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Giù le mani dal Morelli: la battaglia dei sedici sindaci

CRONACA - 05 11 2019 - Ivan Bormolini

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(Di I. Bormolini) In queste settimane si fa un gran parlare del piano di riorganizzazione della sanità valtellinese, varato dagli esperti del Politecnico di Milano.

Dalle tante prese di posizione sui social, petizioni comprese, agli articoli di giornale, sino alle sentenze dell'agorà, il tema appare molto caldo e sentito, per non dire altamente scottante.

Per logica tutto ciò che fa discutere in modo animato e serio, presuppone anche elevati indici di preoccupazione e quindi è facile dedurre che in questo documento vi sia qualche pecca o lacuna soprattutto per ciò che riguarda l'ospedale Eugenio Morelli di Sondalo.

La verità dei fatti è che la sanità in tutte le sue varie sfaccettature, positive o negative che siano, coinvolge e preoccupa direttamente tutte le nostre famiglie.

 

Da semplice cittadino ho la percezione che questo piano riorganizzativo, costituisca una sorta di ultima spiaggia per la nostra sanità.

Personalmente non ho nulla contro l'ospedale di Sondrio e con chi vi lavora, tuttavia da sempre, sono stato oppositore di quell'idea che oggi va sempre più rafforzandosi, ossia una visione estremamente “sondriocentrica” della nostra sanità.

Negli anni passati, dalle pagine dei giornali per cui ho collaborato come redattore ed anche recentemente da questa testata, ho ribadito i miei pensieri in merito.

Ho sempre criticato l'idea per fortuna accantonata, di un costosissimo ed unico polo sanitario provinciale da costruirsi a Sondrio, ed ho caldeggiato apertamente quello studio di una sanità di montagna la quale, per vari aspetti doveva e deve in teoria, discostarsi dalle logiche standard in vigore nelle medie e grandi aree metropolitane.

 

Oggi purtroppo e con estrema amarezza, vedo la seria minaccia che si va profilando ed in parte attuando già da anni, ovvero una visione del futuro del Morelli che giudico distorta ed illogica.

La verità dei fatti è che questo storico ospedale è da tempo visto come una spina nel fianco nei tanti tentativi messi in atto per ridisegnare la complessa macchina della sanità locale.

Insomma parliamoci chiaro, al posto che dire giudichiamolo come una importantissima risorsa, sia per il nostro territorio che per coloro che varie patologie sono giunti da fuori, si è preferito gettare inutile fango su questo baluardo di grandiosa storia sanitaria lombarda, nazionale ed internazionale.

 

Fa riflettere oggi quella dicitura stampata in alto ad ogni cartella clinica di qualche anno fa che diceva: Azienda Ospedaliera “Eugenio Morelli” e soprattutto scritta in minuscolo “di rilevo nazionale e di alta specializzazione”.

Questa azienda poi è stata inglobata nell'attuale ASST, ed ancor prima AOVV, non tocca a me dire se quella scelta sia stata un errore, oppure una cosa positiva. Ho però avuto la sensazione, che la crisi del Morelli, abbia avuto una negatività crescente soprattutto da quel periodo in poi.

Sta di fatto però che in anni di discussioni sterili, prive di fondamenti, non si è opportunamente ragionato proprio su quel rilievo nazionale e su quelle alte specializzazioni.

Si sono applicate leggi nazionali e regionali che non hanno tenuto conto della morfologia del territorio, dei reali bisogni della nostra gente, si è minacciata persino la continuità indispensabile del punto nascite di questo presidio. Una decisione quest'ultima che voglio sperare, non sia solo stata rimandata a data da destinarsi.

 

Il Morelli per un ben ampio bacino di utenza, non è visto dai cittadini come un semplice luogo di cura, ma costituisce da sempre una sicurezza, un solido ed irrinunciabile punto di riferimento.

Col senno di poi, cari signori ed illustri politici di ieri, mi chiedo come mai non si sia opportunamente ragionato sulla lungimirante idea del compianto Luigi Mescia e del suo comitato risalente al 2009.

Si chiedeva, in quella proposta di legge di iniziativa popolare, una nuova autonomia per Sondalo, un ospedale per la Lombardia. Ragioniamoci bene, riflettiamo...Un ospedale per la Lombardia! Dentro questo termine vi poteva essere la chiave di svolta per il futuro del Morelli, capace di tornare ad essere di rilievo non solo regionale ma nazionale.

Rileggendo in questi tempi quella pubblicazione redatta in 8.000 copie e valutando da firma di ben 9.850 sottoscrittori, mi domando quanto la voce della popolazione era rimasta ancora una volta inascoltata e con i firmatari, anche coloro che si erano esposti pubblicamente e senza paure alcune.

