Tirano città turistica? Non ancora
ECONOMIA E POLITICA - 07 11 2017 - Marco Travaglia
Nelle settimane scorse abbiamo tastato il polso di ristoratori, albergatori e negozianti in genere, evidenziando come il turismo tiranese sia in crescita. Merito, oltre che dell'irrinunciabile trenino rosso, delle offerte della città? Probabilmente no, almeno a sentire il parere dei turisti raccolti durante l'estate. Pur apprezzando, in linea di massima la città, essi evidenziano alcuni punti critici. I più cruciali, e che ormai evidenziamo da anni, sono la carenza di servizi e negozi aperti nei giorni festivi e nelle ore della pausa pranzo (i turisti svizzeri di giornata si fermano generalmente tra le 10 e le 14, non trovando nemmeno un'area pic nic). Una lamentela viene poi rivolta agli orari limitati dell'ufficio turistico (IAT) e quindi alle difficoltà di reperire i biglietti del trenino rosso: la biglietteria elvetica chiude infatti alle 19.30. La necessità di orari prolungati è originata dal fatto che, tipicamente, il turista si ferma a Tirano nel fine settimana, arrivando nel tardo pomeriggio di venerdì o sabato. Trovare la maggior parte degli esercizi pubblici chiusi, compresa la Basilica di Madonna di Tirano, non è un bel biglietto da visita per una città che vuole definirsi turistica. Riguardo al santuario, poi, non esiste un accordo sugli orari con il Museo etnografico: trovare delle sinergie tra le due “attrazioni” di Madonna di Tirano sarebbe auspicabile. Non dimentichiamo, poi, che per il turista trovare i negozi aperti la domenica mattina è la normalità; a Tirano invece è un'eccezione. Come sono un'eccezione, sempre secondo i turisti con cui abbiamo parlato, gli eventi a loro dedicati. Il villeggianti che permangono per più di due giorni denunciano una mancanza di piccoli eventi serali: le grosse manifestazioni, vedi per esempio notte bianca o Sforzato Wine Festival, sono infatti considerati eventi prevalentemente per residenti. Si registrano, infine, altre lamentele che riguardano la piazzetta Salis, “svuotata”, oppure una scarsa illuminazione della città. Una nota particolare meritano poi gli orari dei ristoranti: per gli stranieri, soprattutto nordici, aprono troppo tardi, mentre per gli italiani, soprattutto quelli che arrivano in serata, chiudono troppo presto. Questo elenco non vuole certo essere esaustivo o essere preso come oro colato. E' piuttosto uno spunto di riflessione che evidenzia una certa lontananza da un obiettivo che Tirano dovrebbe raggiungere, e cioè essere una città turistica. Il nostro mandamento ha la fortuna di ospitare un patrimonio dell'Unesco, il trenino rosso del Bernina. Ricordiamo che Tirano, e l'Italia in genere, non sborsa un centesimo per la sua messa in esercizio: sfrutta il suo marchio a costo zero avendo la possibilità di far transitare milioni di turisti all'anno. Una vera e propria manna dal cielo che dovrebbe essere lo sprone per far cambiare mentalità alla maggior parte degli esercenti e, in parte, anche alle amministrazioni presenti e future. Marco Travaglia
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1 COMMENTI
07 11 2017 14:11
Méngu
Caro Direttore, espongo una mia riflessione serena e senza interessi di parte. Tirano è diventata una città turistica senza dubbio. Lo dice uno che percorreva negli anni ’50 i viali Italia sterrati e vedeva solo poche anime foreste e sfaccendate percorrerli. Ora quei viali sono affollati e percorsi da turisti di tutte le nazioni e dei vari continenti. L’appetito vien mangiando, così è anche per il turismo, ma il turismo lo si crea pian piano e non si può far tutto con un colpo di bacchetta magica. Le precedenti Amministrazioni e l’attuale hanno fatto la loro parte per rendere Tirano graziosa e accogliente. L’attuale Amministrazione continua facendo manutenzione e abbellimento, previlegiando la comunicazione e portando avanti l’annoso problema della tangenziale. I privati hanno fatto la loro parte e la stanno facendo, vedasi i bar e ristoranti affollati e accoglienti. Ho piacere che gli operatori economici di Tirano siano grati al “ Trenino Rosso del Bernina “ per il grande vantaggio economico che ha dato a Tirano e, senza dubbio ne darà ancora di maggiori e in modo esponenziale nel tempo. Ma cosa si fa in Tirano per ringraziare di questa fortuna? Poco si dice. E allora perché ogni anno, gli operatori economici e tutti quelli che ne traggono vantaggio, non indicono tre giorni consecutivi di festa denominata “ Festa del Trenino Rosso” abbinando varie manifestazioni dell’enogastronomia locale ? C’è la festa di S. Martino che è Patrono di Tirano. perché allora non osannare, per il lato economico, il trenino rosso?. I tiranesi potranno in tal modo onorare la frase che leggo nell’articolo e che cito “ Ricordiamo che Tirano, e l'Italia in genere, non sborsa un centesimo per la sua messa in esercizio: sfrutta il suo marchio a costo zero avendo la possibilità di far transitare milioni di turisti “”. Onorarlo significa far conoscere che Tirano coccola il trenino e coccola tutti coloro transitano nella nostra città. Riguardo la mancanza di una “ area aperta pic-nic” la colpa è di tutti. Vi ricordate le più di 700 firme raccolte per avere un parco degno di questo nome in Tirano ? E’ una vergona che non si fatto nulla !!! Per quanto riguarda la carenza di servizi e negozi aperti nei giorni festivi, a mio parere, significa che se non c’è l’interesse economico nulla si fa, Ricordiamoci però che chi semina prima o dopo raccoglie. I clienti vedendo chiusa la porta non entranno dalla finestra !