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Elezioni Tirano, Andrea Gusmeroli: "Perché la politica non attira più? Perché non sa sognare"

ECONOMIA E POLITICA - 06 06 2024 - Andrea Gusmeroli

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/Tirano

Siamo in pieno periodo elettorale, a tutti i livelli, quello locale dove si voterà tra poco per migliaia di amministrazioni e quello continentale dove si voterà per la grande sorella Unione Europea.

 

Premessa perchè nell’aria si respiri il fervore della politica, nei discorsi della gente si facciano strada opinioni e visioni, nei mezzi di comunicazione emergano istanze e valori, prospettive e strategie… sia a livello locale che nazionale o europeo.

 

Invece… tutto tace, o meglio tutto langue in un annoiato tran tran di slogan e proposte viste e riviste, trite e ritrite, ma soprattutto proposte e ri-proposte come un eterno spot pubblicitario o uno ritornello di canzonetta estiva.

 

In un tale contesto come può la politica appassionare i cittadini? Come può l’ennesima replica del film pre-elettorale “Ogni promessa è debito”, che poi si traduce in realtà nel remake “Niente di fatto, ma però non è colpa nostra”, risvegliare lo spirito di partecipazione dei cittadini?

 

Io sono di Tirano e ci vivo e lavoro, in questi giorni di elezioni ho sentito le tre “campane” come si dice, ho letto i programmi e… non sono riuscito a sognare! Ancora una volta!

 

In effetti l’ultimo sogno di Tirano è stato un mantra durato una trentina d’anni ossia la tangenziale, che in un modo o nell’altro nel giro di qualche anno sarà realtà, ma poi, non mi sembra di ricordare altro, forse solo il teleriscaldamento come “grande sogno”, voluto e realizzato alla fine degli anni novanta da Walter Righini, poi il mitico Coaster, per fortuna abortito. Altro? Ah sì l’Unesco del Trenino Rosso nel 2008, ma è un sogno non nostro, completamente voluto, perseguito e realizzato dalla Ferrovia Retica, made in Suisse quindi, non in Tirano.

 

Oggi come siamo messi?

Siamo fermi e l’ordinaria amministrazione della gestione di una città sembra essere il core business di tutte e tre le compagini in campo.

Sia chiaro, l’ordine, la pulizia, la manutenzione, il verde, l’edilizia pubblica, l’accessibilità, le regole, la buona amministrazione, gli spazi comuni, la socialità e la sicurezza intese in tutte le loro forme, l’ambiente, l’agricoltura di qualità, e tanto altro che sentiamo e leggiamo nei programmi delle liste in lizza ci vogliono, ci mancherebbe, ma sono semplicemente quello che chiunque amministri come un buon padre di famiglia una città deve semplicemente… fare.

 

Si sentono più parole general generiche che vere visioni strategiche.

Tanto spazio per la tangenziale che darà a Tirano una dimensione diversa, tanto spazio al decoro urbano e alla manutenzione del paese, spinta verso la tassa di soggiorno che però potrà avere qualche risvolto da non sottovalutare in termini di equità tra le strutture ricettive, tema forse sottovalutato, e poi territorio, servizi per le persone, giovani, anziani ecc. ecc.

 

Tutto bene, ma davvero mi sarebbe piaciuto essere sedotto da una visione di Tirano che non fosse solo di belle fioriere e rispetto per il turista, avrei sperato di essere accompagnato in un sogno di qualcosa di nuovo e con una valenza strategica di lungo periodo, ma non è successo.

 

E allora voglio condividere io, da semplice cittadino e tiranese, un sogno per una Tirano che nei prossimi vent’anni possa crescere e offrire non solo quello che già oggi abbiamo la fortuna di avere, perchè diciamocelo viviamo in un bel posto e ogni turista che incontro che venga dall’Australia o da Singapore o dal Brasile me lo conferma, ma provare ad avere e dare qualcosa di più.

