8 marzo
CRONACA - 08 03 2017 - Marco Travaglia
Devo confessare di non essermi mai soffermato molto a pensare sul significato della Festa della donna; francamente le ho sempre attribuito un'accezione più commerciale che altro. D'altra parte non mi è mai balenata l'idea che la donna sia in qualche modo inferiore e che, per questo, debba essere in qualche modo discriminata. Quindi, perché festeggiarla in un giorno a lei dedicato? Oggi, 8 marzo, ricorre la Giornata internazionale della donna, più generalmente conosciuta come Festa della donna. Celebrata ogni anno per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, cerca di impegnare le persone a riflettere sulle discriminazioni e le violenze cui sono state oggetto e sono ancora, in tutte le parti del mondo. A pensarci bene, c'è una caratteristica in cui le donne sono meno efficienti rispetto all'uomo: l'attività fisica. In praticamente tutti gli sport è l'uomo l'assoluto protagonista. Lo stesso discorso vale per il lavoro nei campi: l'homo sapiens, così come i suoi cugini ominidi, si è sempre avvalso in misura prevalente della fisicità del maschio (prima con la caccia e poi con l'agricoltura) per procurarsi il cibo. E questo scenario si è ripetuto identico fino all'inizio del secolo scorso: l'uomo, si riteneva, è più prezioso, è più forte e quindi è giusto che comandi. La nascita del settore terziario e terziario avanzato, il settore economico in cui si forniscono servizi, ha cambiato e sta cambiando le carte in tavola: l'intelligenza, il pensiero applicato al lavoro ha pareggiato se non superato quello fisico. Le donne hanno quindi potuto trovare sempre più spazio in ambito lavorativo e non solo, mostrando tutte le loro capacità e affermandosi quindi nella vita sociale e imprenditoriale di tutti i giorni. Le discriminazioni rimangono tuttavia dove la fisicità è predominante, pensiamo, per esempio ai Paesi in via di sviluppo (Africa e Medioriente) oppure, senza andare troppo lontano, in alcune delle nostre realtà alpine. Credo sia verosimile affermare che la parità dei diritti delle donne è salva finché è salvo il modello occidentale del lavoro. Non sarebbe quindi escluso, a priori, un ritorno ad un maschilismo predominante anche nella nostra società, laddove ci sia un ritorno preponderante del lavoro fisico. La tendenza in atto sembra piuttosto un'altra, almeno fino a quando i Paesi occidentali avranno la forza economica per farlo. L'avvento dei robot quale strumenti di lavoro, impiegati anche nei processi di meccanizzazione che implicano fatica, potrebbero addirittura annullare il vantaggio di avere un'elevata prestanza fisica, portando uomo e donna sostanzialmente allo stesso livello. O, perché no, causando un inversione dei ruoli nel caso in cui scoprissimo che l'acume femminile superi quello maschile. Questo almeno nel mondo del lavoro; tra le mura di casa, ahinoi, sarà ancora l'uomo ad avere il coltello dalla parte del manico. Le migliaia di donne vittime di violenza tra le mura domestiche in Italia e nel mondo sono la testimonianza che il problema è tutt'altro che risolto: oggi, la nostra società ha il compito di non abbassare la guardia e di non sottovalutare il problema; lavorare sull'educazione e sulla cultura dei nostri figli è un dovere irrinunciabile. Marco Travaglia
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1 COMMENTI
08 03 2017 08:03
Méngu
“Dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna", ed è vero. Tante donne hanno contribuito al successo del loro uomo. La parità tra uomo e donna è un dovere, in diritto, ma la competizione tra uomo e donna può essere un danno. Ognuno interpreti il proprio ruolo senza aggressività, prepotenza, ma con dolcezza, cosa che spesso manca nella Donna e nell’ Uomo. “Una donna dotata di coraggio ( di spirito) sostiene ( consiglia) il marito e viceversa”. Questa è la vera Festa della Donne e non occorrerà far “scioperi “ per farsi capire.