro. I bandi finanziati dalla Commissione Regionale per la Progettazione Sociale in Lombardia – composta da rappresentanti di Fondazione Cariplo, CSVnet Coordinamento dei Centri di Servizio per il Volontariato della Lombardia, Comitato di Gestione per il fondo speciale per il volontariato in Lombardia, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Forum Terzo Settore della Lombardia e Con.vol. – sono un’importante occasione di sostegno alla comunità tesa a promuovere forme innovative di cittadinanza attiva, sperimentare modalità nuove di coinvolgimento della società civile, il profit, le associazioni di categoria e mettere in campo piccole esperienze per provare a contrastare la crisi economica in atto. I 9 progetti diffusi sull’intera provincia di Sondrio saranno realizzati da ottobre 2014 a dicembre 2015 e consentiranno di:
  1. sperimentare corsi di professionalizzazione destinati a migranti e italiani nel settore agricolo, viticolo, e sostenere donne in difficoltà fuoriuscite dal mercato del lavoro o mai entrate attraverso la sperimentazione di uno spazio di socializzazione e professionalizzante di sartoria creativa attraverso logiche del riadattamento di abiti vecchi e riciclo e riuso creativo di materiali di scarto, in collaborazione con negozi, cooperative sociali di tipo B, associazioni di categorie. Chi e dove: 3 progetti con capofila le associazioni Dukorere Hamwe, Agenzia per la pace e WWF che si realizzeranno sui mandamenti di Sondrio e Chiavenna;
  2. realizzare iniziative efficaci e innovative di supporto e di sensibilizzazione al disagio psichico giovanile con laboratori di danza, musica, pittura… Chi e dove: un progetto con capofila associazione Navicella, distretto di Morbegno;
  3. dare continuità alla tradizione dell’Alta Valle di connubio tra sport e disabilità consentendo a un numero sempre maggiore di ragazzi di praticare sport, promuovere la cultura dell’accessibilità in montagna, consentendo ai disabili di frequentare e conoscere ambienti montani e naturali, apprezzandone le varie tipicità.  Chi e dove: 2 progetti con capofila il Coordinamento Famiglie Disabili (CFD) e il Gruppo familiari beta-sarcoglicanopatie (GFB) che si realizzeranno in Alta Valle e nel distretto di Morbegno;
  4. coinvolgere tutte le famiglie che in provincia si sono rese disponibili all'affido attraverso laboratori di espressività per i figli naturali, e i genitori affidatari e la collaborazione con le scuole come luogo privilegiato di socializzazione. Inoltre intende sensibilizzare la comunità per creare una rete di condivisione e di sostegno composta da nuovi volontari. Chi e dove: un progetto con capofila Una famiglia per l’affido, Sondrio;
  5. promuovere il volontariato a favore della vita e della famiglia in difficoltà, in un’ottica di valorizzazione del concetto di comunità locale come famiglia allargata solidale, accogliente e intessuta di relazioni di "stretta vicinanza"attraverso forme di “affido leggero”. Chi e dove: un progetto con capofila Centro di Aiuto alla Vita di Morbegno, distretto di Morbegno;
  6. coinvolgere le nuove generazioni e del mondo della scuola sul tema della malattia oncologica infantile valorizzando le loro competenze per favorire lo sviluppo di relazioni tra le famiglie, tra i giovani studenti e coloro che vivono un momento di sofferenza. Attraverso lo strumento del racconto e della creatività si indurranno le nuove generazioni a riflettere intorno al tema della malattia. Chi e dove: un progetto con capofila Univale, mandamenti di Sondrio e Morbegno.
