Stemperiamo l’ansia elettorale con il sorriso
ECONOMIA E POLITICA - 23 05 2019 - Méngu
Sarà perché ho letto tutte le promesse elettorali fatte sui libretti distribuiti in questi giorni in Tirano riguardanti gli aspiranti Sindaci congiunti alla loro squadra, sarà quel che sarà, ma a me è venuta un’ansia elettorale che mi ha spinto nel mondo esoterico dei sogni. Chèsta nocc ma sòo ‘nsugnàa che a Tiràn l’è rüàa ‘l trénu del Chisciöl. Cùma l’éra bèl! L’éra partìi dala staziùn centràl de Milàn cun ‘na càrga de gént. Ilò àla staziùn de Tiràn i la speciava i trìi aspirant Sindàch. ‘L trénu stralùng l’è rüàa àla staziùn tiràa de dùu lucumutùr . Ogni aspiarant “ prìm citadìn “ la vantàa ‘l chisciöl cun ‘na frase ‘n dialèt: I noss chisciöi i è ‘na delìzia che pü té ‘n mànget e pü i ta vìzia. I chisciöi de Tiràn e de Sèren ta pö mangiài estàa e invèren. Chìi ‘l màngia i chiscöi e béf ‘l noss vin ‘l scàmpa cént agn cun ‘l scervèl fìn. Pòo la fèmna graziusa la cantàa ‘sta canzuncina. : U gént dèla bèla madunina de Milàn, benvegnüü chilò nela nòsa gran Tiràn. Mangìi ‘l chisciöl che l’è pü bun del pan e de segür ciaperìi pü gnàa ‘n malàn. De ‘n bòt tücc i sa brasciàa scià e ié andàcc a slungà li gàmbi sùta ‘l taul e a mangià chisciöl con insalatìna e a bév vin bùn del nòs. Ascoltate il mio sogno ! D’un tratto un signore elegante e raffinato, mentre aveva in bocca una buon boccone di chisciöl, chiese a bruciapelo ad uno dei tre aspiranti sindaci il cui viso mi è però svanito nel sogno : “Perché la ferrovia si ferma a Tirano e non prosegue in questa bella Valle?” Lui ( o lei ? ) , con occhi trasognati e luminosi di buon vino ha risposto: “Caro signore milanese, anche i dirigenti di allora avrebbero voluto che la nostra ferrovia della FAV proseguisse verso Bormio ma non c’è stato nulla da fare. Nei primi anni del ‘900 le maestranze che costruirono la ferrovia giunsero in Tirano e assaggiarono i cibi locali. Sventuratamente, per i capi della ferrovia, gli operai che dovevano posare i binari e costruire la stazione assaggiarono anche il chisciöl. Quel cibo fu allora, come adesso, una delizia! Quando mangiavano il chisciöl sentivano il dolce canto delle sirene. Certo, costruirono la stazione di Tirano posando i binari , ma quando furono obbligati a scavare per proseguire verso Bormio gettarono a terra il badile. Proseguendo la ferrovia verso Bormio gli operai temevano di perdere la loro porzione di chisciöl in mensa, perciò fecero sciopero per oltre un mese. Non ci verso di farli lavorare e la ferrovia si fermò a Tirano. Per risolvere il problema giunse da Milano il Direttore dei lavori della ferrovia. Era un buongustaio. A mezzogiorno ebbe fame e avendo saputo della bontà del chisciöl e temendo di dar ragione agli operai, si fece legare alla sedia e imbavagliare per non cedere alla tentazione d’assaggiarne . Nulla da fare! Passò di lì un operaio con un chisciöl fumante che mise sotto il naso del Capo che l’annusò , poi con un grido e una forza disumana ruppe la corda che lo legava alla sedia. Si tolse il bavaglio; mangiò il chisciöl e profetizzò: “ Hanno ragione i miei operai ! Lo dico con la mano tesa, l’ho detto e lo farò. Il treno della FAV non proseguirà mai oltre Tirano poiché tutte le generazione dovranno obbligatoriamente fermarsi in questo sito e dovranno assaggiare il Chischöl del tiranese” Così fu ed è tuttora! Quella espressione solenne la seppe, alcuni anni dopo, il Capo delle ferrovie svizzere. Anche lui volle assaggiare il chisciöl prima di progettare la ferrovia S. Moritz – Tirano . Fu orgasmo o passione in quel momento? Non si sa! Disse solo “ Ja, ja, genau !“. Si vide il Capo svizzero chinarsi per terra, alzare gli occhi al cielo; prese carta e matita e progettò la ferrovia Retica con la fermata definitiva in Tirano affinché tutti i suoi connazionali potessero gustare la delizia del Chisciöl. Di più ! Fece di più ! Completò la sua opera, da svizzero preciso e concreto, dipingendo le carrozze prima in giallo , poi in rosso per rammentare il Chisciöl fumante e ben cotto. Il signore milanese, sentito la storia, rise a crepapelle e fu un vero miracolo che non fini strozzato da un boccone di chisciöl che gli si mise di traverso nel “ canarüz “ ( trachea ) sceso dopo tre quarti di vino rosso versatogli in gola con il “ pedriöl “ ( imbuto ) dalla aspirante sindachessa. . Méngu
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