MENU

Il “C'era una volta” secondo Bob Wilson

CULTURA E SPETTACOLO - 23 05 2017 - Redazione

CONDIVIDI

/Robert Wilson
Foto di Victor R. Ruiz (cc 2.0)

Milano: a Villa Panza una mostra immersiva e armonica. Conturbante e sofisticata. Una trasfigurazione continua tra passato e presente; il divismo pop e la grande arte pittorica fusi insieme nell'alta definizione dei Portraits del poliedrico artista texano.

 

È il FAI – Fondo Ambiente Italiano ad aggiunge un altro tassello al complesso percorso di valorizzazione della multiforme identità della collezione di Villa Panza. L’artista americano, conosciuto universalmente per gli allestimenti realizzati con importanti musicisti come Philip Glass (Einstein on the Beach), Lou Reed (Lulu), Tom Waits (The Black Rider) e, David Byrne (The Knee Plays) oltre che per la collaborazione con molti poeti della Beat Generation (William S. Burroughs, Allen Ginsberg), ha creato per Villa Panza una serie di TALES.

 

Potremmo semplificare dicendo che si tratta di fiabe contemporanee, o forse di una grande 'fabula' visto l'intreccio intrinseco nell'immagine, non privo di movente né di quella tensione che si addice al plot di un film, così come a una rappresentazione teatrale. Altra disciplina quella del teatro in cui Bob è indiscusso maestro.

 

Così Wilson racconta l'oggi: guardando indietro, certamente, vedi la serie dei Lady Gaga Portraits, un importante progetto realizzato nel 2013, esposto nello stesso anno al Louvre di Parigi e ora presentato per la prima volta in Italia. La cantautrice statunitense rivive attraverso il riferimento a tre celebri dipinti del passato, connessi in maniera diversa all’idea della morte: il ritratto di Mademoiselle Caroline Rivière (1806) di Jean-Auguste-Dominique Ingres, effige di un’adolescente scomparsa prematuramente, il popolarissimo La morte di Marat (1793) di Jacques-Louis David, con la cruda rappresentazione del momento successivo all’assassinio del rivoluzionario francese, e, infine, Testa di San Giovanni Battista (1507) del leonardesco Andrea Solari, una piccola tavola oggi al Louvre giocata sul netto contrasto luce-ombra e sul virtuosismo dei riflessi luminosi.

 

Dicevamo che guarda a ieri ma il coinvolgimento di una star del calibro di Lady Gaga conferma la capacità di creare quel cortocircuito col presente che se non rimette in discussione entrambi sicuramente li 'serve' insieme al cospetto dello spettatore in una nuova visione.

 

La mostra è stata inaugurata lo scorso novembre ma è solo dal 16 maggio che entra a far parte della collezione permanente anche l’installazione realizzata appositamente per le rimesse delle carrozze della villa, "A Winter Fable". L’opera si ispira alla fiaba “Comare Volpe e Compare Lupo”, una delle novelle che compone la raccolta di Fiabe italiane di Italo Calvino del 1956, e mette in scena tre personaggi principali: il lupo, la volpe e l’agnello, protagonisti di una storia di violazione, manipolazione e vendetta. “Spesso le persone – ha dichiarato l’artista - mi chiedono quali siano le idee che stanno dietro alle mie immagini. Rispondo che non interpreto il mio lavoro. L’interpretazione è per gli altri. Le Favole sono una fonte di ispirazione, dare un significato a questo lavoro limita la sua poesia e la possibilità di far nascere altre idee”.

 

Sapendo di non fare troppo spoiler perché anche citando le opere la sorpresa alla visione dal vivo e talvolta lo sbalordimento non vengono da meno, ci teniamo a dire che Robert Wilson ha anche progettato un’installazione site specific, A House for Giuseppe Panza, un’architettura in stile American Shaker in legno di larice. Nell’interno della casa, visibile attraverso le finestre ma inaccessibile al visitatore, Wilson ha creato una sorta di tableau vivant ispirato alla vita di Giuseppe Panza: una sedia dallo schienale molto alto, un lungo tavolo di legno naturale su cui poggia un grande libro aperto; sospeso sopra di esso, il calco in resina di un avambraccio la cui mano è colta nell’atto di “fermarne” le pagine. In una dimensione sospesa e atemporale, regnano lo stile riduzionista e la poetica del frammento cari al regista. E in tutto questo torna forte anche il suo legame con la musica, sofisticata e d'avanguardia perché A House for Giuseppe Panza è accompagnata da una colonna sonora del grande compositore americano Michael Galasso.

 

Insomma approfittatene. E lasciatevi dare un consiglio: se qualcuno viene a visitare la mostra da fuori città e vuole prendersela comoda, la fiaba può continuare. Recente è l'apertura di un motel molto particolare situato a Olona, quindi vicinissimo alla location della mostra, il Motel MO.OM. Qui hanno pensato, e a ragione, che anche una notte o qualche ora in una stanza d'albergo possono avere un tema, possono ispirarsi a un'istallazione artistica o giocare con il teatro. Basta scorrere la gallery per guardare le foto delle varie suite a tema come la “Secret”, la “Burlesque” o la “Marilyn” per decidere di entrare, magari dopo la mostra, in un'altra fiaba, decisamente un po' più intima ma certamente ricca di suggestioni.

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI