Auto di papà con figlio disabile bloccata: una lite evitabile?
CRONACA - 24 08 2018 - Marco Travaglia
Ieri è arrivata in redazione una lettera di protesta da parte di un papà che ha visto la propria auto, con contrassegno per disabili, bloccata volontariamente in un parcheggio, rivelatosi privato. “Oggi vi racconto una storia; – inizia la missiva - da alcuni giorni mettevo la macchina in un posto dove, non trovando cartelli di proprietà privata o altro, per comodità, soprattutto perché ho un bimbo disabile e, non trovando altri parcheggi, ho posteggiato lì. Non ho mai trovato un biglietto o altro ed ero sicuro che era tutto a posto. Beh, ieri verso le 13, ho trovato la macchina bloccata da un bancale e, dovendo andare a prendere Alby al grest ho chiesto spiegazioni […]”. Da qui in poi prende posto lo sfogo in merito al presunto comportamento dell'imprenditore che, secondo quanto raccontato, avrebbe avuto un atteggiamento arrogante. Prima di prendere le parti dello sfortunato e maltrattato o del ricco imprenditore e cadere così nell'istinto della generalizzazione, mi si consenta di dire che spesso, come forse in questo caso, la verità sta nel mezzo: il papà avrebbe probabilmente dovuto intuire che il parcheggio, trovandosi nelle adiacenze di un magazzino, sarebbe potuto essere privato. Probabilmente, se avesse chiesto al proprietario un'eccezione, viste le circostanze, avrebbe accosentito a parcheggiare l'auto. Invece, come molte volte capita, ci lasciamo convincere dalle nostre argomentazioni (“L'eventuale proprietario del parcheggio vedrà sicuramente il contrassegno dei disabili e comprenderà la nostra situazione di difficoltà”), senza metterci nei panni dell'altro. L'imprenditore, da parte sua, ha interpretato il gesto come un'atto di sfida piuttosto che, come si sarebbe auspicato il proprietario dell'auto, come una richiesta d'aiuto. L'istinto della prospettiva singola non ha aiutato i protagonisti della vicenda. La scelta di non creare un articolo sensazionalistico (un titolo del tipo “Imprenditore prepotente non guarda in faccia alla disabilità” avrebbe ottenuto sicuramente più click) speriamo contribuisca a ridimensionare l'accaduto. Sarebbe bello assistere a un passo indietro da parte delle due persone, che potrebbero ragionevolmente lasciare cadere i propri pregiudizi. Siamo sicuri che entrambe avrebbero da guadagnarci. Marco Travaglia
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