Di seguito trovate un elenco con l'organizzazione capofila, il titolo e una breve presentazione dei progetti che saranno finanziati in provincia di Sondrio: 1. Agenzia per la Pace SKARTORIA. TESSERE RELAZIONI PER GENERARE OPPORTUNITÀ Il progetto intende attivare una rete tra associazioni, scuole, enti pubblici, mondo imprenditoriale e semplici cittadini, per aiutare le donne prive di un lavoro, immigrate e non, ad acquisire una progressiva autonomia socio-economica. Le destinatarie sono donne con difficoltà sociali (situazioni familiari complesse, difficoltà di tenuta lavorativa) e con competenze minime sartoriali/manuali. Il percorso prevede: una formazione finalizzata a trasmettere competenze semplici e complesse di tecniche di cucito e a un loro utilizzo creativo; un “accompagnamento sociale” volto a creare uno spazio di integrazione e di inizio di “emancipazione” delle partecipanti dal ruolo di “utenti con poche risorse”, a quello di protagoniste di cambiamento e apportatrici di competenze spendibili; un’attività di marketing sociale per sensibilizzare la cittadinanza all’iniziativa, favorire la partecipazione delle donne interessate alle attività di worcafè e individuare possibili sbocchi occupazionali per le partecipanti al corso di sartoria. 2. Centro di Aiuto alla Vita di Morbegno COMUNITÀ ACCOGLIENTE: UNA FAMIGLIA ALLARGATA A SOSTEGNO DI MAMME IN SITUAZIONI DI FRAGILITÀ Il progetto intende promuovere il volontariato a favore della vita e della famiglia in difficoltà, in un’ottica di valorizzazione del concetto di comunità locale come famiglia allargata. Il Cav di Morbegno gestisce dal 2010 un appartamento sul territorio a disposizione di nuclei familiari mamma-bambino, anche di origine straniera, per i quali sono previsti percorsi di superamento delle difficoltà ed il raggiungimento dell’autonomia. L’associazione prosegue inoltre la storica attività di sportello di ascolto dal 2001. Un focus del progetto sarà il coinvolgimento della comunità locale attraverso la costituzione di un gruppo di individui e famiglie volontarie (anche mamme con bambini) che possa essere aperto all’accoglienza (o a una sorta di affido “leggero”) dei nuclei presenti nell’appartamento o utenti dello sportello, supportandoli rispetto ad esigenze specifiche (ad es. cura dei bambini mentre le mamme sono alla ricerca del lavoro, supporto allo svolgimento dei compiti scolastici ecc.) in un rapporto di prossimità e vicinanza e di costruzione di relazioni significative a cui soprattutto le mamme sole con bambini sentano di poter far riferimento. Altro focus sarà il supporto da parte di volontari e di operatori qualificati (nel caso di situazioni familiari più complesse) alla rilettura dei progetti di vita delle donne e nell’affiancamento delle stesse all’emancipazione e all’autonomia, accompagnandole ai servizi del territorio, alla ricerca del lavoro, di un alloggio, nell’espletamento di pratiche burocratiche ecc.. Sono previsti momenti di formazione per i volontari. 3. Coordinamento Famiglie con Disabili Alta Valtellina LO SPORT È VITA Lo sport rappresenta un momento importante di socializzazione con gli altri, in cui le persone con disabilità diventano parte attiva ed integrante di un gruppo e in cui l’inclusione diventa reale e massima. Il progetto è centrato sull’attività sportiva strutturata per persone con disabilità, prevalentemente intellettiva/relazionale, grazie all’aiuto e alla collaborazione di giovani studenti degli istituti scolastici superiori di Bormio e associazioni sportive del territorio. Lo sport è un valido strumento per lo sviluppo di potenzialità individuali, l’incremento di capacità ed acquisizione di abilità, la valorizzazione personale. La pratica sportiva consente di sviluppare una maggiore autoconsapevolezza e rafforzare la fiducia nelle proprie capacità raggiungendo così più alti livelli di autonomia personale. Dopo la scuola dell’obbligo, il divario fra le possibilità d’inclusione sociale dei giovani con disabilità intellettive/relazionali e quelle