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Un luogo nuovo

CULTURA E SPETTACOLO - 10 12 2017 - Don Battista Rinaldi

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Abbiamo insistito domenica scorsa sulla novità del tempo: un nuovo anno liturgico che rimanda a una Persona che viene e che ci chiama ad un’esistenza nuova. 

 

Oggi siamo richiamati ad un’altra novità, quella di un luogo nuovo.
Giovanni il Battista, infatti, protagonista di questo inizio dell’anno liturgico parla nel deserto, è lì che egli grida e annuncia. Tanto che ci viene da chiederci: a chi grida Giovanni, se siamo in un deserto? Perché? E a che scopo? Non sembra una follia tutto ciò?
Del resto sono molti che oggi si domandano se non sia un po’ follia quello che la Chiesa continua ad dentro comunità che sono vuote; che sono abitate solo da anziani e da qualche bambino che deve stare con i nonni.

 

Eppure è proprio lì, nel deserto, che la voce del Battista trova la sua forza profetica; lì la parola ritrova la sua limpidezza e lucidità, la sua forza e la sua autorevolezza, la sua capacità di aprire strade e orizzonti, di dare senso e speranza; lontano dai poteri politici e religiosi la parola è libera da preoccupazioni ideologiche, da autodifese apologetiche, da incrostazioni di carattere morale; è purificata da luoghi comuni e da frasi fatte, da conformismi e da accomodamenti servili; può smascherare con chiarezza gli idoli e mostrarsi in tutta la sua forza di radicalità esigente. 

 

Forse proprio questa desertificazione delle nostre chiese costringe tutti noi a ridire la Parola in tutta la sua autenticità senza asservirla ad altri secondi fini. Proprio per farla apparire piena di senso e per questo attrarre la gente; in modo da non indurre ad avere paura della stessa Parola anche se è esigente; così da spingere le persone ad un esodo, ad un cammino in quel deserto in cui si può incontrare il Signore.

 

Per questo la figura di Giovanni è un segno: egli compie nella sua carne e nella sua vita la parola che annuncia. E’ figura di essenzialità e semplificazione: di lui si dice la sobrietà del cibo e la povertà del vestire. Un messaggio essenziale, il suo, perché essenziale è la sua vita. Può chiedere di convertirsi e preparare la strada al Signore perché vive in prima persona tali realtà. La sua vita è ‘luogo’ che anche Gesù conoscerà, con tutte le differenze del caso.

 

Dunque un luogo nuovo per accogliere quel Verbo in grado di rinnovarci. È il secondo messaggio dell’avvento.

 

Don Battista Rinaldi

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