 

Il mio motto, o mantra, come ho anche letto in un programma elettorale, è semplice: “Qualità della vita”. Su questo si può e deve costruire un paese e una comunità. La qualità della vita però va declinata in molteplici aspetti, non è solo l’aria buona, che se togliamo i camion dal viale già siamo a metà dell’opera, ma è la vita esteriore della possibilità di camminare sicuri e quella interiore di chi può vivere con serenità i suoi giorni in un contesto che lo fa sentire a casa… la casa di tutti.

 

Ecco, mi piace sognare, ma poi mi piace anche essere concreto e allora ecco alcune idee che lancio, ripeto da cittadino qualunque, nel calderone delle tante parole dette e scritte in queste settimane.

 

Nessuno ha parlato concretamente di centro storico, frasi buttate la come tante altre, perché in campagna elettorale bisogna citare tutti, e stop, basta scrivere tutto, in minuscolo o maiuscolo, ma mettere tutto. Poi se ci sia la possibilità di fare concretamente… beh, si vedrà e mal che vada non sarà colpa di chi ha amministrato ma di altre oscure forze contrarie.

 

Tirano ha perso 15 anni di possibilità di recuperare il centro storico in un modo che sarebbe alquanto semplice: implementare una strategia di recupero degli immobili con una finalità duplice, residenziale e turistica. Il Comune avrebbe dovuto fare, anche a seguito dell’Unesco del Trenino del 2008, il capofila di una strategia che avrebbe dovuto coinvolgere (o forse potrebbe ancora coinvolgere) imprese edili locali, tecnici, maestranze qualificate, professionisti, artigiani, e ovviamente enti interessati per facilitare i proprietari di immobili del centro storico a ristrutturare le case investendo capitali, non ingenti, che avrebbero potuto rientrare in parte con il classico 50% sulle ristrutturazioni in 10 anni di crediti d’imposta, a cui però si sarebbe aggiunta la messa a reddito degli immobili stessi in ottica turistica che avrebbe ripagato la parte restante dell’investimento. In 20 anni avremmo avuto grandi parti del centro storico rimesso a nuovo, rivitalizzato e con un aumento del valore immobiliare notevole. Un esempio? Classica casa vecchia di 150 mq su tre piani, recupero, faccio 3 o 4 camere per accoglienza turistica, la do in gestione e quindi come proprietario non faccio nulla ma incasso e creo posti di lavoro (pulizie, gestione, accoglienza, ecc.) e la metto a reddito… quando mi servirà per i figli l’avrò ripagata e sarà una casa vivibile e moderna in un contesto unico come quello di un centro che fa respirare storia ed emana fascino da ogni pietra. Difficile? No. Fattibile? Sì. Risultato? L’edilizia, un settore trainante dell’economia potrebbe lavorare con programmazione e visione per almeno 20 anni, senza droghe come il super bonus o altro… di cui vedremo nei prossimi anni la cancrena economica. Cosa è stato fatto? Tante piccole strutture ricettive dappertutto, nei condomini e nelle case anni 70, ma non nel centro storico. Un controsenso turistico. Una oggettiva conseguenza della “bookinghizzazione” del turismo: ho l’appartamento che mi ha lasciato la zia, vado all’Ikea, lo rimetto in sesto, lo metto su internet, aspetto e guadagno. Non è la mia visione di turismo di una città come Tirano o di una città turistica italiana di piccole dimensioni. Io ho fatto una scelta diversa e l’Ostello del Castello lo dimostra concretamente e mi rende fiero di quanto fatto e del piacere che vedo negli occhi di chi vi soggiorna, ma anche dell’esempio che potrebbe essere per il recupero del centro storico.

