Razionalizzazione linee elettriche e movimenti di opinione
CRONACA - 17 01 2022 - Ezio (Méngu)
Nell’articolo pubblicato su Intorno Tirano del 01-01-2022 dal titolo “Razionalizzazione linee elettriche: oltre 50 persone all'incontro pubblico” leggo tra l’altro : [...] “Fermo restando che, le competenze per l’adozione di provvedimenti di carattere amministrativo sono in capo agli enti istituzionali del territorio, è stata valutata opportuna la creazione di un movimento di opinione che, operativamente, possa elaborare ragionamenti e valutazioni sul progetto di costruzione della Stazione Elettrica e sugli impatti ambientali previsti, nell’intento di favorire l’individuazione di soluzioni che minimizzino gli impatti sulle sfere territoriali (natura, paesaggio, agricoltura, turismo, economia locale, identità locale), valutando anche opzioni di localizzazione alternative che non tengano meramente conto della "razionalità dell'impianto elettrico", ma soprattutto del territorio, inteso come poliedro sociale e ambientale… ”. ******* Razionalizzare un sistema elettrico vuol dire renderlo più funzionale, sicuro, efficiente e produttivo. In genere ogni lavoro di razionalizzazione è impegnativo e costoso, ma i frutti si raccolgono con il passare del tempo. Il lavoro di razionalizzare di molte linee elettriche ad Alta Tensione 130-220 kV che insistono su parte del territorio della nostra Valle è sicuramente una buona iniziativa. E’ logico pensare a grandi linee di trasporto di energia a doppia terna 380 kV sulle quali far transitare la gran parte di corrente prodotta dalle Centrali di Produzione. Negli anni passati tale energia e stata trasportata e distribuita sulle molteplici linee 130/ 220 kV in quanto la tecnologia di allora non consentiva facilmente il trasporto a 380 kV . Ora la tecnologia si è evoluta e si pensa di individuare soluzioni di trasporto di energia a 380 kV e oltre, avendo cura di minimizzare gli impatti sul territorio quali la natura, il paesaggio, l’agricoltura, il turismo, l’economia locale, l’identità locale. Il compito è arduo, in particolare in strette Valli glaciali come le nostre dove il suolo è già ampliamente urbanizzato. A volte penso che fra non molto, con questo ritmo costruttivo di insediamenti abitativi e industriali, in Valle non ci sarà più spazio nemmeno per i “ pulèe dèli galini “, ma questo è un altro discorso. Ad ogni modo, per le scelte progettuali e per l’urbanizzazione vi sono gli Enti preposti con dei tecnici altamente qualificati, e ne sono i responsabili. E’ importante però che la gente quando vede nascere questi progetti sulla carta per poi metterli in opera si renda conto che oltre ai vantaggi, quali il ricupero dei territori occupati dai vecchi elettrodotti, ci siano a volte anche notevoli impatti ambientali. Tutto sommato però si può dire che è meglio razionalizzare gli impianti con linee importanti che avere ragnatele di linee che occupano spazio e che portano spesso inquinamento elettromagnetico. Ciò che si fa fatica a “digerire” è quando una linea o una sottostazione di distribuzione viene ubicata sul proprio territorio ed è vista a volte come Polifemo che scaglia il macigno a “Nessuno“. E’ normale che il cittadino tiranese e il “fratello di Storia Villasco” siano rimasti “scioccati “quando hanno sentito parlare di una stazione di smistamento a 380 kV di circa 8 ettari presso un luogo d’aria salubre e campestre, luogo di passeggio di mamme con i loro bambini, di ciclisti forsennati, e da chi come me e come tanti che ogni giorno, passeggiano per sanarsi da questa società posmoderna isterica. In quel luogo si contempla, si respira, si annusa, si sente il canto dei grilli e il gorgheggiare delle acque del torrente Poschiavino. E’ una valvola di sfogo anche per i Tiranesi e per i Villaschi e anche per molti turisti. Triste destino per molti vedere i grandi “corazzieri metallici colorati “ che sorreggono una corona di conduttori argentei che circondano Tirano. Orribile sentirli a volte friggere come olio in una padella bollente. Per non dire vedere quella discesa di conduttori da sopra S. Perpetua sino al piano campagna e quella risalita dei conduttori sui monti alla Ganda che si ammarano su un pilone colorato alto quasi novanta metri. Cosa penserà il contadino che in questi luoghi annusa la sua terra ogni mattina ? I contadini, coloro che lavorano i campi hanno un senso particolare che li distingue dagli altri. Per questo ogni loro parola, magari detta con enfasi per il giusto attaccamento al territorio, ispira idee e progetti che sulla carta i tecnici non possono vedere. Ascoltiamoli ! E’ normale quindi avere tra i cittadini di quel territorio un “movimento d’opinione”, pensando però che ogni Ente che progetta l’impianto è tecnicamente competente e che nello studio di fattibilità cercherà di minimizzare al massimo l’impatto ambientale riducendo ingombri e strutture. Un esempio: è encomiabile, a mio parere, ciò che è stato dibattuto, proposto e accettato riguardo l’allacciamento alla linea 380 kV S. Fiorano Robbia fatta in cavo dalla Centrale di Grosio. Personalmente la considero una soluzione eccellente sotto ogni punto di vista a tal punto che se potessi, pensando alla tratta in Tirano, raccomanderei al Santo Padre di fare Santi coloro che hanno proposto la soluzione in cavo invece dei tralicci, poiché Santi sono anche coloro che salvano e amano la loro Terra. Ora se il cittadino o il “ movimento di opinione “ fa qualche osservazione pertinente, questa dovrebbe essere recepita dall’Ente interessato e discussa traendo dalle proposte i lati positivi e costruttivi. In genere la buona tecnica, il buon suggerimento del cittadino è sempre ben accolto dai progettisti competenti che ne tengono in evidenza nella progettazione. Il ”rigetto” da parte di cittadini d’un progetto in modo definitivo senza comprovati e logici motivi porta spesso a ritardi e alternative a volte non razionali, meglio quindi prendere il tempo necessario per analizzare alternative possibili. Può verificarsi il caso che nelle lungaggini progettuali di elettrodotti a causa delle varie modifiche del PGT dovute a nuove strade o quant’altro, ciò che un tempo era possibile attuare in quegli spazi ora non lo è più. In tal caso il lavoro di razionalizzazione rimane doppiamente difficoltoso ma non per questo impossibile da realizzare. Occorre quindi analizzare ogni spazio disponibile ora rimasto, specie dopo il progetto della Tangenziale Con questo intendo dire che questa “Santa razionalizzazione delle linee elettriche” anche se a volta discussa con vigore viene dal cielo come una fortuna. Il lavoro di ricerca della “migliore soluzione “dovrebbe essere fatto da chi conosce bene il territorio, unitamente ai tecnici esperti dell’Ente interessato. Tutto ciò richiede calma e serenità e tempi non ristretti e, soprattutto, che ognuno non tiri l’acqua al proprio mulino. Ezio (Méngu)
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