L'orologio di San Martino
CULTURA E SPETTACOLO - 15 03 2018 - Ivan Bormolini
Nel riprendere la rubrica sull' arte tiranese, voglio parlarvi dell' orologio della nostra chiesa parrocchiale di San Martino. La prima domanda che mi sono posto è stata quella di stabilire se l'orologio era stato installato all'atto della costruzione del campanile. L'antico orologio evidentemente riparato e forse già sostituito in epoche passate ci porta ad approfondire ulteriormente; preziose fonti ci indicano interventi manutentivi nel 1807 e ci dicono un altro fatto importantissimo, l'orologio della chiesa parrocchiale per ciò che concerne la proprietà e gli oneri manutentivi, è a carico del comune di Tirano. Nel 1840, risulta che il prezioso strumento aveva bisogno di importanti interventi manutentivi che includevano diverse e delicate sostituzioni al fine di apportare le necessarie migliorie al meccanismo. Per questa motivazione, ben ampia ed avvalorata, si erano previsti nuovi interventi considerati per quelle epoche molto costosi. Giungiamo al 1896, in quell'anno gli amministratori indicevano una gara d'appalto al fine di avere uno strumento che rispondesse alle esigenze dei tempi e della pubblica utilità. Nella pratica era necessario fare un foro nella parete per il perno e tamponare con un solido muro l'apertura. Ivan Bormolini FONTE: “La Chiesa di San Martino in Tirano”. Autori Gianluigi Garbellini e William Marconi. Stampa Tipografia Bettini Sondrio.
Questo importantissimo strumento che fa parte della Turris campanaria magna, così definita dal vescovo Archinti, fa dunque parte di un complesso architettonico che in molti ci invidiano.
Come già detto in un articolo inerente proprio alla storia del campanile, questo era stato iniziato nell'anno 1495 sotto la direzione del maestro Jacopo di Valsolda, il quale con le sue maestranze, quattro anni dopo consegnava l'opera alla comunità tiranese.
Sin dalla sua inaugurazione, il campanile fungeva anche da torre civica del borgo, per tale motivo non poteva mancare l'orologio che indicava l'ora ufficiale alla quale tutta la comunità si doveva attenere.
Il campanile era stato progettato e considerato anche come torre dell'orologio, si presuppone inoltre che proprio questo strumento sia stato uno dei primi ad essere installato in Valtellina.
A tale scopo era stato contattato l'orologiaio Giuseppe Puffer di Poschiavo. Abbiamo subito un indizio che ci conferma che qualcosa non era andato per il verso giusto. Si evince infatti che l'analisi condotta dall'ingegner Girolamo Lambertenghi, aveva messo in luce il fatto che lo strumento registrava diversi minuti di ritardo nell'arco temporale di un giorno.
L'appalto era stato vinto dalla ditta Jemina Antonio e Figli di Mondovì Cuneo. Oltre a questo si era guardato, direi con straordinaria lungimiranza, alla costruzione di un nuovo quadrante che guardasse alla parte nord del borgo, ovvero la zona denominata del Canalone, i suoi vigneti e altre zone circostanti che in tempi più recenti sono divenute residenziali della nostra città. La via Andres, via Masuccio e via G. Gavazzeni ne sono esempi tangibili e ben servite dal quadrante sul campanile.
Sta di fatto che l'impresa di realizzare il nuovo quadrante, non era una cosa da poco visto che si doveva intervenire sulla struttura del campanile.
In questo frangente, la Fabbriceria, aveva espresso preoccupazioni giustificate dal fatto di non procurare sofferenze di evidente ordine statico alla struttura della torre campanaria. Tuttavia si era appurato che l'opera non avrebbe minato la stabilità o procurato danni al magnifico grande excelsior, infatti gli stessi Fabbriceri, avevano dato parere favorevole ed i lavori erano iniziati nella primavera del 1897 con un compenso pattuito pari a 1230 lire.
In anni più recenti il meccanismo dell'orologio è stato sostituito con uno più moderno, azionato elettricamente ed ancor oggi esercita la sua funzione.
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