Un problema da risolvere: i nostri defunti
CRONACA - 14 07 2017 - Ivan Bormolini
In queste ultime settimane, è emerso nella nostra città una problematica a cui è necessario far fronte e trovare, se possibile, una degna soluzione. Dopo la chiusura della chiesetta del Mariano Spasmo in piazza Parravicini, che per anni si è ben prestata al culto dei nostri defunti, per le visite e la recita del Santo Rosario, solo la chiesa dell' Angelo Custode in via Visconti Venosta, rimane disponibile in tal senso. Nello stesso tempo, non è mia intenzione entrare nel merito delle polemiche che si sono susseguite dopo la decisione di chiudere la chiesetta privata di piazza Parravicini o dopo la trasformazione dell'area in zona a traffico limitato. Tutto si identifica nell'apertura di un nuovo ristorante? Non sta a me, da redattore di questa testata, esprimere giudizi in tal senso. La verità dei fatti, tornado al culto del caro estinto è secondo me un'altra. Fino ad oggi il problema a Tirano non è emerso perché comunque le due chiese ben si prestavano a tale necessità. Non conta, a mio avviso, la chiusura di una storica chiesetta, oppure le altre grane che interessano la piazza e i residenti; stiamo infatti parlando di un tema che, se vogliamo, è ben più sottile e che con il mutare dei tempi, ristorante o meno, ztl o meno, si sarebbe tra qualche tempo presentato, e a cui altre città, prima di noi, hanno provveduto a risolvere. A Baruffini ci insegnano, “senza far suonar troppo le campane”, che alcuni volonterosi residenti hanno trovato una degna e lodevolissima soluzione al problema realizzando una sala predisposta degnamente e decorosamente al ricordo e alla commemorazione dei residenti scomparsi. Una visione questa lungimirante che, assieme a tante opere di riqualificazione della soliva frazione, ci raccontano qualcosa di positivo e costruttivo. Cito la potenza comunicativa dei social network, come parte integrante, che denuncia una problematica. Lo faccio semplicemente perché ieri sulla pagina Fb “Sei di Tirano, Baruffini Roncaiola... se …“ in qualche modo la tematica è stata discussa. Ecco dunque il mio pensiero, che magari potrebbe essere o apparire stupido e banale. Mi spiego meglio, al suo interno esiste ancora la chiesetta, nella quale don Renzo Maranta, per anni, vi ha officiato le Sante Messe, ed è ancora presente la camera mortuaria. Mi rendo perfettamente conto che la questione magari non è di facile applicazione. Occorre interloquire con la proprietà dello stabile: è pensabile, soprattutto per la camera mortuaria, a procedere all'individuazione di soluzioni normative ed impiantistiche adatte ad un ripristino di un simile riutilizzo... Insomma, saranno necessari incontri e investimenti. Per concludere, voglio ribadire che quanto scritto è solo una proposta dalla quale si potrebbe iniziare a stabilire un interloquire fattivo e costruttivo, grazie anche all' intervento, inteso come risposta e confronto, da parte degli amministratori di maggioranza e minoranza della nostra città. Una delle funzioni di un giornale locale è anche quella di raccogliere e raccontare le esigenze, le vicissitudini e le rimostranze della popolazione. Lo facciamo ben volentieri, ospitando sia la voce dei cittadini sia quella dell'amministrazione. Il tutto però deve e dovrà svolgersi con una dialettica costruttiva e propositiva, che non concederà spazio alla volgare parlata, di cui, nei tempi passati, abbiamo dovuto assistere e in molti casi intervenire per correggere il tiro, in commenti che spaziavano ben lontano dalle nostre idee di pacato educato e sereno confronto. Ivan Bormolini
E' emerso che i famigliari dei defunti, proprio per questa motivazione, hanno dovuto “tenere”, seppur il termine è improprio, i propri famigliari scomparsi in casa, vista la mancanza di più opportune sedi.
Per mia convinzione personale, credo che i defunti, prima del funerale, non debbano rimanere in case private. Le stesse talvolta, presentano problemi di natura architettonica e costruttiva che spesso mal si prestano a tale rito.
In buona sostanza non si è mai pensato al problema, semplicemente perché il problema non si era mai posto.
Leggendo, ed anche commentando il post in prima persona, ho deciso di scrivere questo pezzo, cogliendo e ravvisando una possibile soluzione, per altro ventilata dai commentatori. Questa è dunque frutto dei veri dialoghi social intercorsi e per questo vale la pena di essere posta all'attenzione dei lettori e degli amministratori comunali.
Davanti a dei cittadini che esprimono un problema, e lo fanno soprattutto usando termini del tutto pacati e non offensivi, occorre porre una soluzione. Mancano le sedi idonee per “ospitare” il caro estinto? La struttura dell'ex ospedale civile di Tirano potrebbe essere degna soluzione la problema?
Questi potrebbero essere due luoghi fruibili? Sono certo, soprattutto senza innescare polemica alcuna, e soprattutto nell'ottica di un costruttivo dialogare, che tale appello voglia essere vagliato dall'attuale maggioranza che governa la città, magari anche interloquendo con il prevosto della parrocchia e collegiata di San Martino in Tirano, al fine di trovare una degna risposta.
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1 COMMENTI
14 07 2017 10:07
Méngu
Soluzione intelligente e pratica. Concordo pienamente.