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Appello al sindaco di Tirano per il ripristino del totem del chisciöl

CRONACA - 14 02 2025 - Gianluigi Garbellini

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/totem del chisciöl

Gent.ma dott.ssa Stefania Stoppani,

 

mi permetto di esprimerle il mio vivo rammarico per la rimozione della “piramide”, totem  che ricorda Tirano come “patria del chisciöl” posta a lato della Via Elvezia e dei binari della Ferrovia Retica, dove ora è stato posizionato un “quadro” ricco di spunti visivi che presentano la nostra bella città. Il nuovo intervento pubblicitario è indubbiamente importante, ben concepito e accattivante posto in un luogo di pronta visibilità soprattutto per chi ha appena varcato il confine di stato di Piattamala, anche se, per forza di cose, proponendo varie immagini, non resta di immediata leggibilità a colui che passa in auto o in treno, ma che comunque almeno avverte che Tirano è un luogo interessante meritevole di una sosta e di una visita. Ben diverso era il riscontro semplice e immediato, colto anche a volo d’uccello, di quanto annunciato dalla “piramide” voluta dalla Confraternita per suscitare la curiosità dell’ignaro passante.

 

Credo che il totem già esistente, anziché essere sradicato e condotto via come roba vecchia poteva benissimo coesistere con il nuovo, magari collocato subito a fianco  o subito dopo, dal  quale chi vi transitava potesse trarre, pur di sfuggita, il rapido messaggio visivo sulla cultura culinaria del luogo. Il fatto di essere accanto al nuovo pannello non sarebbe stato di disturbo, anzi avrebbe contribuito alla presentazione di Tirano, aggiungendovi un non indifferente tassello identitario.

 

Come noto, la Confraternita del chisciöl che aveva ideato la serie dei totem da posizionare all’ingresso dei comuni della zona del Tiranese, è stata sciolta per volontà dell’Assemblea dei soci del dicembre 2023, ma il piatto tradizionale reclamizzato dalla stessa esiste tuttora nella comunità come proprio distintivo affiancato al  più noto pizzocchero valtellinese, per lo più confezionato a Tirano in meritevoli ristoranti – pochi purtroppo - con il prezioso grano saraceno di produzione autoctona nei campi di Baruffini e di coltivi valtellinesi.

 

Nelle case della nostra comunità, dove sempre più il tradizionale piatto stava languendo come nostalgico ricordo, grazie alle varie manifestazioni sulle piazze, sulle vie, nei cortili di palazzi storici e presso luoghi di ristoro promosse dalla Confraternita, il chisciöl ha ottenuto uno stupefacente revival e una capillare diffusione nelle limitrofe regioni d’Italia.

 

Togliere con silenzioso strappo la “piramide” propagandistica del modesto piatto della tradizione voluta con determinazione dai soci della Confraternita, in  particolare dai solerti  Roberto Trecarichi, Ezio Maifrè, Ferruccio Molinari e dal sottoscritto, può apparire atto di mancata riconoscenza e di poco apprezzamento verso tutti coloro che hanno creduto nella Associazione e nel rilancio del chischiöl e vi hanno operato con slancio e generosità a iniziare dalla schiera delle benemerite “chisciolere” e delle persone addette al buon funzionamento di ogni “uscita” per far conoscere e far gustare il delizioso piatto della nostra cucina.

 

Forse sarebbe bene, come asserito in apertura, ripristinare lo “storico totem” che intese onorare la nostra città come “patria” e “culla d’origine” di un semplice piatto emblema della storia di ogni famiglia, delle condizioni sociali, lavorative ed economiche di un passato certamente non facile che merita  rispetto e considerazione.

 

La ringrazio per l’attenzione e Le porgo un cordiale saluto.

 

Da Teglio, 13 febbraio 2025

 

Gianluigi Garbellini  (ex presidente della Confraternita del Chisciöl)

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