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Linee elettriche e consumo di suolo

CRONACA - 31 01 2022 - Méngu

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/Vecchie case sul conoide della valle della Ganda
Vecchie case sul conoide della valle della Ganda (foto Méngu)

Chiedo la cortesia di leggere questo scritto che, dal titolo, può apparire tecnico ma non lo è, anzi è pensiero della gente comune che vuole confrontarsi con le problematiche d’occupazione di suolo del territorio. Scrivo quindi secondo il buon senso comune, che è già pretesa ardua e impegnativa e che a volte manca nei così detti “luminari “della politica, dell’economia e della scienza. Questi signori molte volte trattano problemi non di loro competenza, spandendo “nebbia “tra la gente. Lo scopo di questo scritto ha la pretesa di poter interloquire con i Cittadini e con gli Amministratori su problematiche squisitamente elettriche, dato la mia esperienza nel settore. In questi giorni le pagine dei giornali locali sfoggiano articoli a grosse lettere riguardanti l’esteso progetto di razionalizzazione delle reti elettriche tra i territori di Grosio e Villa di Tirano. L’accordo fa parte del programma fatto nel 2003 con Terna e i vari Enti e Comuni interessati. Questo esteso progetto è stato suddiviso in più parti, una parte è già stata realizzata e messa in servizio, a tamburo battente, nel 2005, per esigenze allora impellenti di trasporto e fabbisogno d’energia sulla rete Nazione. La prima parte o “fase A” è stata attuata con la messa in servizio della linea internazionale a 380 kV doppia terna Robbia- S. Fiorano. La grande linea la si può osservare dagli imponenti e impattanti tralicci colorati alla sommità e che circondano la città di Tirano. Dopo le concertazione del 2008, del 2012 e in base all’accodo di programma del 2003, nel 2019 si sono perfezionati gli accordi tra il Gestore della linee elettriche Terna, con la Provincia, La Comunità Montana di Tirano e  i Comuni interessati. Si è quindi discusso il proseguimento dei lavori con la “fase B” per il tratto tra Grosio a Villa di Tirano. Già negli accordi dal 2003 erano previste tre stazioni elettriche quali quella di Grosio, di Villa di Tirano e di Piateda. Tralascio altri particolari poiché chi vuole approfondire la conoscenza del progetto di Razionalizzazione delle linee di Valtellina e Val Chiavenna può consultare il progetto nelle varie sedi dei Comuni interessati. Giungo allo scopo del mio scritto che è quello di parlare di vantaggi o di svantaggi in riferimento all’occupazione di suolo nella Razionalizzazione delle linee elettriche.

 

E’ facile capire che in un territorio di Valle come il nostro dove a volte ci si può chiamare a voce da una sponda all’altra, ed è urbanizzato in certi punti da togliere il “fiato alle galline “,   un qualsiasi progetto che fa recuperare un fazzoletto di terra, è cosa Santa.  Molte volte mi sono domandato, sentendo le lamentele degli amici “Villaschi” quando si parla di occupazione di suolo, come hanno potuto permettere la costruzione di capannoni e depositi di auto e via dicendo, su una piana dove dall’incrocio della Statale per Tirano con quello del Passo d’Aprica, ai miei tempi si vedeva ergere luminoso il Santuario di Tirano ed ora sembra di guardare in una trincea a cielo aperto. Per non parlare della Tirano del ‘50 che era estesa un terzo dell’attuale, eppure anche allora eravamo in tanti, ma le case sono sbocciate come funghi e la Tirano vecchia è mezza vuota. Ora tra Tirano e Villa di Tirano le case appaiono senza soluzione di continuità e il “parco dei Tiranesi “ è ormai la zona verde estesa tra il Ponte di Sasso, la ferrovia e l’argine destro del torrente Poschiavino. I nostri vecchi, erano più poveri ma meno stressati di noi e vedendo lo stato attuale della Valle griderebbero: “ Miserere Nobis ! “ A volte lo grido anch’io poiché la mia mente non riesce a cancellare quel caro ricordo di un tempo quando da casa mia vedevo “ l’Albera Pina “ . Orbene, dopo tanta occupazione di suolo, io credo che il progetto di Razionalizzazione delle linee elettriche di Valle, sia una cosa buona e lodevole da fare, poiché togliendo le vecchie linee poco importanti per accumunarle su una unica “ dorsale “si ricuperano preziosi terreni. 

 

Semplifico ai minimi termini dicendo che ogni linea, sia interrata che aerea, ogni cabina di trasformazione hanno bisogno di suolo e, a causa dei livelli di tensione e di corrente e del valore di induzione elettromagnetica, più questi parametri sono alti più gli spazi occupati aumentano e più sarà la distanza dei conduttori tra loro .

 

Sento dire “ No alla nuova sottostazione Elettrica Mangia- Spazio”Carissimi, guardiamoci però indietro, di spazio dove si poteva seminare patate o altro, in questi ultimi tempi, ne abbiamo mangiato a gogò costruendo capannoni industriali, supermarket, depositi di macchine e via dicendo. Per molti va bene così, ma occorre anche rammentare che quelle attività utilizzano l’energia elettrica che transita nei conduttori. Rammento che, per il momento, l’energia elettrica non la si può trasportare con autobotti o tramite ferrovia, ragione per cui ogni progetto elettrico che occupa suolo ha piena giustificazione se fatto con moderne tecniche così come un capannone industriale. Non mi sembra di aver mai letto sui giornali, nel caso della Razionalizzazione delle linee elettriche della nostra Valle un particolare ringraziamento per il suolo che verrà ricuperato togliendo linee e tralicci posati negli anni passati e durante il tempo di costruzione degli impianti di Produzione di Energia elettrica per convogliare tutta l’energia su una o più linee 380 kV chiamate “dorsali “ . Mi pare di sentire solo mugugni e malcontenti da coloro che toccano ricevere gli impianti sul loro territorio. Questo è umanamente comprensibile ma il problema si può risolvere con una serena concertazione tra le parti, occupando spazi minimi, residuali e dando una giusta compensazione. Cito un esempio significativo. Quando ero studente un professore che chiamavamo, ‘l muntagnùn “per il suo modo di camminare ma di cervello super fino ci diceva: “quando imparerete a fare una valigia dove ci entra tutto il vostro guardaroba, compresi gli scarponi, allora sarete in grado di progettare impianti elettrici semplificandoli e sfruttando anche i più reconditi spazi residuali.” Verissimo, ma per far questo occorre che “Ogni ofelée ‘l fàghis ‘l so mestée “Ci siamo intesi?

 

Ezio (Méngu)

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