 

Un’altra cosa importante è il trasporto pubblico non locale ma totale. Dalla Cartiera a Cologna, da Baruffini a Madonna, una o due navette che continuano a girare dalle 7 del mattino alle 22 di sera per permettere a tutti di ridurre metri dei loro spostamenti. Il turista sfrutterà la vera montagna di Tirano che ora è solo Roncola e Baruffini. Il turista si ferma poche ore a Tirano, non va in Trivigno, ma può e vuole godersi i terrazzamenti e le bellezze da dentro o dall’alto dei terrazzamenti. L’altro versante quello di Cologna e delle selve seguirà garantendo percorsi più freschi e naturalistici in estate soprattutto. Ma questo lo affrontiamo nel dettaglio più avanti.

 

Partiamo da cose semplici. Realizzare percorsi ad anello di 2-3 ore adatte a tutti e.. tematici, ci sono vino, mele, castagne, palazzi e storia, medioevo, ma anche contrabbando, emigrazione, transumanza, tradizioni, leggende tutti temi spendibili e “traducibili” in percorsi sul territorio. Costi? Irrisori!

 

Ricettività: Turismo diffuso e di qualità, nessuna grande struttura alberghiera, meglio piccole strutture e diffuse nel territorio e nel tessuto sociale… un Hilton o un Best Western al cinema Italia fanno lavorare 20 persone, 20 piccole strutture integrano i redditi di 20 famiglie, ma ne garantiscono il reddito nel tempo… se Tirano diventerà una meta turistica ovviamente… e c’è tanto da lavorare.

 

Su questo tema non si può transigere sulla qualità dell’accoglienza… so che è facile automatizzare tutto, dalla prenotazione al check-in degli ospiti, meno vedo il turista meno mi sbatto! Qui non si può, qui non si deve, il valore aggiunto è l’accoglienza e l’informazione al turista anche per condurlo per mano verso il meglio che Tirano può offrire. Formazione e responsabilità del ruolo di ospite come ambasciatore locale. Accogliere deve comportare una responsabilità verso tutta la comunità e l’economia locale.

 

Altra cosa sottovalutata è l’ascolto dei ragazzi. Non serve tanto un consiglio comunale dei giovani, quanto degli spazi liberi e gratuiti all’aperto e al chiuso dove possano stare insieme ed esprimersi. Un campetto da calcio non a pagamento e aperto… l’oratorio non lo è come invece lo era un tempo, quello della scuola Trombini è chiuso e a pagamento, quello del San Michele è un campo di patate, quello della casa del fanciullo è dimenticato da Dio e dagli uomini, quello di Cologna un residuato abbandonato… e si progetta un campo da calcio di fronte al foro boario togliendo anche i parcheggi a servizio della possibile palestra e soprattutto un’area parcheggio in una cittadina che ha fame di parcheggi. Mi sembra assurdo.

 

Uno spazio al chiuso da autogestire che diventi la casa dei ragazzi, un “Palazzo dei ragazzi”, dove possano fare, incontrarsi ed esprimersi, uno spazio però progettato parlando con loro, non come lo pensano gli adulti, spazi grandi o piccoli? Attrezzati o liberi? Dedicati o flessibili? Saranno loro a dirlo perchè è per loro che deve essere realizzato. Dove? Spazi vuoti in città ce ne sono. Potrebbe essere qualche lascito o il palazzetto abbandonato dello sport, gli ex pompieri-aem, o potrebbe essere qualcosa da realizzare ex novo. Uno spazio per tutte le stagioni che li faccia sentire a casa e li responsabilizzi nella gestione.

 

Altro tema la viabilità. Dopo le rotonde, lanciamo la moda dei sensi unici che liberano una carreggiata per bici e pedoni o per parcheggi e sono fattibili in gran parte delle principali vie di Tirano come successo per i lungo Adda. La “circonvallazione” interna Viale Garibaldi, Via Pedrotti, Via Cappuccini, Via Monaci, Via San Rocco, ma anche Via Porta Milanese a scendere, Via Agricoltura, Via Vanoni, Via dei Castelli con riqualificazione della viabilità che unisce Dosso, Castellaccio e via Trivigno ma anche in diverse vie del centro storico. Poi sarà una scelta se fare ciclabili dove servono o parcheggi sui lati della strada dove servono.

