Restauro dell'ancona del Santuario di Grosotto, concluso il primo lotto

Le sovrintendenti regionali Ilaria Bruno e Sonia Segimiro e il restauratore Luciano Gritti, che sta curando l’esecuzione del lavoro, hanno illustrato ai componenti della Fabbriceria del Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Grosotto i risultati del primo lotto del restauro dell'ancona monunentale opera di Pietro Ramus, scultore camuno di origini trentine.

L'intervento è interamente finanziato dal Ministero della cultura su un programma triennale del costo di poco meno di 200mila euro. I lavori, iniziati nel mese di luglio, hanno riguardato la completa pulizia della mastodontica scultura lignea del 1680. L'équipe addetta al restauro si è avvalsa di minuziose tecniche per ridare all’ancona l’aspetto originale. Nel corso della ripulitura sono emersi gli originali colori, tra cui quelli dei manti della Vergine e degli angeli, mentre le parti dorate hanno ripreso il loro antico splendore. Concepita come grande 'macchina altaristica' nelle intenzioni del rettore e dei canepari dell'epoca, la scultura lignea è alta 15 metri e larga 8, e contiene al suo interno una tela di grandi dimensioni realizzata da Francesco Piatti, che veniva calata nelle grandi occasioni (da qui il termine adottato). 

La raffigurazione lignea incentrata sulla figura di Maria e sulla sua incoronazione rende questo capolavoro una delle più alte espressioni del barocco in Italia. I fabbricieri, che hanno potuto rendersi conto da vicino dell'efficacia dell'intervento, sono rimasti ammirati e pienamente soddisfatti. Il secondo lotto dei lavori, comprendenti la finitura delle pulizie effettuate, nonché il restauro della tela del Piatti che è inglobata nell’ancona, avverrà dopo la pausa invernale per terminare nell’autunno dell'anno venturo. In previsione della sua conclusione la Fabbriceria sta già pensando a una serie di eventi religiosi, culturali e musicali all’altezza dell'importante restauro.     

Guido Monti