La mostra personale di Riccardo Rinaldi: cinquant'anni di arte
CULTURA E SPETTACOLO - 10 04 2018 - Ivan Bormolini
Riccardo Rinaldi è tornato nella sua Tirano con una nuova mostra personale inaugurata sabato scorso nella prestigiosa cornice di palazzo Foppoli. Il notissimo pittore, conosciuto ed apprezzato a livello nazionale ed internazionale, con questa personale festeggia il traguardo dei cinquant'anni di arte, una vita per l'arte. Numerose le opere esposte che raccontano, tra le sale del palazzo, la grande arte di Riccardo Rinaldi. Si passa dia suoi cavalli di battaglia, ovvero la rappresentazione pittorica degli antichi borghi e scorci locali sino ai dipinti del paesaggio valtellinese. Suggestive sono le sue corti innevate, i suoi meriggi e le dimore contadine di sera. Tutto questo non è solo arte pittorica ma è vera poesia e comunicazione di sentimenti. Una grandiosa abilità artistica che consente di rivivere e riassaporare il ritmo di quella vita contadina di un tempo semplice ed intima,scandita dal trascorrere delle stagioni. Ma nella personale di Rinaldi non c'è solo questo, la novità infatti riguarda l'approccio che da qualche anno vede l'artista impegnato nel riprodurre con eccellenti tecniche pittoriche, le grandi metropoli internazionali come per esempio New York, oppure la nostra bella Venezia, il tutto rivisto con una chiave di lettura del tutto particolare. Rinaldi, ci vuole raccontare un po' di questi cinquant'anni di arte? Sono nato come pittore, già in età scolare avevo questa grande passione e mi dilettavo a dipingere cercando sin da allora di apprendere ed adottare nuove tecniche. A vent'anni ho iniziato a pensare di improntare la mia vita solo su quest'arte e quindi vivere come pittore. Subito le mie mostre presso il palazzo della Provincia di Sondrio e stagionalmente all'Aprica, avevano riscosso un notevole successo indicandomi che il sogno di vivere di arte poteva concretizzarsi. Vedendo quelle mie prime opere, alcuni mercanti d'arte hanno iniziato a contattarmi ed interessarsi ai miei lavori. In quegli anni vi era una forte contrapposizione tra l'arte figurativa, ovvero la mia, e quella astratta ed i mercanti, avevano visto nel mio modo di dipingere un qualcosa di altamente figurativo. Vada avanti, quali sono stati gli altri primi passi in questo mondo della pittura? Sempre parlando di mercanti d'arte, valutando con favore i miei quadri, hanno iniziato a proporli in varie mostre collettive. Da subito il riscontro di vendite era stato notevole e questo è stato un ulteriore ed importante tassello che mi convinto che era davvero giunta la conferma che da una passione potevo farne una professione. Col tempo, avendo avuto la possibilità di dipingere a tempo pieno, vi è stata una notevole evoluzione della mia pittura che mi ha portato a proporre al pubblico soggetti sempre nuovi sino appunto all'approccio con la rappresentazione delle grandi metropoli. Nella sua grande carriera artistica, ha dato vita ad opere dove ha rappresentato aspetti di vita contadina e del paesaggio locale. Qual' è il messaggio? Il messaggio è che il nostro paesaggio e le antiche dimore rurali valtellinesi, hanno delle grandi peculiarità e costituiscono ancor oggi un enorme esempio di quella passata civiltà contadina locale, il tutto nei nostri tempi sa ancora narrare quel vivere di ieri. Villa di Tirano, attraversando le antiche contrade, oppure visitando la ormai disabitata frazione di Musciano, è un paese in grado di riportare esattamente le caratteristiche che io cerco come pittore, per comunicare con la pittura appunto, il mondo contadino e paesaggistico. Negli anni recenti la sua arte è andata ad esplorare nuovi mondi, dal dipingere le nostre zone, le nostre corti, i nostri scorci paesaggistici, sino a giungere a rappresentare angoli di grandi centri metropolitani. Com'è nata questa nuova frontiera artistica di Riccardo Rinaldi? Il tutto è nato perché volevo aprire ad un mercato diverso, se vogliamo più internazionale. E' innegabile infatti che la crisi economica abbia colpito anche noi pittori, per cui si è reso necessario individuare e mettere in pratica, nuove tecniche e nuove forme di rappresentazione. Per questo ho iniziato a dipingere le grandi metropoli, ovviamente rivisitandole secondo uno stile personalizzato. In un primo tempo, rimanendo fedele alla mia pittura, ho dipinto quadri con New York innevata, oppure sotto la pioggia o nei serali, poi non solo nel caso di New York, ho fatto una ricerca sulla città dando alle mie opere un tocco di astrattismo che comunque non si discosta di molto dalla realtà. In questo filone pittorico, rientrano anche una serie di quadri che riproducono la nostra bella Venezia, la città lagunare infatti mi ha ispirato molto in questo mio nuovo filone artistico. Si tratta di nuove ricerche pittoriche che mi hanno stimolato molto, ci metto tutta la mia passione mostrando una città idealizzata. Concludo col dire