 

Tema altrettanto delicato quello dei parcheggi, che però determinano la mobilità di una città e la possibilità o meno di liberarsi dal traffico. Partiamo da una premessa, il costo per un parcheggio interrato va da dai 15 ai 20.000 euro a posto auto, fuori terra dai 6 ai 10.000 euro. Non sono bruscolini ma restano pur sempre un investimento e una scelta vitale per una città se posti in zone strategiche.

 

Partiamo da Piazza Marinoni e il suo parchetto, sono spazi dove poter realizzare un grande parcheggio interrato come quello di piazza garibaldi a Sondrio, i costi sono notevoli ma un Comune sulle opere strategiche può fare mutui a lungo termine che possono diventare sostenibili per i bilanci annuali. Scelte del genere, anche se lasciate in eredità alle successive amministrazioni, non sono né un problema finanziario né etico per il vincolo che viene creato nei bilanci successivi. Sono cose che vanno fatte e vanno a vantaggio di tutti.

 

Il tema dei grandi parcheggi è un tema caldo, si parla di attrezzare le porte di ingresso a Tirano, ma gli spazi in paese sono pochi. Partiamo da Madonna, uno facile da gestire e senza problemi logistici almeno credo, vicinanza al Poschiavino permettendo, è il campo di calcio della Casa del Fanciullo, grande, di facile accesso, vicino ad una delle attrazioni di Tirano, e che potrebbe essere sia interrato che fuori terra su due piani e invisibile visto il muro attuale sulla Statale. Uno spazio che può servire turisticamente la zona di Madonna e una parte del Viale Italia. In alternativa l’unico spazio libero grande in zona è il parco del San Michele, sempre per un parcheggio ma interrato. Idea alternativa un piano di parcheggi scoperti sopra la piazzetta del fontanone, con i lati da mitigare e occultare in qualche modo, sui lati lunghi c’è già il terrapieno della fontana da una parte e sull’altro lato c’è giù un muro eventualmente da rialzare di poco. Sempre in zona… il punto di domanda della Casa Mottana con i suoi spazi immensi sul retro… volete farci qualcosa? Proponete, lo valutiamo e ci mettiamo però anche un parcheggio pubblico per Tirano.

 

Più complessa l’area della stazione e di metà Viale anche se anche in questo caso abbiamo gli spazi liberi dei parcheggi dietro il Pinchetti e soprattutto lo spazio del parchetto di fronte all’Unes che potrebbe essere un’area papabile per fare un parcheggio interrato e poi tornare a verde pubblico in superficie. Una riflessione anche su piazza del mercato, a parte il giovedì come è utilizzata? Magari si potrebbe creare qualche parcheggio anche li… ma senza sacrificare spazio alle persone, ma adesso in effetti è un luogo non luogo, senza identità, funzione, attrattiva se non il giovedì mattina.

 

Tema molto delicato quello del centro storico, dove ci sono molte attività, sia ricettive che ristorative e bar, una zona che ha già dei parcheggi interrati (Torre Torelli) ma che non sono usati, una zona che dovrebbe diventare almeno nella parte centrale pedonale per consentire a Tirano di avere un salotto buono che vada dalla Maria Luisa al Palazzo Salis, una zona dove vanno riportate le attività sul modello dei piccoli centri, vengono in mente vicini a noi Poschiavo o Chiavenna, commercio di qualità o comunque adatto alle richieste del mercato: ristorazione, ma non solo. In questa zona gli unici spazi verdi potenzialmente idonei sono i prati tra Via Stelvio, Via Torelli e Via Don Angelini, dietro il consorzio agrario, altro c’è poco, ma potrebbe essere uno spazio potenzialemente utile per accogliere chi vuole vivere il centro storico più autentico tra piazza Cavour e Porta Bormina, ma anche il potenziale anello di passeggiate che da Porta Bormina va verso i Pompieri e giù al Centro Sportivo.

