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Anche i preti talvolta portano la croce

CRONACA - 22 11 2024 - Guido Monti

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/portare la croce

Sono parecchi i parroci che, su disposizione vescovile, hanno dovuto cambiare aria e lasciare loro malgrado la comunità in cui prestavano servizio sacerdotale. Tra questi c'è anche l'ormai ex arciprete di Mazzo, don Giovanni Villa, che è stato trasferito all'ospedale Sant'Anna di Como per dispensare l'estrema unzione agli ammalati.

 

Un compito allo stesso tempo ingrato e degno del massimo rispetto, per il quale don Giovanni si è preparato frequentando un corso per cappellani di prima nomina alla porziuncola di Assisi. Lo ha comunicato lui stesso in un messaggio di commiato indirizzato ai suoi fedeli della parrocchia dei 6 campanili (Mazzo, Tovo, Vervio, Rogorbello, Lovero e Sernio) dove si avvertono tutta la sofferenza per l'allontanamento dalla sua terra e le incertezze sull'incarico affidatogli.

 

Don Villa scrive che gli è stato chiesto con quali sentimenti inizia il ministero e lui ha risposto con le parole del salmo 41: 'Beato l'uomo che ha cura del debole'. Del resto una solidarietà universale di cui facciamo esperienza - aggiunge - è quella dell'infermità, e la malattia è parte integrante della vita. Però quello che colpisce di più nel suo scritto è quando don Giovanni parla di un trasloco per lui sofferto, non solo perché ancora una volta è costretto a lasciare l'amata Valtellina,luogo di nascita, crescita e maturazione sacerdotale, ma anche perché stavolta gli si chiede di abbandonare tanti affetti a lui cari. E cita al riguardo i libri lasciati in monastero, i tanti oggetti di una vita ereditati dai genitori Enrica e Pompeo, cui ha dovuto rinunciare, e pure il cane Attila. Il prete legge tutto questo come un distacco preparatorio di quello dalla vita che prima o poi gli toccherà, come a tutti quanti i cristiani di questo mondo.

 

C'è qualcosa di profondamente spontaneo e umano nelle sue parole, in cui ogni persona che ha provato sulla propria pelle il dolore della separazione può riconoscersi. E non si può che sentirsi partecipi con lui per una dipartita che, al di là di ogni altra considerazione, lascia comunque un vuoto nella comunità parrocchiale. Forse le chiese si svuotano anche perché i sacerdoti scarseggiano sempre più, così come perfino i chierichetti invocati da don Giovanni in allegato al suo messaggio, Qualche responsabile diocesano dovrebbe cominciare a porsi delle domande e prendere consapevolezza che, se Cristo ha portato una pesante croce sulle proprie spalle, anche tanti suoi rappresentanti in terra sono costretti a farlo in doloroso e dignitoso silenzio.   

 

Guido Monti

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1 COMMENTI

22 11 2024 10:11

Méngu

Caro Guido, condivido perfettamente quello che hai scritto : "Qualche responsabile diocesano dovrebbe cominciare a porsi delle domande e prendere consapevolezza che, se Cristo ha portato una pesante croce sulle proprie spalle, anche tanti suoi rappresentanti in terra sono costretti a farlo in doloroso e dignitoso silenzio. " Mi viene in mente il nostro stimato rettore del Santuario di Madonna di Tirano , don Gianpiero Franzi. Di certo un dolore per Lui andarsene, ma anche per i tanti che lo stimavano per la Sua parola energica, sincera e consolante. Tanti di di noi hanno fatto fatica a farsene una ragione, ma la Vita purtroppo è fatta di tanti SI per gli uomini Giusti.