che questi lavori, oltre alle nuove tecniche studiate e messe in pratica, richiedono un notevole impegno. Com'è stata valutata dal pubblico e dal mondo dell'arte questa sua nuova esperienza? Devo dire che il pubblico ha apprezzato da subito questi miei nuovi lavori. Nel 2016 un gallerista della Florida ha organizzato una mia mostra personale a New York. Venti erano i dipinti della grande città americana e cinque inerenti alla nostra Venezia, devo dire che è stato un successo, tanto che anche quest'anno lo stesso gallerista vuole riproporre una mia mia mostra personale. La pittura di Riccardo Rinaldi nel mondo, dove sono presenti le sue opere d'arte? Un po' in tutto il mondo. Nei periodi di apertura della mia galleria a Bormio, i turisti russi hanno molto apprezzato la mia arte acquistando diverse opere, il trend inerente alla clientela russa rimane tutt'oggi positivo, un po' meno per gli altri paesi dell'Est Europa. Sono presente anche in Israele oltre che nei già citati Stati Uniti d' America. Ho buone soddisfazioni anche dall'Australia, terra dove in epoche passate i nostri tiranesi e valtellinesi si sono stabiliti in cerca di lavoro. Proprio questi nostri lontani concittadini apprezzano molto la mia arte, per loro è un tornare a rivivere la nostra terra ed i suoi meravigliosi paesaggi, chiamiamola una sorta di ritorno alle origini, tramite la mia arte. Ovviamente, anche a livello locale non mancano le soddisfazioni così come nel resto del paese. Cosa prova Riccardo Rinaldi mentre dipinge? Una grande soddisfazione, dipingere è la mia vita, la mia passione e questo mi emoziona ogni giorno. Sono sempre in continua ricerca ed evoluzione, la mia pittura non deve essere mai ripetitiva ma sempre nuova. Potrei dipingere dieci volte lo stesso soggetto e per dieci volte ci metterei dei nuovi particolari, cerco sempre la poesia nella costruzione di un quadro, è questa la vera emozione che spazia dall'impostazione generale al dettaglio e viceversa. Abbiamo parlato di ricerca ed evoluzione, ci spiega meglio? La continua ricerca di nuove tecniche pittoriche è fondamentale per un pittore. Sono nato come pittore schematico, lavorando a pennello, pur mai dimenticando tutto questo, ossia una ricca dote di esperienza, posso affermare per esempio, che il lavoro a spatola è può metrico e più curato. Questo consente di esaltare i particolari, permette di dar loro vita artistica e quindi dare un messaggio, una ulteriore chiave di lettura di ciò che voglio esprimere con un mio quadro. Bisogna sempre migliorare nel tempo, questo è ricerca, è una sempre nuova sfida, è soprattutto arte. Tornare a Tirano, Riccardo Rinaldi, una vita per l'arte, Riccardo Rinaldi cinquant'anni di arte. Cosa significa per lei questa mostra personale? Rappresenta una delle due tappe fondamentali della mia vita come artista. La prima cosa che mi ha spinto ad organizzarla è il termine grazie; un grazie ai tiranesi ed ai valtellinesi, che da sempre hanno apprezzato la mia arte, il mio percorso come artista e mai mi hanno fatto mancare il loro apprezzamento e di questo ne sono orgoglioso. Voglio dire che palazzo Foppoli, la sua sala mostre, si rivela una cornice ben più che ideale per esporre le mie opere che soprattutto in questa mostra personale, che segna un'importante ricorrenza per la mia carriera, ho costruito nel percorso della mostra, un messaggio particolare che passa proprio dalla parola grazie. In questo percorso tra le sale si racchiudono tutte le belle soddisfazioni che ho sempre riscontrato dai miei compaesani in mezzo secolo di carriera. Ricordo che a novembre, farò una personale nel palazzo della Provincia di Sondrio, anche questo luogo mi è molto caro, come ricordavo all'inizio di questo incontro il palazzo citato, ha costituito un inizio importante per la mia carriera. Rinaldi, Guardando avanti la sua arte non si ferma? Raffaello ci ha insegnato una grande verità, i pittori lavorano a vita. Non è possibile fermarsi, soprattutto nella ricerca, sono certo che la pittura è proprio continua ricerca, lo vivo in ogni momento in cui dipingo. Ho una teoria che da sempre ho messo in pratica, la pittura non deve essere mai banale ma frutto, e mi ripeto, di ricerca e passione. Non potrà mai esserci una ricerca costruttiva se non ci si mette la passione, le due cose devono per forza viaggiare in simbiosi. Se questa simbiosi riesce, allora si ottengono risultati, che sono comunicare sentimenti, essere poetici nel dipingere e lanciare messaggi. Occorre sempre migliorarsi, unendo lo studio al piacere di dipingere. Non bisogna mai ripetersi ma mettere su tela soggetti sempre nuovi. Ricordiamo che la mostra personale di Riccardo Rinaldi sarà aperta presso palazzo Foppoli fino al 15 aprile. Al mattino dalle 10.00 alle 12.30 ed al pomeriggio dalle 15.00 alle 19.30. Buona visita che sarà uno straordinario incontro con l'arte. Ivan Bormolini
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