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Pensando al futuro del mondo

CULTURA E SPETTACOLO - 25 01 2017 - Giancarlo Bettini

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/Giancarlo Bettini di Tirano

QUASI SERIE (112), PENSANDO AL FUTURO DEL MONDO

 

“Non sono affatto amico della cosiddetta globalizzazione. Nè sono amico di coloro che sostengono l’Unione Europea. Visto come stanno andando gli avvenimenti politici gioisco alla decisione presa dall’Inghilterra, al distacco di questa Nazione, un tempo padrona di mezzo mondo, dall’Unione Europea.  Dalle mura dei costosi palazzi della Comunità Europea  poco o nulla è uscito di buono, direi che la maggior parte dei parlamentari europei ha rubato, e sta rubando, lo stipendio. Preferisco che ogni Nazione mantenga i suoi confini, la sua lingua, i suoi dialetti. Sono per un’Italia federale, per una macro Regione che comprenda il Piemonte, la Lombardia e il Veneto. In alternativa sono per la sola Regione Lombardia. Sono per il ritorno delle Provincie e penso che lo sprovveduto Ministro Delrio inizi a capire che qualcosa ha sbagliato. Piglio come esempio di Regione ideale l’attuale Lombardia, con il Governatore Maroni. Sorvolo sulle altre regioni, in particolare su quelle del sud.”    

 

E’ uno stralcio dell’articolo già riportato su questa rubrica nell’ultimo numero, il centoundicesimo, dal titolo “Il nostro futuro”.  L’ho riportato perché quanto contenuto sta alla base del mio pensiero. Qualche amico dopo la lettura di questo articolo mi dirà: “Non ti sembra troppo, ieri hai indicato, dal tuo punto di vista, quale sarà il nostro futuro, il futuro della nostra valle, oggi passi addirittura al tuo parere sul futuro del mondo.” Rispondo subito all’amico che quanto sto per scrivere deriva da quanto ho appreso leggendo i giornali e seguendo alcuni programmi televisivi.  D’altra parte qui, tra le Retiche e le Orobie, non abbiamo altre possibilità. Se aggiungo che la mia “tenera” età non mi permette notevoli spostamenti, ritengo che quell’amico forse non mi darà del presuntuoso. Ho a mio favore un buon ricordo del passato, la salute sino a ottant’anni, e ringrazio Dio per quanto concessomi. 

 

Papa Benedetto, in uno dei suoi primi interventi, ha detto che stiamo vivendo la terza guerra mondiale. Guerra non concentrata, ma diffusa nel mondo. Il Santo Padre ha avuto ragione. La globalizzazione mi fa pena quando vedo i popoli l’uno contro l’altro armati. Lasciatemi, amici lettori, dare un senso al titolo dell’odierno articolo. Per farlo devo citare un discreto numero di avvenimenti mondiali già in atto ed altri in divenire.  Inizio dalla globalizzazione che ci vedrà governati non da Trump, ma dai robot.  La ricerca, a mio parere, dovrà avere un limite ed ai robot sarà da preferire quel miracolo della natura che è il nostro cervello. Un limite alla ricerca sarà d’obbligo anche nel campo della sanità. A parte i già numerosi omosessuali non vorremmo venire a conoscenza di veri cambiamenti nel fisico del nostro corpo. La nostra Italia sta diventando un popolo di vecchi. Un argomento importante è quello della armi nucleari che dovrebbero essere totalmente distrutte se vogliamo ancora esistere sul nostro pianeta. Pianeta già oggi avviato verso un pericoloso avvenire. Quale? Quello del mutamento mondiale del clima. Mi è capitato di vedere alla televisione lo scioglimento dei ghiacci sull’Artico. Non sappiamo, conoscendo il passato, se quanto già avvenuto in secoli lontani avrà un futuro. Ho citato solo alcuni casi di possibili cambiamenti. 

 

Mentre scrivo squilla il telefono. Dall’altro capo del filo c’è un vecchio amico.  Gli accenno quanto sto scrivendo.  Politicamente siamo agli antipodi, ma quando ci sentiamo ogni muro viene demolito e preferiamo affrontare il problema dei nostri numerosi figli. Come sarà il loro futuro? Non lo sappiamo. Chiudiamo augurando loro buon anno.

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