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Montagne in crisi: La crisi climatica cancella i ghiacciai

CRONACA - 11 12 2024 - Redazione

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/Carovana dei Ghiacciai

In occasione della Giornata Internazionale della Montagna, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca ha ospitato la presentazione del quinto report di Carovana dei Ghiacciai di Legambiente. Un bilancio amaro emerge per il 2024, segnato da temperature record, eventi climatici estremi e un progressivo arretramento dei ghiacciai alpini. Il report, realizzato in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano e CIPRA Italia, evidenzia l'urgenza di interventi concreti per proteggere montagne, ghiacciai e biodiversità.

Un anno di perdita per i ghiacciai italiani

Il ghiacciaio Adamello, il più grande d’Italia, è il simbolo della crisi climatica in atto: nel 2024 ha perso 3 metri di spessore nel settore frontale, con effetti della fusione osservabili fino a 3100 metri di altitudine. Non va meglio per altri ghiacciai alpini, come il Careser (Gruppo Ortles-Cevedale), che ha registrato una perdita media di 190 cm, o i ghiacciai altoatesini della Vedretta Lunga e della Vedretta di Ries, che hanno perso tra 1,5 e 2 metri di spessore.

Dati preoccupanti emergono anche dal Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso, Piemonte), che ha perso 1050 millimetri di acqua equivalente, e dal Ghiacciaio del Grand Etrét (Valsavarenche, Valle d’Aosta), con un calo di 1200 millimetri. Una nota positiva arriva solo dal Ghiacciaio del Montasio, in Friuli-Venezia Giulia, che ha registrato un incremento di 200 millimetri di acqua equivalente.

Impatto su flora e fauna: Una biodiversità sotto assedio

La crisi climatica non colpisce solo i ghiacciai, ma anche flora e fauna. Tra le specie più a rischio ci sono il camoscio, la pernice bianca, l’ermellino e la lepre bianca. Questi animali subiscono cambiamenti nel loro habitat e una maggiore esposizione ai predatori a causa della mancata sincronizzazione tra la muta e la stagione nevosa.

 

Anche la flora glaciale è in pericolo. Piante come l’Artemisia genipi e il ranuncolo dei ghiacciai rischiano l’estinzione a causa della fusione dei ghiacciai e del restringimento degli habitat proglaciali. Mentre il vuoto lasciato dai ghiacciai è progressivamente colonizzato da nuovi ecosistemi e boschi, la perdita di biodiversità resta una ferita aperta per le Alpi.

La crisi climatica: numeri e tendenze

Il 2024 è stato caratterizzato da 146 eventi meteo estremi sull’arco alpino, con la Lombardia (49 eventi) in testa, seguita da Veneto (41) e Piemonte (22). Le ondate di calore, accompagnate da fenomeni come le polveri sahariane, hanno ulteriormente aggravato la fusione dei ghiacciai. Secondo il Comitato Glaciologico Italiano, la temperatura nelle Alpi è aumentata più del doppio rispetto alla media globale, causando la scomparsa di numerosi piccoli ghiacciai.

Le proposte di Legambiente: Una Road Map per il futuro

Di fronte a questa emergenza, Legambiente ha presentato un pacchetto di 12 proposte per una road map europea che ponga montagne, ghiacciai e biodiversità al centro dell’agenda politica. Tra le azioni prioritarie:

  1. Monitoraggio costante della biodiversità e delle aree-rifugio glaciali.
  2. Recupero dei siti degradati, basato su studi specifici sugli ecosistemi montani.
  3. Adozione di strategie per la protezione degli ecosistemi in quota.
  4. Incentivi alla connettività ecologica nell’ecosistema alpino.
  5. Prevenzione dell’overturismo e sensibilizzazione dei visitatori.
  6. Protezione vincolante di almeno il 30% del territorio alpino entro il 2030.

Un appello urgente alla politica

“Dobbiamo agire subito per proteggere il fragile ecosistema alpino, minacciato da cambiamenti climatici senza precedenti”, ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. Il 2025, proclamato Anno Internazionale dei Ghiacciai, sarà un’occasione cruciale per avviare politiche di mitigazione e adattamento a livello europeo e locale.

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