dei coetanei, si amplia considerevolmente. La collocazione in un territorio montano, dotato di strutture e risorse ambientali ideali, consente di organizzare attività diverse come: sci nordico e alpino, camminate su piste pedonali e sentieri montani con la tecnica di nordic walking, nuoto e acquaticità nella piscina termale di Bormio, bocce presso i bocciodromi di Bormio (coperto) e Valdisotto. Ogni attività potrà essere organizzata per tutte le persone disabili della zona, sia che vivano in famiglia, sia che frequentino i servizi per disabili o le scuole. Il supporto dei volontari, del CFD e delle altre associazioni della rete, sarà fondamentale. I volontari del settore bocce dell’USB (Unione Sportiva Bormiese) saranno impegnati negli allenamenti e nei tornei; quelli dell’AVIS collaboreranno per la parte organizzativa con servizi fotografici e di speaker; i volontari del gruppo “Amici dello Sport di Valdisotto” affiancheranno i gruppi nella pratica del nordic walking; i volontari di Handy Sport Livigno accompagneranno il gruppo degli “atleti speciali” nelle trasferte ai giochi Special Olympics nazionali e regionali. 4. Dukorere Hamwe "LIGHÈY! LAURÀ! AKAZI!". SVILUPPARE RETI E COMPETENZE PER IL LAVORO AGRICOLO IN PROVINCIA DI SONDRIO Il bisogno sul quale si intende intervenire è la difficoltà nella ricerca del lavoro. Il target specifico è dai 18 ai 35 anni, di provenienza migrante, di prima e seconda generazione. La ricerca positiva del lavoro passa da due dimensioni che si alimentano e sostengono vicendevolmente: le competenze specifiche e trasversali necessarie al lavoro da un lato, i legami comunitari-sociali, le conoscenze personali e del territorio dall’altro. Il progetto intende quindi operare rafforzando e integrando queste due dimensioni: sviluppando competenze teorico/pratiche, nello specifico ambito del lavoro agricolo locale e rafforzando il legame sociale e le relazioni tra gli abitanti e le persone con potenziale fragilità e a rischio marginalità. Il territorio provinciale ha una vocazione agricola con una forte componente qualitativa, in particolare nella viticoltura. Questo settore sembra essere in grado di garantire opportunità lavorative anche in assenza di competenze complesse e qualifiche formali. I partner di progetto hanno inoltre un significativo radicamento nelle comunità locali e possono attivare i propri associati e aderenti, così come le persone a riposo dal lavoro nelle comunità (agricoltori, viticoltori, vinificatori, ecc.) per assumere il ruolo di mentore nei confronti di giovani in cerca di occupazione e con limitate conoscenze del tessuto sociale e produttivo. L’idea è che, attraverso la costruzione e cura di legami diretti tra le persone, i volontari, i pensionati, i giovani migranti e le loro famiglie, si possa facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. L’intento è quello di aumentare le opportunità di lavoro per il target coinvolto, di offrire opportunità di protagonismo alle persone nelle comunità anche in ambito di terza età attiva e di rispondere al bisogno delle imprese di risorse umane competenti e motivate. 5. Gruppo familiari Beta-Sarcoglicanopatie onlus SPORT, AMBIENTE E DISABILITÀ Il progetto si propone di alleviare la famiglia anche nell’organizzazione del tempo libero, poiché spesso è il momento più difficile a causa delle scarse risposte fornite dal nostro territorio. I momenti liberi vengono assorbiti dalla cura del familiare disabile e si riduce o viene meno il tempo da dedicare alla coppia, ad altri figli e così la famiglia si sente completamente assorbita dalla problematica del familiare. Questo progetto opera nella zona della bassa Valle, intende ampliare l’adesione a iniziative ludico-ricreative sul territorio montano a famiglie nuove e, in particolare, a quei ragazzi disabili che non partecipano ad attività nel loro tempo libero e spesso rimangono nel loro ambiente domestico, uscendo solo per la frequenza dei centri diurni. Nello specifico questo progetto vuole offrire ai disabili la possibilità di conoscere la montagna, di poterla vivere e apprezzare con serenità, accompagnati dai volontari delle associazioni e dai loro familiari e amici. Le passeggiate in montagna saranno possibili con l’utilizzo di cinque particolari carrozzine, le trekking chair, già in dotazione delle associazioni. Inoltre il progetto intende promuovere la cultura dell’accessibilità e della disabilità nella comunità locale. Prevede la partecipazione a camminate e a feste paesane e organizza il ritrovo annuale delle famiglie del GFB Onlus. 