Lo skyline di Tirano
CRONACA - 10 04 2024 - Ezio (Méngu)
Era il 1950. L’anziano "Pédru”, uomo stimato da tutti per la sua grande saggezza, un giorno chiamò a raccolta noi ragazzi di via S. Maria. Con il suo stupendo dialetto, intriso dal suono gutturale che la sua pipa in bocca gli conferiva, ci disse “ Ràis vegnìi cun mi, va faròo vedè cùma l’è bèl ‘l nòs paes “ ( ragazzi venite con me, vi mostrerò come è bello il nostro paese ). Lui davanti e noi dietro tutti eccitati raggiungemmo il Castelàsc . Ci fermammo davanti a un grosso e antico portone. Il vecchio con fare misterioso trasse dalle tasche del suo giubbotto una chiave poi disse “ Adès va faròo vedè ‘l giardìn segretu che ‘l dòmina la nòsa bèla Tiràn “( Ora vi mostrerò il giardino segreto che domina la nostra bella Tirano). Entrammo nel recinto murato uno alla volta, silenziosi e compunti come si entra in chiesa, poi ci fece sedere sul grosso torrione che guarda il Dosso e ci disse in italiano, perché tutti potessero capire: “Ragazzi, godetevi lo spettacolo e chiamatevi fortunati perché non vi faccio pagare il biglietto“. Rimanemmo stupiti per il meraviglioso e ampio scenario su Tirano; sembrava d’essere su un balcone. Il vecchio “Pédru “ ci guardò soddisfatto, tirò alcuni grossi colpi di pipa e poi chiuse gli occhi sognanti. Dopo tanti anni la sua profezia, per poca lungimiranza purtroppo non tutto si è avverata. Il vecchio aveva intuito che la veduta su Tirano da quella grande spianata avrebbe portato una misteriosa gioia nell’animo della gente del luogo e dei forestieri d’ogni dove. Aveva intuito che quel balcone su Tirano era pregno di ricordi della nostra storia e delle nostre tradizioni. Un solo rincrescimento: la piazza d’armi, stupendo balcone su Tirano, è ancora poco accessibile ma, secondo la profezia del “Pédru“, dovrebbe avverarsi con le Amministrazioni future . Quello spazio ora “serrato“ al pubblico diverrà il gioiello di Tirano. Siamo nel 2024 e senza timore di smentite aggiungerei che quel luogo insieme al Castelàsc dovrebbe diventare “ il salotto buono “di Tirano, luogo di meditazione e di pace tra le antiche contrade di Via Trivigno, di Via S. Maria e della strada dei Castelli e, tutto ciò, non solo in quei luoghi. Questi nostri luoghi stupendi devono essere come “ una crema “ che ti avvolge e ti affascina, e che ti trasporta con fascino nei tempi che furono. Ai lettori suggerisco di fare una esperienza che non costa nulla, ma deve essere fatta con il cuore. Provate ad accarezzare una pietra del Castelàsc e sentirete il” velluto” della calce e “ il profumo “ del tempo. Sarete travolti da sensazioni che vi faranno amare tutto ciò che vi circonda. Nella piazza d’armi del Castelàsc si dovrebbe cenare al lume di candela tra gli antichi archi in pietra e il nostro vino parrà “ santo “. Sarete pervasi da quell’inspiegabile e misteriosa sensazione di piacere dei sogni, di una felicità ormai persa. Se avete un compagno o una compagna, dei bimbi andate in quei luoghi e sarete avvolti in una dolcezza misteriosa e antica che non ha costo e la dona il luogo. Ma non tutto ora va per ilrso detto. Non lo so a chi dar la colpa, ma se c’è stato un responsabile nell’ Amministratore Comunale in Tirano che crede di aver valorizzato quella stupenda piazza d’Armi del Castelàsc, magnifico Skyline ( linea di cielo ) alzi la mano. Dopo averlo conosciuto gli dirò: caro Amministratore , ieri 18 /02/2024 , con una giornata splendida di sole primaverile avendo visto frotte di turisti dilagare lungo il viale Italia tra Madonna di Tirano e Tirano, ho pensato subito di recarmi al Castelàsc per vedere quanti erano coloro che stavano visitando quel luogo pieno di sole e di storia. Arrivato al castello alle ore 15, 30, dall’alto del vasto piazzale ( vedi foto ) accanto alla torre, con una panoramica oculare a quasi 360° sono rimasto sbigottito: non vi era nessuna persona nei dintorni. Ho visto solo due giovani in lontananza con la loro moto da Trial seduti su un muretto, mentre in Tirano giungeva una fragore sordo di auto e un lungo serpentone di auto si muoveva da metà Campone sino a Tirano. Ho pensato: possibile che una bellezza cosi piena e antica del Castelàsc, con una panoramica eccezionale della nostra città, sia dimenticata ? Quale può essere la causa? Ho escluso il clima primaverile. Poi, altri dubbi mi sono passati per la testa: forse il turista non è stato informato di questa bellezza ? Il luogo è troppo lontano per giungere a piedi dal centro della città? Troppo distante dal centro ? Non lo credo. Io, ottantenne, con gamba stanca per attivare al Castello ho impiegato meno di 15 minuti. Forse qualcuno dirà: occorre giungerci in auto e nel sito non v’ è parcheggio ! Va bene, d’accordo. Al ritorno in Tirano sono sceso dalla parte dell’antico Borgo del Dosso e ho potuto constatare che prima del Borgo c’è un parcheggio idoneo per circa 4 auto raggiungibile comodamente con strada larga e asfaltata. Volendo ampliare quella zona a parcheggio ne verrebbe uno idoneo per cinquanta e più auto o per due o tre pulman turistici. Invece ? Appresso a quei quattro posti auto vi sono boschine che per penetrarci ci vuole machete e non mancano rifiuti e ceppi tagliati a metà. Così non va, cari diligenti Amministratori, poiché quel parcheggio disterebbe poco più di 300 metri con 5 minuti di camminata su strada perfetta. Il parcheggio diverrebbe inoltre una sosta d’auto per coloro che vogliono visitare i nostri bei castagneti e per coloro che volessero passare una o più giornate sui nostri alpeggi che si snodano dalla Prima Croce per giungere sino in Trivigno usando però in questo caso la “moto Peduzzi”. Caro e amato vecchio “ Pédru “ forse la tua profezia si avvererà sotto una nuova Amministrazione, si farà quel parcheggio, si ripristinerà il “trenino giallo “ che percorreva, carico di turisti le contrade di Tirano , forse ritornerà il Bus che faceva servizio in Tirano e ci porterà come fermata ultima al Castelàsc, forse … forse … e forse la prossima Amministrazione farà nascere qualcuno di questi desideri, sempre pensati da tanti cittadini di Tirano, ma sembra , per ora dimenticati e caduti nell’oblio. Ezio (Méngu)
Sottovoce ci disse “Sono sicuro che un giorno il Castelàsc e la piazza d’armi saranno luogo di ritrovo e di festa per tutti i Tiranesi“.
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