 

In definitiva si può creare una rete di “accoglienza” per le auto degli ospiti di Tirano per togliere almeno il traffico turistico dal paese e anche le auto stesse che mai fanno un bel vedere, anzi!

 

I parcheggi in centro nelle vie normali invece devono essere salati per disincentivare l’uso dell’auto, consentita la sosta di 15 minuti per le commissioni, molto più cara la sosta in paese. Giusto per fare dei paragoni in località turistiche si può anche pagare 10 euro e passa all’ora.

 

Altro tema delicato e con potenzialità è l’agricoltura che ad oggi non ha legami con il turismo ma soprattutto, in particolare per il vino, non sfrutta i contatti con le migliaia e migliaia di turisti che ogni anno passano da Tirano e che possono assaggiare i nostri vini, ma che non li possono portare nelle loro valige… cosa fare? “Assaggia da me e ti spedisco i prodotti a casa”, non è troppo complicato nell’epoca di Amazon e C. E poi visite guidate, apertura delle cantine, e soprattutto delle vigne che sono la nostra scenografia più suggestiva e impattante e che non sfruttiamo a dovere.

 

Il resto del commercio? Una analisi su due aspetti: shopping per le persone del posto, con un ragionamento attento sugli orari e sui periodi di apertura, soprattutto se si avrà il coraggio di pedonalizzare Tirano, dal centro storico al Viale Italia (almeno la sera!), per far diventare alcuni luoghi strategici della città dei salotti adatti anche ad uno shopping rilassato e magari più serale. Dall’altra le esigenze del turista che dovrà trovare una Tirano anche formato vetrina per essere invogliato all’acquisto, ma come? Tenendo conto che spesso non ha possibilità di portare “grossi pesi”, ma magari qualche elemento di made in Italy, dalla moda ai sapori, potrebbe portarselo a casa… o farselo spedire. Teniamo inoltre conto delle migliaia di persone che passano da Tirano e anche da zone non troppo lontane da noi, dove anche un mobile di design o un pezzo di antiquariato o un vestito da sposa potrebbero essere spediti. Ci vuole un pò di analisi e un pò di strategia, ma anche tanta imprenditorialità. Perchè non pensare ad una vetrina fisica delle nostre “eccellenze” in un punto centrale di passaggio dove mettere ciò che Tirano produce: il mobile in legno, il prodotto tipico, ma anche un depliant dell’azienda locale, dal lamellare alla bici elettrica (giusto per citare due esempi anche estremi). In questo le associazioni di categoria devono entrare in gioco con impegno. Anche se non vendi la calamita del Trenino o un paio di scarpe, in questo modo magari ti presenti al turista che diventa un potenziale cliente, magari perchè vuole arredare casa o che cerca un servizio particolare.

 

Vado avanti nel mio delirio di spunti concreti. Tirano a due ruote? Si fa presto, sensi unici, prezzi alti dei parcheggi lungo le vie per disincentivare la sosta lunga, servizi di consegna a domicilio delle merci: invece del delivery sottopagato un furgoncino che fa le consegne in base alle varie richieste dei negozi del paese e solo del paese, per evitare che ci si sposti in auto… magari vai a piedi o in bici a fare la spesa o in negozio poi lasci il carrello e 3 euro di consegna e finisci la tua passeggiata o il giro in bici e dopo un pò di trovi la spesa a casa. Difficile? Fantasioso? Chissà. Non credo, si tratta di un nuovo paradigma: mi muovo sempre leggero e non ho bisogno di auto, ma mi basta la bici, sono i pesi delle merci che viaggiano per venire da me i modo diverso, saranno 20 spese in un furgone e non 20 spese in 20 auto.

