Voto in Regione, c'è poco da vantarsi
ECONOMIA E POLITICA - 13 02 2023 - Guido Monti
Come nelle previsioni Attilio Fontana è stato rieletto alla presidenza della Regione Lombardia e potrà dunque gestire l'avvicinamento alle tanto attese Olimpiadi invernali del 2026 dall'alto del consenso ottenuto nella votazione del 12 e 13 febbraio. Però il dato che balza agli occhi in tutta la sua evidenza è la scarsa affluenza ai seggi fatta registrare dai cittadini lombardi. Solo il 41,6% degli iscritti agli elenchi elettorali ha deposto la scheda nell'urna (in provincia di Sondrio è andata ancora peggio, con un appena sfiorato 38%), mentre la maggioranza ha preferito starsene a casa o andare a spasso approfittando delle belle giornate di sole concesse da questo insolito inverno. Il crollo dei partecipanti al voto è davvero impressionante, se si pensa che alla precedente consultazione regionale i votanti erano stati il 73,1% (in provincia oltre il 66%). Questo significa che il 31,5%, ovvero circa un elettore su tre, si è aggiunto al quasi 27% di astenuti del 2018. L'eloquente 58,4% di mancati votanti dovrebbe imporre un'attenta valutazione e una profonda riflessione ai protagonisti della scena politico amministrativa lombarda, non importa se vincitori o sconfitti, propensi invece all'esaltazione del successo piuttosto che al ridimensionamento della debacle. Una così larga e esplicita disaffezione al voto è una disfatta per la democrazia e gli esponenti di tutte le forze politiche dovrebbero cospargersi il capo di cenere e recitare il mea culpa se il disinteresse e lo scetticismo hanno preso il sopravvento su una cittadinanza attiva sempre più latitante, al punto da destare preoccupazione per le sorti delle istituzioni pubbliche. L'impopolarità della politica e dei meccanismi sui quali è basata è ormai palese e allarmante in quanto offre spazio a tendenze populiste o d'altre pericolose matrici che non inducono all'ottimismo. Si vedano le manifestazioni organizzate dagli anarchici per protestare contro il regime penitenziario assegnato a un loro compagno di fede, assimilato a comuni delinquenti mafiosi. Va fatta molta attenzione perché, come ha osservato saggiamente Roberto Benigni dal palco del festival di Sanremo, si fa presto a perdere la democrazia, la pace e la libertà conquistate dopo il secondo conflitto mondiale e non certo acquisite per sempre. Questo è il monito ai governanti nazionali e agli amministratori locali venuto dal non voto, un fenomeno su cui occorre meditare a fondo per cercare un buon rimedio. Guido Monti
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1 COMMENTI
15 02 2023 12:02
Méngu
Leggo : “ Una così larga e esplicita disaffezione al voto è una disfatta per la democrazia e gli esponenti di tutte le forze politiche dovrebbero cospargersi il capo di cenere e recitare il mea culpa se il disinteresse e lo scetticismo hanno preso il sopravvento su una cittadinanza attiva sempre più latitante, al punto da destare preoccupazione per le sorti delle istituzioni pubbliche” . Ecco un giornalista dalla perfetta analasi. Da parte mia, nelle prossime elezioni Politiche, se avrò i soldi, metterò un annuncio economico sui giornali che dice: “cercasi politico che ha più palle che borsa “.