 

Ma di più, mi spiegate che senso ha avuto, ed ancora ha, la malsana idea trasferire la neurochirurgia di Sondalo a Sondrio? Non discuto nemmeno perchè ho la convinzione netta e precisa, che anche questo tentativo sia stato messo in atto per concentrare tutto a Sondrio e sminuire il Morelli di una sua storica eccellenza, nata e sviluppatasi con grandi successi proprio a Sondalo.

Lo stesso avverrà, stando al piano di razionalizzazione per altri reparti come la chirurgia toracica e quella vascolare e di seguito altre.

Mi domando oggi, dinanzi a questo scenario cosa direbbe il compianto professor Martina, urologo di fama nazionale ed internazionale, per anni storico primario dell'urologia di Sondalo. Un reparto quest'ultimo che sotto la sua guida e grazie a validi collaboratori era divenuto fiore all'occhiello per il Morelli capace di richiamare pazienti anche dall'intera regione. Il dottor professor Martina aveva portato nel suo reparto le più moderne tecnologie esistenti per questa branca della medicina, ora cosa rimane?

Per tutti questi motivi non posso fare altro che applaudire all'incontro dei sedici sindaci dei mandamenti di Bormio e Tirano che mercoledì 30 ottobre scorso si sono trovati a Sondalo per dire un secco no a questo piano regionale, dove il depotenziamento del Morelli è messo nero su bianco.

 

Ho la netta idea che questa riunione, dove' è stato presentato un documento curato da un gruppo di esperti coordinati da Gerlando Marchica e con il sostegno del Comitato a Difesa della Sanità di Montagna, sia l'inizio di una giusta e determinata battaglia contro le scelte sul futuro del Morelli.

Dalle parole della portavoce dei sindaci e prima cittadina di Sondalo Ilaria Peraldini, che anche noi abbiamo pubblicato, emerge soddisfazione per l'esito dell'incontro, dov' è chiaramente emersa una grande unità di intenti.

Ma cari lettori, cari cittadini, cerchiamo di rispondere ad alcune domande: che senso ha avuto sino ad oggi parlare e cercare di mettere in campo una sanità di montagna se poi si arriva preventivare errori così palesemente grossolani?

Mi spiegate come l'ospedale di Sondrio, possa accogliere anche i molteplici bisogni di una grande fetta del territorio valtellinese come la zona che va da Livigno sino a gran parte del tiranese che oggi giustamente vede e trova nel Morelli le adeguate risposte?

Quali potranno essere le liste di attesa, ma soprattutto l'ospedale di Sondrio, nonostante i fondi messi in atto per la sua riqualificazione, oltre a quelli già spesi per il pronto soccorso ed il blocco operatorio, sarà in grado di venire incontro a tutti?

 

E per tutti, gentili signori non intendo solo chi deve essere operato di appendicite, oppure di ernia, ma guardo anche a patologie ben più serie e complesse come quelle oncologiche, dove sino a prova contraria, il personale medico ed infermieristico del Morelli sino ad oggi ha dato cura, grande attenzione al paziente e a tutto quello che ruota intorno a chi è colpito da tumore, famiglie comprese.

E questo non lo dico, tanto per sentito dire, ma anche e purtroppo per esperienze di vita famigliare.

A queste aggiungo le cure in atto di miei congiunti per patologie piuttosto, definiamole per fortuna non frequenti, ma non per questo meno importanti dolorose ed anche in parte invalidanti. Qui la professionalità e l'umanità che si va sempre più dimostrando dei medici del Morelli si sta rivelando ottimale.

 

Concludo con un'altra riflessione: sono anni che discutiamo sul tasso di fuga dei pazienti, la percentuale è piuttosto elevata. Non è così facendo si andrà ad incrementare la stessa a favore di altri centri lombardi?

No, perché umanamente non è per nulla facile, fare le valigie e recarsi altrove, non lo è dal punto di vista morale, fisico e ne magari anche da quello economico.

Quindi, politici regionali, non siate come Ponzio Pilato, non lavatevene le mani, ascoltate!

Udite attentamente le istanze di un territorio, di buona parte dei loro rappresentati, i loro documenti e quello che emergerà dai futuri incontri.

Liberare Barabba, e condannare qualcun'altro, mi si perdoni il paragone, vuol dire mettere in croce tante persone.

Ma soprattutto, dal punto più alto della croce, si abbia la volontà, seria e determinata di non mettere e di non scrivere un cartello con la scritta “QGTLM”... Qui giace tristemente la medicheria”. Ovvero il Morelli.  

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