 

Meno auto in giro più spazio per le persone, più leggera la città, meno inquinata, meno brutta. Per fare questo serve un ulteriore elemento: il trasporto pubblico.

Vogliamo crescere? Bisogna investire, con l’obbiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Tirano è minuscola, il 90% del “movimento” delle persone che vivono o visitano Tirano è sull’asta di un km tra Madonna, Stazione, Marinoni e Piazza Cavour.

 

Difficile mettere una navetta che collega i tre punti focali della città? Che costi potrà mai avere? Questa sarebbe come la Linate-Fiumicino dell’Alitalia di una volta… una gallina dalle uova d’oro. Quanti turisti pagherebbero i loro 2-3-5 euro per andare da una parte all’altra di Tirano con un servizio garantito e organizzato? Tanti fidatevi! E quindi la tratta sarebbe in attivo… con questo attivo aggiungi le fermate delle periferie da definire attentamente in base alle esigenze e alla popolazione (San Rocco, Cartiera/Rugen park, via Agricoltura/Ponticello stazione Bus, Porta Milanese, Dosso, ecc.).

 

Un capitolo a parte per le frazioni. Impossibile o meglio ingiusto non pensare ad un servizio di trasporto pubblico sia per residenti che per turisti verso la costa vitata di Roncaiola e Baruffini che verso Cologna. Tre zone con un potenziale turistico notevole e assolutamente inespresso.

 

Roncaiola: un borgo che è una cartolina, un punto panoramico che vale come una vacanza, in cui implementare spazi di semplice relax e “godimento” del panorama… basta una sdraio con vista sulla valle e non serve altro! Ma altro ce n’é, un ristorante, il sentiero del Pane assolutamente da rendere sicuro e più facile e largo e altri percorsi verso valle (San Rocco e Basilica) o verso il confine (Piazzo, Dogana svizzera).

 

Baruffini: un borgo in parte rivitalizzato dall’interno, almeno dal punto di vista della comunità, grazie ad un’associazione iperattiva che ha coinvolto tante persone del posto in mille progetti, ma quello che può salvare Baruffini è il recupero edilizio. Riportare gente a vivere al “sulif”, a 10 minuti dal centro, ma in una dimensione diversa più rilassata, naturale e diciamocelo bella. Come fare? Prima cosa garantire ai residenti il servizio di trasporto pubblico almeno ogni ora e non solo negli orari di scuola. Un servizio che si ripagherebbe in buona parte con l’utilizzo da parte dei turisti delle navette per raggiungere uno degli angoli più speciali di Tirano, per mangiare o fare una passeggiata o solo per fare qualcosa… una foto dai vigneti o in un angolo del paese.

 

Il trasporto garantito potrà convincere il “residente ideale” a pensare a Baruffini per una casa o una seconda casa. Quello che vedo io è un pensionato svizzero a 6000 franchi al mese con in banca un milione milione di franchi che cerca un posto speciale dove stare tranquillo e “al sole” anche in inverno, facile da raggiungere (Tirano ha due ferrovie), ad una quota non eccessiva, con una qualità della vita buona, con servizi e con tutti i plus dell’italianità, saper vivere, buona cucina, cordialità, senso di comunità… e perchè non a Tirano, ma anche meglio a Baruffini se collegata con una navetta?

 

Per Cologna vale il discorso delle altre due frazioni, ma è ancora più vicina, sono 2 minuti di auto quindi inserirla tra le altre fermate cittadine di fondovalle non dovrebbe essere un grande problema. Anche Cologna ha le sue potenzialità e sono legate alla natura ed agli spazi comodi e fruibili da godere per i turisti. Passeggiate nei frutteti, tra Cologna e Sernio, con il possibile rientro dalla diga e dalla ciclabile, ma anche i sentieri e le sterrate tra le selve da Gilera al Castellaccio.