6. Navicella CREA TU... LUOGHI DEL "FAREASSIEME" PER PROMUOVERE UNA COMUNITÀ ACCOGLIENTE E SOLIDALE Il progetto vuole dare continuità alle azioni di aiuto alle persone con sofferenza psichica e, ancora di più, incidere sull'ambiente sociale coinvolgendo nelle attività la rete formale e informale che può così diventare sia risorsa che destinataria degli interventi. Una problematica emergente nel territorio è la presenza di un disagio sommerso, la fatica ad “uscire allo scoperto”. L'esperienza dei Laboratori espressivi-artistici-musicali promossi da Navicella ha messo in luce come la prossimità rispettosa e creativa possa incoraggiare diverse persone a "uscire di casa". Occorre intervenire sul disagio prima possibile affinchè non si tramuti in disturbo persistente. Navicella ha raccolto dal territorio (insegnanti, operatori, associazioni) indicazioni relative a situazioni problematiche a livello della fascia pre-adolescenziale e dichiarazioni di interesse di ragazzi verso l'attività espressiva della Clownerie. La scelta associativa si è perciò indirizzata verso questa fascia d'età e verso l’utilizzo di tecniche clownesche e la realizzazione di laboratori grafico-pittorici per favorire momenti di aggregazione e supporto tra pari contrastando fenomeni di emarginazione ed esclusione sociale. Navicella ha scelto poi di valorizzare e sostenere il lavoro portato avanti dall'associazione “Genitori in rete”, che da alcuni anni realizza nelle scuole superiori percorsi di "prevenzione primaria" (lo star bene a scuola) e sostegno attraverso tecniche individuali e di gruppo indirizzate a studenti e genitori. Questionari, incontri di riflessione guidata, mutuo aiuto e tecniche di espressione creativa diventano strumenti di crescita umana, di riscoperta di sé, di socializzazione e di capacità di mettersi in gioco. Gli studenti dei licei di Morbegno saranno coinvolti nella preparazione di materiale divulgativo e nella partecipazione agli eventi di promozione del progetto sul territorio. 7. Una famiglia per l'affido AFFIDIAMOCI CON FIDUCIA E GENEROSITÀ Il progetto si propone di sostenere le famiglie affidatarie nel compito di amare, accogliere ed educare un minore che arriva da una situazione dolorosa e difficile. Attraverso uno spettacolo teatrale si vuole arrivare a coinvolgere tutte le famiglie che in provincia si sono rese disponibili all'affido e sensibilizzare la comunità per creare una rete di condivisione composta da amici e volontari. Le famiglie affidatarie verranno in seguito coinvolte in un percorso di formazione e degli incontri aperti di dialogo su alcune tematiche riguardanti l'affido per permettere il confronto tra le famiglie e una conoscenza sempre più approfondita di ciò che l'esperienza dell'affido comporta. Si vorrebbe inoltre cominciare a creare un linguaggio condiviso tra la famiglia affidataria e la scuola, dove spesso si individuano difficoltà, ponendo obiettivi raggiungibili per i minori in affido. Una parte del progetto è rivolta ai figli naturali delle famiglie affidatarie, che accolgono i minori in affido come fratelli, spesso non comprendendo appieno la scelta dei genitori e a volte con la difficoltà a ritrovare il proprio posto all'interno delle dinamiche famigliari. Per loro si è pensato a un laboratorio sulle emozioni, che permetta l'espressione di sè offrendo degli strumenti per ritrovare la propria famiglia. Infine l'associazione vorrebbe offrire ai minori in affido uno spazio di libera espressione attraverso la pittura nell'Atelier dell'Espressione, per esprimere le proprie emozioni e imparare a dar loro un nome in un contesto non terapeutico, e non giudicante. 