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Provincia di Sondrio: Ultima in Lombardia per assegni pensionistici

ECONOMIA E POLITICA - 16 11 2024 - Redazione

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/Provincia Sondrio: Ultima per assegni pensionistici

Sondrio si conferma, anche nel 2024, la provincia con il valore medio degli assegni pensionistici più basso della Lombardia, secondo i dati dell’Osservatorio INPS rielaborati dal Centro Studi CGIL e dallo SPI. Nonostante un lieve aumento dell’importo medio lordo, che per la prima volta supera i 1.000 euro mensili, la distanza con la media regionale rimane abissale: 1.034 euro contro i 1.298 euro lombardi, una differenza del 20%.

 

Questa situazione, evidenziano gli esperti, riflette un passato di salari bassi, carriere discontinue e precarietà diffusa, soprattutto tra i lavoratori del settore privato.

Un declino progressivo: i numeri delle pensioni a Sondrio

Dal 2020 ad oggi, le pensioni erogate nella provincia sono diminuite di 1.135 unità, con un calo significativo nel settore privato (-1.792), parzialmente bilanciato dall’aumento delle pensioni pubbliche (+657). Il totale delle prestazioni pensionistiche, escluse quelle per i dipendenti pubblici, è sceso da 58.898 nel 2019 a 56.651 nel 2024.

 

La provincia, inoltre, presenta percentuali più basse di pensioni da lavoro dipendente (13,9% contro il 17,3% della media lombarda) e più alte per le prestazioni assistenziali (6,2% contro il 4,8% regionale). Una persona su tre, in molti casi, riceve pensioni inferiori ai 1.000 euro lordi mensili.

Le rivalutazioni pensionistiche: un aiuto insufficiente

Le rivalutazioni delle pensioni avvenute nel 2022 e 2023, sebbene necessarie per fronteggiare l’inflazione, non hanno compensato il calo del potere d’acquisto. Nel biennio, le pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo (circa 2.100 euro lordi mensili) hanno subito rivalutazioni parziali, con il governo che ha trattenuto quasi 10 miliardi di euro, aggravando ulteriormente la situazione.

 

Per il 2025, si prevede una rivalutazione dell’1,6% per gli assegni fino a quattro volte il minimo, con percentuali decrescenti per importi superiori. Tuttavia, le pensioni minime vedranno un aumento simbolico di soli 3,13 euro al mese, portando l’importo da 614,77 euro a 617,90 euro.

Un sistema fragile e precario: il futuro delle giovani generazioni

Il futuro previdenziale della provincia di Sondrio appare preoccupante. Il passaggio al sistema contributivo penalizzerà ulteriormente i lavoratori più giovani, già colpiti da alti livelli di precarietà e da un mercato del lavoro sempre più orientato verso il terziario stagionale, come il turismo. Questo settore, pur generando reddito, non garantisce le stesse basi retributive del manifatturiero, con effetti negativi sui futuri calcoli pensionistici.

 

Anche l’attuale situazione pensionistica del pubblico impiego risente di un contesto di lunga stagnazione. L’importo medio delle pensioni erogate ai dipendenti pubblici è di 1.955 euro, al di sotto sia della media regionale (2.069 euro) che nazionale (2.209 euro). Inoltre, la progressiva erosione del potere d’acquisto accentua il disagio economico degli anziani, che devono affrontare costi crescenti senza adeguati aumenti di reddito.

Le mobilitazioni: sciopero generale il 29 novembre

Per contrastare le scelte penalizzanti della legge di bilancio 2025 e richiedere misure correttive sul fronte socio-economico, la CGIL e la UIL hanno indetto uno sciopero generale per il 29 novembre. La protesta vuole porre l’accento sull’urgenza di interventi che tutelino non solo i pensionati, ma anche le future generazioni di lavoratori.

 

Secondo Sandro Bertini, segretario dello SPI CGIL di Sondrio, è fondamentale invertire questa rotta. "I pensionati della nostra provincia sono sempre più penalizzati da politiche che non tengono conto della realtà economica e demografica. Serve un’azione concreta per garantire un futuro più dignitoso a tutti."

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