 

Come finanziare il trasporto pubblico? Una parte con i biglietti dei turisti, tanti sono su di età e senza alcun problema economico, quindi ben disposti a pagare per il servizio, oltre a coloro che vogliono a tutte le età scoprire sia Tirano paese che le sue frazioni in tempi compatibili con quelli del loro breve soggiorno in città (meno tempo se mi muovo a piedi, con il bus vedo più cose e diverse). In parte con il finanziamento pubblico utilizzando risorse dal bilancio comunale e dalla possibile tassa di soggiorno. Ma c’è una ulteriore strada, far abbonare i tiranesi stessi. Chi non investirebbe 50 euro all’anno per avere un suo abbonamento da sfruttare per i piccoli spostamenti da casa alla posta o al negozio o alla banca o alla chiesa? 50 euro per 1000 persone (anziani, ragazzi, cittadini più sensibili al non uso dell’auto)? In ogni caso il trasporto pubblico è una scelta di qualità della vita che va di pari passo alla lotta contro le auto e alla facilitazione della mobilità in bici e a piedi. Quindi non è un costo ma una scelta e un investimento in qualità della vita.

Ribadisco che Tirano è uno sputo di territorio 1 chilometro quadrato, mica una metropoli. Chiunque dica che non si può fare semplicemente non lo vuole farlo.

 

Ci sono alcune altre cose pratiche che voglio segnalare in conclusione. Uno è il tema dei rifiuti. Bisogna essere liberi di conferire con facilità, quindi va bene il porta a porta, ma lo spazio della raccolta differenziata deve essere aperto più spesso per poter conferire, in regola, ma quando si vuole o riesce. Sempre in tema di raccolta dei rifiuti io suggerirei anche di trovare il modo di ridurre i volumi dei rifiuti, ricordiamo che il 90% del volume di carta, plastica e anche vetro che trasportano i camion della nettezza urbana è… aria. Proviamo a pensare cosa voglia dire prendere sia plastica che cartoni che vetro e semplicemente triturarli. Partirebbe un container invece che nove! Come fare? Un passaggio intermedio. La plastica, la carta e il vetro raccolti a Tirano passano in uno spazio dell’area della raccolta differenziata dove vengono tritati e poi finiscono nel famoso container con destinazione riciclo. Non è difficile, ci sono trituratori anche domestici a 1500/2000 euro che tritano tutto e che riducono in coriandoli carta, plastica, vetro, alluminio, ecc… il sacco classico del mercoledì o del giovedì diventa una scatolina di coriandoli. Invece di ritirare da me ogni settimana conferisco una volta ogni due mesi… fa la differenza. È un’idea. Caro Comune se mi riduci la Tari e mi sconti dalla Tari stessa il costo del compattatore lo faccio anche subito, chi non lo farebbe? Risparmi sacchi in giro per il paese, metri cubi di aria trasportata da cartoni plastica e vetro e ovviamente costi. Fatevi due conti e poi mi dite.

 

Chiudo, perchè mi sono annoiato anche io, con un tema che è assolutamente sottovalutato.

 

La “luce”. Illuminazione non è solo funzionalità ma è il modo più facile per mettere in evidenza la bellezza, che sia di una statua, un palazzo, una via, un albero, una corte, una torre o un castello… beh rifacciamo innanzitutto la scandalosa illuminazione del Viale Italia, ma pensiamo anche a illuminare i tanti angoli suggestivi di Tirano, stupiamo i turisti e noi stessi scoprendo portoni, archi, santelle, facciate, piazze, corti interne… investiamo nel bello e ci guadagneremo tutti e con pochi pochi soldi.

 

Buone elezione a tutti.

 

Io voglio ancora sognare.

 

PS TUTTO QUANTO SCRITTO NON HA ALCUN LEGAME CON ALCUNA LISTA IN LIZZA!!!

 

Andrea Gusmeroli, Oste Tirano anno domini MMXXIV

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