8. Univale C'ERA UNA VOLTA... PER NON PERDERSI NEL BOSCO Dal 1990 Univale si occupa dei malati oncologici ed ematologici, prestando particolare attenzione ai pazienti più giovani. La patologia oncologica in età pediatrica interrompe la normale evoluzione del sistema in cui il minore è inserito. La famiglia, gli amici, i compagni di classe, gli insegnanti del paziente si trovano ad affrontare una situazione nuova, che mette in crisi le consuete modalità di rapporto. Il progetto intende aprirsi al territorio in un modo nuovo coinvolgendo la comunità locale e, in particolare, le nuove generazioni e il mondo della scuola. I giovani, infatti, sono potenzialmente sensibili al tema della malattia, consapevoli del fatto che può colpire i loro coetanei. Per favorire lo sviluppo di relazioni tra le famiglie, i giovani studenti e chi vive un momento di sofferenza si lavorerà sulla valorizzazione delle competenze e lo sviluppo della creatività delle nuove generazioni utilizzando lo strumento del racconto. In una prima fase saranno costituiti tre gruppi che abbiano vissuto o stiano vivendo da vicino le difficoltà legate alla malattia di un minore (genitori, docenti, compagni di scuola). Ciascuno di essi, condotto da un volontario e supportato da due psicologhe, produrrà il testo di una fiaba, strumento semplice ma chiaro per dare ordine e coerenza alle proprie emozioni rispetto alla malattia ed alle sue conseguenze. I tre elaborati faranno parte di una pubblicazione, curata da un guppo di studenti appartenenti al Liceo Piazzi Perpenti di Sondrio (per la parte testuale) e al Liceo artistico Ferrari di Morbegno (per gli aspetti grafici). Il volumetto sarà quindi presentato in alcune serate pubbliche con lettura di testi, esibizione del coro degli studenti, drammatizzazione delle fiabe da parte dei bambini ecc. È previsto anche un corso di formazione per volontari, in collaborazione con la Lega Tumori di Sondrio. 9. WWF Valtellina e Valchiavenna LE OPPORTUNITÀ DELL'AGRICOLTURA IN MONTAGNA: IMPEGNO ASSOCIATIVO, INCLUSIONE SOCIALE E RECUPERO AMBIENTALE Varie associazioni della Valchiavenna hanno intrapreso interventi di recupero sul territorio a livello agricolo e paesaggistico: campi di patate in alta montagna da parte dell’Associazione Patata di Starleggia e Legambiente Valchiavenna; selve castanili il Consorzio di Cranna, piccoli terrazzamenti l’Associazione Italo-Svizzera degli Scavi di Piuro; giardino botanico di alta montagna l’associazione giardino Alpino Val Cava; vigna da parte di Legambiente Valchiavenna. Le associazioni si sono rese conto che ci sono diversi soggetti svantaggiati che a causa della loro condizione di partenza (disabilità, capacità intellettive limitate, situazione di disadattamento generale ecc.) combinata con l’attuale situazione di grande crisi del mondo del lavoro, e di pochi canali di inserimento sociale, sono impossibilitati a trovare un’occupazione, e con essa, il sentirsi parte del tessuto sociale. Si prevede di individuare soggetti svantaggiati, ma con capacità lavorative, e di coinvolgerli negli interventi agricoli portati avanti dalle associazioni. Per i giovani svantaggiati coinvolti sarebbe importante ricevere un piccolo compenso economico del lavoro svolto: li farebbe sentire parte del processo di integrazione e al pari di chi più facilmente riesce a trovare un lavoro retribuito e servirebbe come incentivo per accettare di fare alcune ore di lavoro senza sentirsi sfruttati anzichè aiutati. Altri due momenti per il coinvolgimento della comunità locale saranno un convegno sull’agricoltura sociale e la Festa dell’Agricoltura. Le azioni principali del progetto saranno video-riprese dall’associazione BAITE WEB. Si vuole anche dare il via a sviluppare una filiera corta con i prodotti coltivati così da avere garanzie di acquisto negli anni.

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